Condivido in pieno e ti ringrazio per l'analisi e le informazioni.
Il problema dei problemi, però, è che tutta questa strategia fa presa, porta voti e tanti.
Quello che voglio dire è che un tale gioco al ribasso bastato fino a pochi anni fa non acrebbe funzionato.
La sua strategia si basa sull'assunto:
"non siete voi cittadini che dovete pensare elevato, condividere i valori sacri della Costituzione, e nel far questo tentare, seppur simbolicamente, avvicinarvi al modo di pensare lucido, altruista e impeccabile dei politici che rappresentano degnamente gli interessi di tutti".
"No, sono io furbetto come voi, che mi immedesimo in voi, scendo su vostro piano, condivido come voi interessi particolari, coltivo come voi, e più di voi, i miei interessi e le mie passioni, e sbeffeggio chi si prodiga per l'interesse generale".
In questa strategia si colloca anche l'esternazione "Ma Mussolini in fondo non è stato un dittatore, ha sdolo mandato al confino qualche dissidente..."
Dicevo appunto che questo tipo di atteggiamento politico non avrebbe mai funnzionato fino a 15-20 anni fa (diciamo prima di Tangentopoli).
Oggi invece, purtroppo, dopo aver distrutto o comunque minato la coscienza civile e morale di un paese (o di una parte di esso) a suon di Drive-In, Striscia la Notizia, Canale 5, Italia 1 e Rete 4, tutto questo gli è possibile.
Sarà banale, ma io la vedo così, pur riconoscendo, naturalmente, che tale degrado non è tutto merito suo...
Roberto
--- Mer 19/11/08, blanca <blanca@???> ha scritto:
Da: blanca <blanca@???>
Oggetto: [Forumlucca] Gaffe balle e strategie di comunicazione
A: forumlucca@???
Data: Mercoledì 19 novembre 2008, 17:13
Già, le balle di Berlusconi sono pari solo alle sue gaffes. Forse.
Ma attenzione: il suo non può essere semplicemente considerato un
atteggiamento superficiale, incoerente, grottesco.
Faccio un esempio di questi giorni.
Bondi chiede la chiusura di Glob - L'osceno del villaggio, programma
di Enrico Bertolino, comico nonché esperto di comunicazione.
Sui giornali on-online si discute se sia per l'intervista a Ilona
Staller (che peraltro parla di sesso, pornografia e politica,
sostanzialmente roba che non scandalizza più nessuno).
O se sia stato il servizio satirico su Mara Carfagna, il quale non è
poi niente di sconvolgente a dirla tutta.
Lasciamoli discutere per i fatti loro e noi invece indirizziamo
l'attenzione altrove.
Domenica 9 novembre alle 23.30, la sera dell'intervista a Ilona
Staller, ho visto la puntata di Glob, tutta.
Non mi succede mai, ma stavolta mi interessava perché parlava della
gaffe di Berlusconi: Obama abbronzato.
E mentre si discute se sia stata la Staller o la Carfagna a
scandalizzare Bondi, il vero motivo si perde tra gli starnazzamenti da
gossip.
Bertolino quella sera analizzava, da comunicatore, la strategia
comportamentale di Berlusconi, prendendo spunto dal caso
dell'aggettivo pararazzista "abbronzato".
Quello che diceva era che, ben lungi dall'essere una gaffe, questa
forma di paralinguaggio (e metalinguaggio) fa parte di una precisa
strategia di comunicazione.
Purtroppo non ritrovo lo spezzone. Chi ha Sky può trovarlo forse:
sarebbe molto istruttivo per tutti vederlo.
Il concetto era chiarissimo. Il linguaggio ammiccante, gli
atteggiamenti politically incorrect, quelle che noi, gente di
sinistra, riteniamo al più delle boutades becere sono, al contrario,
parte integrante di un modo di fare politica. Berlusconi non fa
gaffes, Berlusconi usa le gaffes e tutto un repertorio di gags e
battute come aggancio nei confronti di un elettorato su cui quegli
strumenti fanno presa. "Come si risolve il problema dei precari?"
“Sposi il figlio di Berlusconi. Con quel sorriso se lo può
permettere”. Io mi incazzo, voi vi incazzate, tutti ci incazziamo,
scriviamo e diciamo parole di fuoco per la giusta indignazione e
intanto però abbiamo abboccato al giochetto. Lo sa anche lui che è una
dichiarazione stupida, scorretta, offensiva della dignità di un
lavoratore e di una donna. Ma intanto ha portato il discorso su un
altro piano. Anche perché se non ricordo male, la domanda venne
proprio da una giovane esponente di FI. Non si parla più del
precariato bensì della scempiaggine di Berlusconi. Anzi di più: il
problema del precariato è diventato qualcosa che si può trattare con
la sublime banalità che in uno strano cortocircuito accomuna i potenti
e il popolino. Osservatelo bene: ciò che dice, ciò che fa, lo mette
apparentemente alla pari delle discussioni da bar (con tutto il
rispetto per i bar e per la gente che li frequenta, me compresa) e
quindi alla portata di tutti.
In fondo cosa ha detto di straordinario? Che Obama è abbronzato?
Capirai... quante volte l'avremo sentita questa battuta?!
E' ovvio che è scorretta e razzista. Ma potrebbe dirla chiunque. E
proprio su questo Berlusconi ha fatto leva per porsi al di fuori e al
di sopra della necessità di correttezza politica.
Il suo gioco, a mio parere, è di incarnare il contadino furbo, l'uomo
che viene dal popolo, che si comporta come il popolo dicendo le bugie,
dicendo battute scorrette in barba ai protocolli, addirittura facendo
le corna ai capi di stato nelle foto ufficiali. Che lo vogliamo o no,
molta gente ritiene le sue delle battute innocue. Addirittura ci si
può identificare con lui.
E allora? I politici dell'opposizione dovrebbero giocare allo stesso
gioco? Ovvio che no.
Però bisogna cominciare a pensare che Berlusconi non fa gaffes, non è
semplicemente becero e superficiale.
Bisogna cominciare a osservare il suo comportamento con un ottica
diversa.
Tant'è vero che al buon Bertolino, che ci ha provato, gli hanno subito
fischiato il fallo.
ILa
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