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Szerző: Giancarlo
Dátum:  
Címzett: Forumgenova
Tárgy: [NuovoLab] da misna
ISRAELE
28/12/2008 10.00 PER RIFLETTERE INSIEME (Con israeliani di pace,
sulla situazione a Gaza) Dialogo e Pace, Brief

“La guerra a Gaza, lo spargimento di sangue, le uccisioni, la
distruzione e la sofferenza su entrambi i lati del confine sono la
perversa follia di un governo in fallimento. Un governo che si è
lasciato trascinare da militari avventurieri e da una rozza demagogia
nazionalista in una guerra distruttiva e inutile che non darà soluzione
ad alcun problema, né per le comunità del sud di Israele sotto una
pioggia di missili né per le terribili povertà e sofferenze di Gaza
assediata. Il giorno dopo la guerra, rimarranno gli stessi problemi -
con l'aggiunta di molte famiglie in lutto, persone ferite e invalide per
tutta la vita e di mucchi di macerie e distruzione. L'escalation verso
la guerra poteva e doveva essere evitata. A rompere la tregua è stata
Israele con l’incursione compiuta in un tunnel nella notte delle
elezioni americane due mesi fa. Da allora è stato l'esercito ad
accumulare fiamme di escalation con incursioni e uccisioni mirate, ogni
volta che il lancio di missili su Israele diminuiva. Il ciclo del
massacro potrebbe e dovrebbe essere rotto. Il cessate- il -fuoco può
essere ristabilito immediatamente e su basi più solide. È diritto di
Israele chiedere la fine totale del lancio di razzi sul suo territorio e
i suoi cittadini, ma deve por fine a tutti i suoi attacchi e alla morte
per fame del milione e mezzo di abitanti di Gaza, smettendo anche di
interferire con il diritto dei palestinesi di scegliersi i loro capi. La
dichiarazione di Ehud Barak secondo cui avrebbe sospeso la campagna
elettorale per concentrarsi sull'offensiva di Gaza è una barzelletta. La
guerra a Gaza è di per sé la campagna elettorale di Barak, un tentativo
cinico di comprare i voti con il sangue e le sofferenze di Netivot e
Sderot, Gaza e Beit Hanun".

[Traduzione MISNA di un testo distribuito via e-mail da “Gush
Shalom” (Blocco per la Pace) fondato dall’ex-parlamentare israeliano Uri
Avnery] [CO]