Qui sotto la lettera spedita al "Manifesto", e nonpubblicata, in merito alle ultime iniziative dei migranti a Saronno,Brescia, Bologna. Se i migranti prendono parola, “Il Manifesto” tace. E non acconsente. Domenica 29 giugno la comunità egiziana di Saronno ha promosso unamanifestazione, sostenuta da una grande partecipazione di migranti eantirazzisti provenienti anche dal resto della Lombardia, perdenunciare la morte di Said, ucciso dal suo datore di lavoro perchépretendeva addirittura il suo salario. I migranti hanno presodirettamente parola per esprimere la propria rabbia, il propriodolore, la propria indignazione.
Il Manifesto ha però parlato di un’iniziativa messa in campo dalla CGIL, assente peraltro dalla piazzadei migranti.
Giovedì 3 luglio, a Brescia, centinaia di lavoratori e lavoratricimigranti sono scesi in piazza per denunciare la morte di Ivan Pyreu,lavoratore edile immigrato dalla Russia e ‘clandestino’, caduto dalterzo piano per sfuggire a un controllo di polizia. Ivan non avevamisteri da nascondere, se non il fatto di essere un lavoratoreclandestino, additato oggi come pericoloso criminale, con la minacciadella reclusione in un CPT sulla testa.
Il Manifesto stavolta non hatravisato i fatti, ha semplicemente taciuto, ignorando la presa diparola dei migranti.
Sabato 5 luglio si è svolta a Bologna una manifestazione che ha vistola partecipazione di oltre mille uomini e donne, per la maggior partemigranti, mossi dallo slogan “non è il momento di avere paura”. Unarisposta decisa contro il pacchetto sicurezza, il cui unico scopo èquello di aggravare gli effetti della Bossi-Fini, riducendo i migrantial silenzio.
Il Manifesto ha pensato bene di dedicare all’iniziativaun trafiletto che della manifestazione ha riportato solo un ridicoloscontro a margine del corteo. Come “Il Resto del Carlino” che, almeno,sappiamo senza ombra di dubbio da che parte sta.
Perché il punto è proprio questo: da che parte sta “Il Manifesto”? Nonsi tratta solo di dovere di cronaca, che pure è mancato prima di tuttonei confronti delle migliaia di lavoratori e lavoratrici migranti diSaronno, Brescia e Bologna.
Si tratta di capire da che parte sta il“quotidiano comunista” che fa dell’antirazzismo la propria bandiera,ma dimentica in modo sistematico le iniziative autonome dei migranti,mentre dedica pagine e pagine a improbabili e subito svanitemanifestazioni nazionali contro il razzismo, come pure a seminari suavveniristici cambiamenti culturali iniziati e finiti in un’aulamagna.
Perché “Il Manifesto” tace quando i lavoratori e le lavoratricimigranti prendono parola praticando l’antirazzismo? In un momento incui molti lavorano per ridurre i migranti al silenzio, quello chesconcerta è che anche il Manifesto faccia la sua parte. Ibrahim Niane – Coordinamento immigrati di BresciaFelice Mometti – Coordinamento immigrati di BresciaFabio Zerbini – Comitato antirazzista milaneseSamir Elhilali – Comitato antirazzista milaneseNajat Achak – Coordinamento Migranti BolognaPaola Rudan – Coordinamento Migranti Bologna
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