Repubblica Genova
La società civile sappia ripartire dalle ferite del luglio 2001
WALTER MASSA*
Una nuova stagione politica per quella che un tempo chiamavamo società civile è oggi più che mai necessaria. Lo è certamente per l´Arci; lo è anche per chi, oggi, si sente "solo" cittadino. L´offensiva "culturale" del centro destra e del suo leader ha portato un duro colpo alle idee e ai percorsi che da Genova 2001, faticosamente, si erano messe in cammino per un mondo migliore. Difficoltà dovute anche ad una certa sordità del centro sinistra, della sinistra più generale più attente al proprio ombelico che ai percorsi di mutamento in atto nel Paese.
L´humus culturale in cui siamo immersi (se così possiamo chiamarlo) è oggi centrato solo ed esclusivamente sull´individuo, sull´opportunismo, sulla difesa dei propri spazi, sull´incapacità di immaginare un futuro e quindi con la sola prospettiva di vivere giorno per giorno. Anche la politica ne è investita e lo dimostrano le ultime scelte di questo governo ed anche l´assoluta incapacità ad elaborazioni condivise delle opposizioni parlamentari ancora oggi in preda ai postumi post sconfitta elettorale. Manca la sinistra. Si, certamente, e sarebbe bene che le forze di sinistra ora fuori dal Parlamento si interrogassero seriamente su questo. L´insieme di questo quadro oggi si presenta contraddittorio e precario, come del resto lo sono oggi le nostre comunità. Come del resto si sentono, oggi, i cittadini, tutti.
Tra pochi giorni ricorderemo il luglio genovese dove la tragica morte di Carlo Giuliani e le sevizie subite da centinaia di giovani incolpevoli continuano ad essere macchiate dall´omertà; omertà che non ha impedito oggi alla Magistratura, con un lavoro difficile, di portare alla luce, pubblicamente anche se solo in parte, le colpe, le responsabilità e gli abusi delle forze dell´ordine.
Che paese è quello che si abitua a tutto ciò?
Dobbiamo cogliere l´occasione nelle giornate di luglio per ritrovare un terreno comune di confronto che riparta dalla necessità di verità, ieri per Carlo e le vittime di Diaz e Bolzaneto, oggi per i tanti fatti che hanno squassato la nostra città e la nostra regione. Dobbiamo tutti insieme ristabilire un contatto tra impegno, cittadinanza e diritti. In un simile contesto non sfugge a nessuno che è interesse di tutti avere istituzioni sane, forti e autorevoli, così come è altrettanto importante trovare una società civile, i cittadini, consapevoli del proprio ruolo di primi garanti della democrazia. E allora abbiamo bisogno anche di ricostruire, con pratiche nuove, uno scenario dove i partiti tornino a fare i partiti, le associazioni le associazioni, i movimenti i movimenti e, forse, i comici torneranno a fare i comici.. Ognuno saprà così mettere a disposizione i propri talenti per un impegno ed una azione comune. E saremo all´altezza della sfida culturale e politica che ci attende. Su questa strada l´Arci ligure ha intenzione di camminare e di perseverare, proprio come Tom Benetollo ci ha insegnato.
* presidente regionale Arci
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Carlo
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