[NuovoLab] liberazione 08_07_17

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Aihe: [NuovoLab] liberazione 08_07_17
Lettere

Vogliamo giustizia per la barbarie di Genova

E allora

certo...

ricominciamo

Cara "Liberazione", "ricominciamo".

Uno slogan che ben riassume quale sia il

nostro compito. Come comunista, ma

anche come delegato sindacale, lo vivo

come un dovere morale oltre che politico.

Mi sono chiesto spesso come dovrebbe

essere il buon dirigente politico o

sindacale. Innanzitutto va evitata la

sovrapposizione delle cariche. Un

incarico alla volta può bastare se lo si

porta avanti con impegno. Ma è lo spirito

di servizio che deve caratterizzare il

comunista che ha un incarico nel partito

o nelle istituzioni. Non può essere che il

diventare consigliere o parlamentare sia

l'affare della tua vita. Purtroppo anche in

Rifondazione per molti è stato così e non

a caso sono aumentati a dismisura

fenomeni di leaderismo e

autoreferenzialità. Il nostro popolo lo ha

percepito e si è allontanato, forse anche

disgustato oltre che deluso. Negli ultimi

anni siamo diventati "casta" e guai a chi

esprimeva critiche. Emarginato, deriso e

nei peggiori dei casi messo anche alla

porta. Tutto ciò ha lacerato gran parte del

corpo militante di questo partito. E allora

certo... ricominciamo. Ma decidiamo da

subito come e con quali finalità, il tempo

ci è tiranno. Ritengo non più rinviabile al

nostro interno un processo di

moralizzazione che dovrà riguardare

ognuno di noi. Ma sarà un segnale forte,

se le troppe primedonne sapranno e

vorranno fare un passo indietro.

Rifondazione ha al suo interno grandi

potenzialità e grandi risorse umane,

spesso volutamente accantonate. Le

primedonne chiedono palcoscenico e lo

spazio diventa inevitabilmente stretto. Il

ricambio è possibile e a questo punto di

importanza vitale. Si deve far tesoro degli

errori commessi. Potremo costruire una

forza comunista nel nostro paese se

innanzitutto saremo in grado di essere un

esempio per il nostro popolo. A partire

dalla pratica quotidiana, un comunista

ovunque collocato, dovrà saper essere

altro. Alterità e coerenza dovranno essere

qualità ineludibili per ogni nostro

compagno, sia nel partito che nel

sindacato, che nelle istituzioni. Se ne

saremo tutti convinti, forse avremo

trovato fra noi un qualificante

denominatore comune. Io ci voglio

ancora credere.

Danilo Tosarelli Milano

Genova,

unsolourlo:

vergogna!

Cara "Liberazione", la sentenza sui fatti di

Bolzaneto è talmente scandalosa che si

rimane a bocca aperta nel sentire le

condanne lievi inflitte solo a una parte dei

massacratori di quei nerissimi giorni di

Genova. Ma è veramente offensivo

dell'intelligenza di chi ha avuto modo di

guardarlo il servizio mandato in onda da

"Studio Aperto" delle 18,30, dove è stato

intervistato uno dei poliziotti assolti

(probabilmente perché non è stato

possibile identificarlo, visto che tutti

portavano i caschi), il quale ha

serenamente affermato che lui lì ha fatto

solo il suo lavoro. Non sapevamo che tra i

compiti della polizia ci fosse anche quello

di spaccare crani e gambe a ragazzi inermi

che non stavano facendo assolutamente

nulla, o che fosse contemplata la tortura

fisica e psicologica. Ho letto che nel

nostro ordinamento non è previsto il

reato di tortura e l'accusa si è dovuta

accontentare del reato di abuso d'ufficio o

di potere, per i quali le pene sono molto

più lievi. In questo Stato, in cui il diritto è

diventato veramente un optional e dove

la casta vota leggi ad personam per

garantire l'interesse di pochi, c'è solo da

urlare nelle piazze con tutto il fiato e la

forza che rimane: vergogna!

Vincenzo Bianca via e-mail

Protestiamo

controlasentenza

di"ingiustizia"

Caro direttore, sono rimasto sbalordito

dal fatto che a Genova ha vinto

l'ingiustizia contro i soprusi inquietanti

impiegati dalle forze dell'ordine nel G8 a

Bolzaneto. La sentenza del tribunale ha

creato disordine alla giustizia, di fatto ha

cancellato le libertà, i diritti civili e

costituzionali dei manifestanti del G8 di

Genova. Viene negata la verità di fronte

ad un "archivio" documentato di

immagini sconvolgenti di ciò che è stato

fatto a "persone civili" in quella caserma.

Ingiustizia dovuta anche grazie al fatto

che il Parlamento italiano, spogliandosi

delle sue prerogative costituzionali, ha

negato la nascita di una Commissione

d'inchiesta sui gravi fatti di Genova,

creando un clima di vergognosa omertà.

Gli abusi andavano puniti severamente e

con giustizia "vera". Bisogna reagire

contro tale pessima sentenza emessa dal

tribunale, per non dimenticare e non

cancellare i gravi episodi di violenza subiti

a Genova. Serve una grande

manifestazione democratica di popolo

per rivendicare, ancora più forte, verità e

giustizia contro la cancellazione dei diritti

fondamentali sanciti dalla nostra

Costituzione repubblicana. La barbarie e

il sangue versato a Genova necessitano

giustizia. Le libertà cancellate non

possono passare sotto tono. Ritorniamo

nelle piazze a manifestare indignati

contro il vento reazionario-autoritario che

viene imposto al paese. La Sinistra

reagisca prontamente.

Vito Uggenti Carovigno (Br)