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Sulla 194 Genova prepara un Pride Laico per il PapaAlessia Grossi
«Stupisce
questa mancanza di carità da parte della Chiesa». Così Emma Bonino
risponde all'attacco del Papa alla 194, definita «una ferita aperta per
la società italiana». «Sono le immigrate, le più povere, quelle che
abortiscono di più. Servirebbero strumenti di sostegno, servirebbe
maggiore informazione, servirebbe la contraccezione, servirebbe la
scelta. Se ci fosse meno rifiuto ideologico rispetto alla
contraccezione forse la legge 194 funzionerebbe anche meglio. Ho
trovato - ha concluso - l'intervento del Papa, a parte il fatto che si
occupa di una legge italiana, davvero una mistificazione della realtà e
degli esiti positivi di questa legge». Di contro il premier
Silvio Berlusconi raccoglie le parole di Benedetto XVI sull'aborto e
promette, nel suo discorso alle Camere per la fiducia al nuovo Governo,
«risorse» per «rimuovere le cause naturali che spingono le donne a
ricorrere all'aborto» e garantisce «un piano per la vita» dall'aula di
Montecitorio. Dunque a pochi giorni dal trentennale della legge sull'aborto, l'attacco del Papa alla 194 riapre il dibattito. «Sono
stanca di sentir dire che la legge 194 non si tocca. Non lo accetto. È
una legge di trent'anni fa, dobbiamo tener conto dei progressi
scientifici». Così il neo ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo
risponde alle parole del Papa e definisce «alcuni consultori covi di
sinistra. Sembrano sezioni del vecchio Pci - dice la Prestigiacomo.
Sollecitano le donne a sbarazzarsi del bambino. Così si generano
reazioni sbagliate, come la richiesta di inserire figure religiose. I
consultori vanno ammodernati». A Benedetto XVI rispondono
comunque i numeri dell'ex ministro della Sanità Livia Turco. La legge
«ha permesso di ridurre il ricorso all'aborto di oltre il 40 per cento»
e la Turco ribadisce che «non è la 194 che ha creato l'aborto, l'aborto
esisteva già e la legge lo ha ridotto perché è cresciuta la
responsabilità delle donne». A proposito di numeri, per Marco Pannella l'attacco del Papa è «una bestemmia contro la verità». Intanto in occasione della visita in Liguria di Benetto XVI il movimento delle donne Usciamo dal silenzio
si prepara all'accoglienza con il «Pride laico» di Genova. Una
due-giorni, 17 e 18 maggio, cui aderiranno Arcigay, Le
Ninfe-Arcilesbica, Azione Trans, Città Partecipata, l'Assemblea
antifascista, la Lila, per «affermare i diritti che la Chiesa nega».
Alla manifestazione si aggiungono anche i cattolici che con le
dichiarazioni di Antonio Bruno, capogruppo di area cattolica di Sinistra Europea,
si lanciano contro le «ingerenze del Vaticano» soprattutto su
«argomenti che hanno a che fare con la sessualità, mentre su temi come
la guerra e la povertà si fanno dichiarazioni che vengono percepite
come burocratiche». In parallelo parte la raccolta firme
perché «il milione e mezzo di euro da spendere per la visita del Papa
vengano devoluti ai servizi sociali di primaria importanza».
--
Carlo
Forum Per La Sinistra Europea - Genova
http://versose.altervista.org/
Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità
http://notavgenova.altervista.org/
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