[NuovoLab] Manu Chao: il G8 ferita incancellabile

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Repubblica Spettacoli (!)

L´artista si è esibito a Genova, unica tappa italiana del tour
Manu Chao: il G8 ferita incancellabile
LUCIA MARCHIO
GENOVA
lucia marchiò
«Sono tornato spesso a Genova dopo il G8. Qui ho molti amici, ho suonato anche per Don Gallo. Ci sono cicatrici che non si rimarginano, la ferita che porto nel cuore è profonda. Il processo? Non so bene cosa sia successo di recente, ma so che quanto accaduto in quei giorni fu terribile e senza senso, e che Carlo è morto». Al Goa-Boa Festival a Genova nella sua unica tappa italiana del tour, durante le giornate della campagna nazionale per il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Manu Chao parla a ruota libera, e ne ha per tutti. Alle 5 di domenica mattina e dopo due ore e mezza di concerto in cui le ha cantate persino a Bush e a Berlusconi e concorda con Tonino Carotone che sì, «è un mondo difficile, vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto», Manu Chao accetta di parlare partendo dal ricordo di quelle tristi, incancellabili vicende.
Il suo pensiero è per gli immigrati, e per tutti coloro che hanno fatto della sua canzone Clandestino una sorta di bandiera. «Questa legge sulle impronte digitali è incredibile, non vorrei che l´Europa la prendesse a modello, che l´Italia facesse da apripista. Guardate Sarkozy, è un "puro prodotto berlusconiano", vanno di pari passo quei due. Il problema dell´immigrazione sta diventando sempre più pesante, per via delle leggi che la regolano. C´è molta rabbia e insoddisfazione. L´Occidente ha le armi, ma dovrebbe pensare che questi giovani che cercano di trovare una opportunità di lavoro e di vita diversa sono tanti, milioni. Si festeggiò contro la caduta del muro di Berlino, ora ci sono muri più grandi. È morta molta più gente nello stretto di Gibilterra in due anni che in sessanta di muro di Berlino. Chiudere, segregare non è una soluzione. Bisogna aprire le porte a una nuova civiltà giovane, perché quella europea è vecchia, morta, finita».
Durante lo show ha urlato "vergogna, Berlusconi" e ha definito Bush un uomo pericoloso per la sicurezza del pianeta. «Sin dalla prima volta che Berlusconi è salito al potere ho pensato fosse una cosa pessima per l´Europa, ha dimostrato quanto la politica sia sottomessa all´economia. Viviamo nella dittatura del denaro, conta chi ha i soldi, e lui ha tutto in mano: soldi, potere, economia. E gli Usa sono sempre più schiavi dell´Economia, gli ultimi anni sotto il governo Bush sono stati i peggiori su tutti i fronti». Si può combattere con la musica? «Io ci provo, ma tanta gente muore di fame. Non hanno bisogno di musica, ma di cibo e rispetto. Ma cerco sempre di essere positivo, credo che sia la medicina migliore».


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Carlo

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