Secolo xix
Base Usa, il Tar dice no al progetto di ampliamento vicenza
La sentenza accoglie il ricorso dei Codacons. Soddisfatti i comitati
Vicenza. Fermi tutti: gli interventi di ampliamento della base americana di Vicenza vanno sospesi. È un'ordinanza arrivata ieri dal Tar del Veneto a mettere nero su bianco la prima, concreta vittoria giudiziaria del movimento "No Dal Molin" e di tutti gli oppositori al progetto di realizzazione di una nuova base Usa accanto a quella già presente nell'aeroporto militare della città veneta. Un provvedimento con il quale i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso proposto dal Codacons contro l'atto con cui il Governo Prodi aveva fornito il proprio consenso all'operazione, dando di fatto il via libera ai lavori.
Una vicenda che si trascina almeno dal 2006, quando il consiglio comunale di Vicenza si espresse in senso favorevole all'ipotesi di un allargamento della spazi riservati in città alle truppe americane. Una decisione sulla quale il precedente esecutivo non adottò mai una decisione chiara, oscillando tra una posizione in linea teorica contraria e la volontà di evitare ulteriori motivi di frizione con l'amministrazione Bush.
La decisione del Tar veneto dice sostanzialmente tre cose. Primo: l'assenso prestato dal Governo all'ampliamento è stato rilasciato in maniera assolutamente non conforme a quanto previsto dalle leggi italiane su interventi di questo tipo, a maggior ragione se si tratta - come in questo caso - di azioni di grande impatto sul territorio nazionale. I giudici hanno formulato anche «gravi dubbi» sull'impatto che l'insediamento potrà avere sulla situazione ambientale. Secondo: il bando per la realizzazione delle opere di ampliamento è stato effettuato con modalità che contrastano anche con le norme comunitarie in materia. Last but not the least, non vi è traccia nell'accordo Italia-Usa della necessaria «consultazione della popolazione interessata». Raggianti i rappresentanti dei consumatori che hanno parlato di «motivazione ancora più soddisfacente di quanto ci si poteva aspettare», visto che «i giudici sono entrati nel merito dell'intero procedimento». Soddisfazione naturalmente condivisa dai membri del comitato "No Dal Molin", i quali però, pur definendo «un fatto storico per la città di Vicenza ma soprattutto per l'Europa stessa» la pronuncia del Tar, hanno subito puntato il dito contro coloro che «avevano svenduto Vicenza senza alcuna garanzia». Nel mirino del comitato di protesta l'ex sindaco della città, Enrico Hüllweck, reo di aver dichiarato in più occasioni di acconsentire alla nuova base Usa, e il commissario straordinario per l'ampliamento dell'insediamento militare Usa Paolo Costa che avrebbe «mentito ai cittadini nascondendo i rischi legati alla realizzazione della nuova base Usa e dichiarando che tutto era perfettamente in regola».
Sul rispetto della decisione adottata ieri dai giudici veneti ha poi dato rassicurazioni l'attuale sindaco di Vicenza, Achille Variati, che ha confermato: «Sulla questione "Dal Molin" la giunta proporrà il referendum popolare nella seduta del consiglio comunale progarmmata per il 26 giugno». Nella stessa giornata i rappresentanti di "No Dal Molin" scenderanno in piazza, a Vicenza, per ribadire ancora una volta il proprio no alla base americana.
virginio di carlo
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Carlo
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