[NuovoLab] PERICU, SINDACO DI GENOVA NEL 2001, PUNTA IL DIT…

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著者: Carloge
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題目: [NuovoLab] PERICU, SINDACO DI GENOVA NEL 2001, PUNTA IL DITO SULL’ALLORA VICEPRES FINI

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PERICU, SINDACO DI GENOVA NEL 2001, PUNTA IL DITO SULL’ALLORA VICEPRES FINI
“PERCHÈ SI FERMÒ PER MOLTE ORE NELLA CENTRALE OPERATIVA DEI CARABINIERI,SEGUENDO PASSO PASSO LE OPERAZIONI DI CONTROLLO IN STRADA DEI MILITARI?”
Massimo Solani per “l’Unità”

1 - “G8, AN SPIEGHI PERCHE’ ERA IN SALA REGIA…
Nel luglio del 2001 Giuseppe Pericu era il sindaco di una città ferita dalla violenza, da uno strappo di cui ancora oggi non riesce a comprendere a pieno le cause. Anche per questo, ora che primo cittadino non lo è più, continua a battersi per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta che faccia luce su molti aspetti della gestione dell’evento. Specialmente dal punto di vista dell’ordine pubblico. «Dopo la manifestazione del giovedì che si svolse senza alcuna criticità - spiega - accaddero davvero cose molto gravi, violenze inaudite.

Tanto che i pm hanno chiesto condanne esemplari anche per i manifestanti imputati per le violenze e i saccheggi. Ma è arrivato il momento di capire tutto quello che è successo in quei tre giorni. A prescindere dalle inchieste della magistratura non possiamo più rimandare il tempo per un accertamento di insieme: sia per quanto riguarda la fase di preparazione che quella di gestione dell’evento».

In quelle ore lei ebbe contatti con il ministro dell’Interno Scajola?
«Partecipai alle molte riunioni che si tennero nelle settimane precedenti. Ma tre giorni prima dell’inizio delle manifestazioni il ministero dell’Interno assunse il controllo completo della situazione. Una delle cose di cui io mi lamentai, infatti, era di essere stato messo nella condizione di non sapere quanto si stava preparando».

Nel corso di quelle ore drammatiche, con chi era in contatto?
«Con il prefetto e con il questore. Ma sul posto c’erano i vertici della polizia, ed erano loro a gestire l’evento. Era diventata una questione di ordine pubblico e le decisioni se le sono assunte interamente loro. Come buona parte dei genovesi anch’io scoprii con sorpresa lo schieramento dei container a chiusura delle strade e l’innalzamento delle famose griglie».

Sta dicendo di essere stato esautorato dalle decisioni?
«Da quelle in materia di ordine pubblico sicuramente sì. Per me, in veste di sindaco, il G8 si concluse il 7 luglio quando furono conclusi i lavori per preparare la città all’evento. Da quel momento in poi le mie furono iniziative personali, come quando il venerdì trattai con Vittorio Agnoletto a nome del Social Forum nel tentativo di far cessare l’assedio alla zona rossa, prima della morte di Carlo Giuliani».

Quello che è strano è che invece più di un rappresentante del cdx, in quelle stesse ore, era nelle stanze dei bottoni dove si prendevano le decisioni sull’ordine pubblico.
«In quei giorni gli uomini di An si diedero un gran da fare. Ricordo che l’onorevole Ascierto stazionò per lunghe ore nella caserma dei Carabinieri in Corso Italia. E ricordo anche la presenza di Gianfranco Fini. Tutte vicende che, lo dico una volta di più, sarebbe il caso di approfondire e accertare attraverso il lavoro di una commissione parlamentare. Solo in questo modo potremmo cercare di comprendere meglio quanto successo e farne tesoro per il futuro. Ricordo a tutti che la prossima estate l’Italia ospiterà di nuovo una riunione del G8 sull’isola della Maddalena».

Uno degli argomenti più usati da chi si oppone è il rischio di una sovrapposizione con il lavoro della magistratura.
«I processi penali accerteranno le responsabilità personali degli uomini delle forze dell’ordine coinvolti e dei manifestanti imputati. Ma quello che manca ancora totalmente in questa vicenda è una valutazione complessiva. Che soltanto una commissione di inchiesta parlamentare avrebbe potuto definire».


Avrebbe potuto? Quindi nemmeno lei crede più alla possibilità che si faccia...
«Io ci spero ancora. Ma devo prendo atto del fatto che ogni volta che si è provato a realizzarla è stata puntualmente affossata. E più passa il tempo più è difficile. Senza un lavoro “politico” mancheranno sempre i riferimenti generali in cui contestualizzare il comportamento delle forze dell’ordine, le strategia del loro schieramento in strada e il perché di molte scelte fatte. A partire da una attività di prevenzione insufficiente».

Qualcuno ha remato contro anche all’interno del centrosinistra.
«Purtroppo sì. Ci sono stati gruppi parlamentari, anche all’interno della maggioranza, che hanno fatto di tutto perché non si procedesse».

Sono stati inutili anche i richiami di Prodi e gli appelli di Veltroni. Perché secondo lei?
«Credo che qualcuno non abbia voluto andare a rivangare responsabilità che non sono soltanto del centrodestra, a cui ovviamente va attribuita grande parte del fallimento della gestione del G8. Non dimentichiamo che l’evento venne organizzato e preparato nel periodo del governo Amato di centrosinistra, prima delle elezioni poi vinte da Berlusconi».

2 – FINI, IL VICEPREMIER IN CENTRALE OPERATIVA…
Ai tempi del G8 Gianfranco Fini era vicepresidente del Consiglio, oltre che leader di Alleanza Nazionale. E non si capisce in quale veste, in quei giorni, si trattenne per molte ore (come lui stesso ha ammesso) nella centrale operativa dei carabinieri di Genova, seguendo passo passo le operazioni di controllo in strada dei militari.

3 – ASCIERTO, L’EX CARABINIERE IN CASERMA…
C’era anche Filippo Ascierto, ex carabiniere responsabile del dipartimento sicurezza di An, nella caserma di Corso Italia nelle ore degli scontri. Ignota è la motivazione della sua presenza, nota invece la frase infelice pronunciata qualche mese dopo e riferita a Placanica, il carabiniere che uccise Carlo Giuliani: «Uno più esperto ne avrebbe ammazzati altri»

4 – CASTELLI, ERA A BOLZANETO MA NON VIDE NULLA…
Lui non s’è accorto di niente. E nessuno gli ha riferito nulla. È la versione che l’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli ha dato due giorni fa, in una intervista, della sua visita alla Caserma di Bolzaneto nei giorni del G8. Mentre decine e decine di manifestanti erano piccihati e umiliati nelle celle improvvisate. Ma lui non s’è accorto di nulla.


Dagospia 21 Marzo 2008


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Carlo

Forum Per La Sinistra Europea - Genova

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Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità

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