Autore: ANDREA AGOSTINI Data: To: forumgenova Oggetto: [NuovoLab] Legambiente: LA TRASFORMAZIONE AMBIENTALE DEGLI ERZELLI: OPPORTUNITA’ O FALLIMENTO ANNUNCIATO
LA TRASFORMAZIONE AMBIENTALE DEGLI ERZELLI: OPPORTUNITA’ O FALLIMENTO ANNUNCIATO
Il Piano Regolatore Generale è uno strumento che prescrive l’uso del suolo in una visione d’assieme e in un’idea di città e territorio sostenibile nel quadro della pianificazione regionale nel quadro europeo.
Questo nello spirito del legislatore. Il Piano Regolatore Generale della legge del 1942 è diventato il Piano Urbanistico Comunale secondo la legge urbanistica regionale. Il Piano Urbanistico Comunale genovese è stato approvato nel 2000 . Questo , nel parere degli amministratori, per superare le rigidita’ preesistenti che prevedevano un regime dei suoli piu’ pubblico che non sono stati attuati per scelte politiche dettate dalla priorità alla rendita fondiaria , edilizia finanziaria e burocratica.
Da qui l’inefficacia sia del Piano Regolatore che del PUC come strumento generale di gestione pubblica del territorio e la sempre maggiore difficolta’ alla salvaguardia degli interessi generali nei termini di beni storici e paesaggistici – centri storici, parchi, paesaggi ecc, - con l’utilizzo spregiudicato delle “ varianti al piano “ che negano l’unitarieta’ del piano e della idea di territorio.
E’ evidente che mentre il piano regolatore dovrebbe esprimere una pianificazione del territorio in cui si riflette un’idea unitaria di città e in cui vi sono soprattutto espresse le esigenze sociali di servizi, attrezzature e ambiente sostenibile.
L’urbanistica è stata utilizzata e manipolata nell’interesse della proprietà fondiaria, della speculazione immobiliare, dell’interesse finanziario di chi presta i soldi e comunque dei poteri forti in grado di proporre e di contrattare con l’amministrazione . L’interesse degli abitanti e dell’ambiente è passato in secondordine.
L’esempio piu’ grande è stata la valorizzazione immobiliare nel centro storico che non prevedendo alcuna tutela per i residenti ha visto un massiccio incremento del valore di immobili di proprieta’ prevalente di grandi gruppi, banche, nobili, aziende, istituti religiosi che avvalendosi dei notevoli finanziamenti pubblici hanno fatto grossi affari e di fatto espulso nelle periferie piu’ degradate e prive di finanziamenti i residenti non in grado di pagare coi loro redditi le rivalutazioni finanziarie dei loro affitti e dei costi di gestione degli immobili. Questo senza tacere il persistere di sacche di poverta’ e degrado sociale .
Il PUC prevedeva agli Erzelli l’insediamento di un villaggio tecnologico senza definire la dimensione, l’accessibilità, le caratteristiche tipologiche e il contenuto sociale.
Su questa assenza di visione urbanistica coerente coll’insieme si sono inseriti gli interessi particolari mettendo in sott’ordine gli interessi generali.
Da qui una idea fantasmagorica. Un investimento a ponente, molto cospicuo, con un’idea forte: la restituzione al ponente di quel che gli è stato tolto in termini di occupazione, ricchezza, qualità ambientale e del vivere.
I padri dell’operazione con grande enfasi e sfoggio di disegni ( stilizzati e abbozzati ) si sono affrettati a prometterci sulle pagine di tutti i giornali locali e nazionali e sui televisori di casa nostra un grande sogno, una novella cittadella della scienza sulla scia di altre e importanti esperienze europee .
In sostanza, aziende tecnologiche che arrivavano a Genova a portare le loro industrie, occupazione ( si è detto 10.000 occupati ) qualità ambientale del costruito ( grattacieli a risparmio energetico ) e delle aree ( il piu’ grande parco pubblico della citta’ ), funivie e cremagliere, una qualità ambientale in grado di attirare a Genova industrie ed occupati da tutta Europa.
Come è andata lo sappiamo ma non sappiamo come andra’ a finire..
Il Puc 2000 e le sue successive varianti si sono rivelati impotenti rispetto alla speculazione sulle aree di Erzelli che sono state comperate ( o meglio lasciate comperare ) e dopo pochi anni rivendute con un guadagno spropositato in una evidente assenza di gestione pubblica delle aree.
Successivamente le richieste degli imprenditori si sono fatte pressanti, nel senso di trasformare il progetto iniziale in una cosa ben diversa fondata su un peso urbanistico enorme rispetto alle capacita’ dell’area e del suo contesto urbano a colpi di edifici alti , torri , un addensamento di volumi e di tipologie edilizie finalizzate alla massima resa a scapito dell’ambiente , del territorio e dei servizi sociali senza garanzie di contropartite sociali , produttive e di immagine della città nel mondo. .
Ma ecco lo splendido marchingegno : trasferire a ponente la facolta’ di Ingegneria ( a spese totalmente pubbliche si intende, in modo da metterla in contatto diretto con le imprese e fare un centro tecnologico avanzato infrastrutturando tutta la zona per rendere la cosa possibile ( sempre con soldi pubblici ).
Ma non basta, gli amministratori regionali si sono affrettati a intervenire a ulteriore soccorso proponendo la costruzione in zona dell’ospedale di vallata ( ovviamente a spese pubbliche con ulteriore infrastrutturazione ) . Questa idea non ha scaldato molto la nuova Amministrazione Comunale che per altro non ha ancora deciso la localizzazione del nuovo ospedale del ponente e se esso debba essere fatto.
La stessa facolta ha subito l’imposizione di un modello di università indifferenziato e che non ha alcun riferimento con i modelli di università a scala europea.
Tutto concentrato in tre grandi unita’ edilizie senza lasciare spazi liberi per studenti e professori.
Di industrie interessate a venire non si sa un bel nulla ne la tipologia produttiva e tecnologica ne la dimensione ., l’unica azienda che avrebbe dato la sua disponibilità è la Erikssonn, industria svedese gia’ presente in forze a Genova.
Per quanto è dato sapere un’altra azienda interessata ha chiesto alla amministrazione pubblica di cambiare le destinazione d’uso delle proprie aree produttive per ricavarne valore economico attraverso operazioni immobiliari, condizione sine qua non per andare agli Erzelli .
Per procedere è stato necessario un ulteriore sacrificio di aree pubbliche e di qualità ambientale con la consegna dell’area appena liberata per uso pubblico a Cornigliano a un privato senza gara ne programmazione urbanistica.
Legambiente di fronte ad una proposta di trasformazione ambientale , paesaggistica e sociale cosi’ forte e impegnativa chiede maggiore informazione e chiarezza sia sulle procedure che sulla unitarieta’ degli interventi e dell’impatto che questi hanno sulla città in termini di mobilita’ utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche e la visione del progetto e del suo impatto prima che i giochi siano tutti fatti.
Ne abbiamo abbastanza di trovarci di fronte per un verso o per l’altro a progetti irreversibili.
Stefano Sarti
Presidente Legambienteliguria
Giovanni Spalla
Presidente Comitato Scientifico Regionale Legambiente
Andrea Agostini
Presidente circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova