Re: [Hackmeeting] accessibilita' dell'anonimato

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Autore: Victime
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To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] accessibilita' dell'anonimato
vecna scriveva:

>> scusa asbesto, ma tu che usi mutt che difficoltà avresti nell'usare il
>> client di mixmaster?
>
>
> Caparossa, io non posso non essere d'accordo con asbesto.
>
> tutta l'informatica cresce perche' le cose stanno diventando piu'
> comode.


Quest'idea della "crescita" dell'informatica è curiosa: mi sa un po' di
positivismo e/o sol dell'avvenire.

Non uso i computer "da sempre" però dagli inizi come "crescita" ho visto alcune
cose (mp3, divx in primis, qualcosina tipo instant messaging) ma in altri ambiti
non ho visto tutta questa "crescita": che gmail (che in ogni caso non conosco ma
vado solo per sentito dire) sia questa fenomenale evoluzione rispetto alle
matrix di fido mi lascia quanto meno dubbioso.

> (lo si vede sia nelle cose piu' hackerecce, rappresentate dal
> maggior uso di programmi scritti con linguaggi ad alto livello, che
> nelle cose piu' commerciali, come l'usabilita' di macosx rispetto a
> quelle di windows).


Tanto per capirci, cosa intendi per "usabilità" maggiore di un sistema
operativo?

Personalmente uso profondamente ed estesamente l'interfaccia a riga di comando
perché la trovo oltremodo comoda e veloce: le mie attività informatiche possono
essere ridotte (web, mail e newsgroup fondamentalmente) ma le esplico benissimo.

> se vogliamo diffondere un certo tipo di cultura, sull'attenzione ai
> diritti umani in rete, sulla consapevolezza dei rischi e
> sull'invasivita' che possono avere i servizi, non possiamo pretendere
> che, persone che stanno 15 ore al giorno al pc e lo usano in modo
> comodo, per avere in cambio un "senso di sicurezza" spendano batitti di
> tastiera.


Anche qui ho evidentemente una percezione diversa dalla tua: nella mia
esperienza le persone che stanno 15 ore davanti al computer pongono ben poca
attenzione alle cose che nomini te.

Quello che vedo io è che se uno ha _realmente_ necessità di uno strumento si
mette lì, se lo studia per usarlo.

> la questione e' un po' la stessa di "privacy vs hacking", se mi dedico
> di piu' alle questioni di privacy e riservatezza, e quindi del loro
> aspetto divulgativo, devo adeguarmi agli utenti ai quali voglio
> comunicare (e cosi' anche l'accessibilita' dei servizi e dei software).


Non sono per nulla convinto che io debba "adeguarmi" agli utenti: specialmente
in ambiti "delicati" come questi è bene che gli utenti debbano seguire un certo
percorso prima di arrivare all'"interfaccia web".

In un ambito sociale quale il nostro in cui "la privacy" è sentita diffusamente
solo come una legge che ti obbliga a firmare tre o quattro volte prima di poter
abbonarti al calcio in televisione gli strumenti di anonimato sono
maledettamente potenti.

> se invece mi diverto ad hackare software, chi vuole mi segue, chi non
> vuole no, e non sto certo ad ascoltar le loro esigenze.
>
>
> e in virtu' dell'"andare in contro alle esigenze dell'utente", secondo
> me, le reti di anonymous remailer sono una rete vecchia e disfunzionale.


Sicuramente e lo si vede anche dall'assoluta mancanza di "hype" che le circonda:
nell'ottica dell'hacker da hackmeeting puzzano di stantio lontano chilometri.

> e l'unica possibilita' perche' continuino a tenere senso e' iniziare a
> scrivere software che ne facilitino l'uso. e non cose come jnyble e
> client mixmaster/mixminion... siamo nel 2008: web application,
> middleware e plugin per firefox.


:-)

Yeah, marketing e pompini gratis per tutti!

--
Victime