Re: [NuovoLab] non sparate sulla Croce rossa ...perche e` "i…

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Autore: Edoardo Magnone
Data:  
To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Oggetto: Re: [NuovoLab] non sparate sulla Croce rossa ...perche e` "in progress"!
Grazie Norma,

"..nonostante l'ordine tassativo dato dal generale Filangieri.."

Si puo davvero dire che la croce rossa e` nata molto tempo fa dalla
disubbidienza ad un ordine militare!

Sempre sull`argomento ti segnalo anche l`articolo uscito su Il
Messaggero del 30 giugno 2008 dal titolo:

--Barra: "Si, parte, senza conflitti: diecimila nomadi da identificare"--

in

http://www.cri.it/cms/docs/archivio_documenti_04_05_06/20080630030842_Intervista_Messaggero.pdf

Un saluto,
Edoardo Magnone


Il 01/07/08, norma<norma.b@???> ha scritto:
>
> Perchè stupirsi? La Croce Rossa è un corpo militare, i cui membri
> indossano la divisa e portano i gradi.
> Un corpo militare che ha purtroppo dimenticato di essere nato da
> un'obiezione di coscienza, quella di Ferdinando Palasciano.
> Dal sito della Croce Rossa :
>
> www.cri.it/palasciano
> Croce RossaINFORMAZIONI GENERALI
> Le Origini della *Croce Rossa
> *
>
> /"Ferdinando Palasciano
>
> Durante i moti di Messina del 1848 un medico chirurgo di Capua,
> Ferdinando Palasciano, giovane ufficiale dell'esercito borbonico,
> avvertì il dovere morale di prestare le sue cure anche ai feriti nemici
> nonostante l'ordine tassativo dato dal generale Filangieri di non curare
> i ribelli siciliani.
>
> Ciò gli valse la minaccia di essere passato per le armi ma, per
> intercessione di Re Ferdinando, suo amico ed sostenitore, la condanna
> venne tramutata in un anno di carcere da scontare a Reggio Calabria.
>
> Anche durante la reclusione Palasciano continuò ad assistere i feriti
> napoletani che i battelli portavano da Messina. Dopo la scarcerazione si
> interessò ancora ai problemi di sanità militare, lottando con energia
> affinché venisse riconosciuta la neutralità dei feriti in guerra/.
> (segue...)
>
> Norma Bertullacelli
>
>
>
> Edoardo Magnone ha scritto:
> > INTERVISTA
> >
> > «Noi della Croce rossa pronti al censimento. In nome dello Stato»
> >
> > Il presidente della Cri Massimo Barra: «Faremo ciò che il governo ci
> > chiede. La nostra azione? Nell'interesse dei nomadi»
> >
> > Eleonora Martini
> > ROMA
> >
> > «Omnia munda mundis». Massimo Barra ripete spesso il motto latino:
> > «Tutto è puro per i puri». Come a dire: chi vede il male ce l'ha
> > dentro. Lo brandisce soprattutto quando si insiste con una domanda
> > che, dice, «è pregiudiziale» e a cui proprio non vuole rispondere: la
> > Croce rossa italiana da lui presieduta, coinvolta nel censimento dei
> > rom a Roma (dal 10 luglio al 15 ottobre), si presterà anche a prendere
> > le impronte ai minori rom? «Faremo ciò che il governo ci chiede di
> > fare nel rispetto delle leggi vigenti», risponde seccato. E sembra
> > passato un secolo da quando, nel giugno 2006, attaccava la legge
> > Fini-Giovanardi sulle droghe.
> >
> > Anche stavolta, come quando accettaste di entrare a gestire
> > direttamente alcuni Cpt, in molti si chiedono perché la Croce Rossa
> > presta la sua opera per schedare i rom nei campi nomadi.
> >
> > Lo facciamo nell'interesse delle persone vulnerabili. La Cri è
> > ausiliaria dei pubblici poteri e non si può sottrarre. Ma se
> > riconosciamo che c'è un conflitto oggettivo tra i rom che abitano nei
> > campi e il resto della popolazione, la Cri può contribuire a creare
> > ponti contro ogni deriva xenofoba e di emarginazione. Saremo accolti a
> > braccia aperte dalle popolazioni rom, come è sempre avvenuto in Italia
> > e all'estero, perché sanno che agiamo nel loro interesse. Per persone
> > a cui la legge impone una permanenza in determinati ambienti, la Cri è
> > il male minore: meglio noi che l'apparato repressivo dello stato.
> >
> > Ma voi accompagnate l'apparato repressivo dello stato.
> >
> > Sarà minimalista, ma noi non facciamo leggi e non le giudichiamo, non
> > facciamo politica. Ci occupiamo solo delle vittime, cerchiamo di
> > ridurre il danno.
> >
> > In questo caso vi sembra che il metodo sia accettabile?
> >
> > Il censimento deve ancora cominciare, è una esperienza nuova e in
> > progress, quindi al momento chi parla lo fa solo per pregiudizi.
> > Bisogna avere fiducia nella competenza e nei principi fondamentali
> > della Cri. Noi non andiamo per discriminare, per alzare muri ma solo
> > per avvicinare, per creare ponti. La Cri non parla, non prende
> > posizione politica, agisce. Ci è stato chiesto di avvicinare i rom nel
> > loro interesse e noi lo faremo. Se poi il governo ci chiederà altre
> > cose, faremo altre cose. Per il momento non ci vedo niente di male.
> >
> > Qual è esattamente il vostro compito? Avrete un finanziamento per questo lavoro?
> >
> > Una cinquantina di nostri operatori lavoreranno per avvicinare le
> > persone, chiedere il loro nome, le generalità, la composizione
> > familiare, ecc. Così come abbiamo fatto decine di volte dopo un
> > terremoto, un'alluvione, un conflitto. Certo, ci sarà un
> > finanziamento, ma piccolo. Solo un rimborso spese.
> >
> > Quindi, anche nel caso di dubbi sull'identità dichiarata da una
> > persona, voi non scatterete foto segnaletiche e non prenderete le
> > impronte ai minori?
> >
> > Non conosco ancora i dettagli operativi, sono allo studio di un gruppo
> > di lavoro coordinato dal prefetto Mosca. Ritengo invece che potrà
> > essere l'inizio di una presenza fissa della Cri nei campi rom. Io
> > posso garantire che non faremo cose contrarie ai diritti dell'uomo. Ma
> > rispetteremo le leggi italiane.
> >
> > Anche se le leggi dello stato sono contrarie alla convenzione
> > internazionale sui diritti del fanciullo?
> >
> > Mi sembra di aver sempre dimostrato, da 40 anni, che se c'è un garante
> > dei diritti dell'uomo in Italia, quello sono io. Se voi volete
> > strumentalizzare la Cri con questa vicenda, io non ci sto.
> >
> > http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/01-Luglio-2008/art18.html
> >
> >
> >
>
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