[Forumlucca] la caccia alle streghe

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http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_13/
genova_bene_ginecologo_8a4c8c26-f0c5-11dc-9d4f-0003ba99c667.shtml

Gli aborti della Genova bene
Venti donne sotto inchiesta
Trovate le intercettazioni con il medico del Gaslini. Era famoso per
la bravura con le gravidanze a rischio

Ermanno Rossi il ginecologo, suicidatosi a Rapallo (Ansa)
GENOVA — Ci sarebbe anche una signora, anni fa coinvolta in un
clamoroso fatto di cronaca e poi diventata volto televisivo, tra le
donne (al momento una decina, ma il numero è destinato a raddoppiare)
finite sul registro degli indagati per la violazione della legge 194
nell'operazione «Erode», l'inchiesta coordinata dal pm Sabrina
Monteverde e condotta dai Nas dei carabinieri sui presunti aborti
illegali eseguiti dal dottor Ermanno Rossi, il ginecologo suicidatosi
lunedì sera a Rapallo. Il pm mantiene il riserbo sui nomi delle
persone indagate che, penalmente, rischiano poco («Una multa da 51
euro»), moltissimo per quanto riguarda la loro vita privata.
L'indagine, che Monteverde conta di chiudere entro marzo, rischia di
sconvolgere altre famiglie della Genova bene oltre a quella del
dottor Rossi. L'inchiesta, nata casualmente da tutt'altra indagine,
si basa su numerose intercettazioni telefoniche a carico del
ginecologo e al ritrovamento, nei suoi studi di Genova e Rapallo, di
strumenti e medicinali utili a procurare aborti.

Prove dalle quali risulterebbe che il ginecologo era un punto di
riferimento per chi voleva abortire senza seguire la trafila
burocratica prevista dalla legge 194. Un lavoro sicuro, eseguito da
un esperto professionista. Cinquecento euro, questa la tariffa
applicata, per mettere fine a una gravidanza indesiderata. Una sorta
di doppia vita professionale, quella del dottor Rossi. Da una parte,
quella dell'inchiesta, il medico a cui rivolgersi per un aborto
clandestino. Dall'altra, quella dell'ospedale Gaslini di Genova, (che
fa capo a una fondazione presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco),
lo stimato ginecologo, dirigente sanitario del reparto di ostetricia
e ginecologia, abituato a far nascere 300 bambini l'anno. Mentre i
siti Internet del quotidiano Secolo XIX e della tv Primo Canale
pubblicano le decine di email di genitori che ringraziano Rossi per
aver fatto nascere i loro figli, al Gaslini c'è enorme stupore. «Sono
attonito», dice il primario del reparto, Pier Luigi Venturini: «Rossi
era famoso per la capacità di portare a termine le gravidanze più a
rischio. E la sua storia professionale era di grande successo».
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Faceva aborti per soldi? «Era ricco di famiglia e credo ne
guadagnasse a sufficienza ». Il dottor Rossi lavorava al Gaslini da
più di 25 anni, mai una voce, un sospetto? «Mai, anche perché i
genovesi sanno che qui non si pratica l'interruzione di gravidanza».
Nella stanza dei medici qualcuno ha messo una rosa bianca sulla sedia
che occupava il ginecologo suicida. «Ci conoscevamo da trent'anni,
sono senza parole», dice il dottor Giuseppe Za. Che aggiunge: «Chi
sapeva di questa attività doveva aiutarlo ». Sulla vicenda è
intervenuto il ministro delle Pari opportunità Barbara Pollastrini:
«La storia è accaduta a Genova, ma poteva essere anche un'altra di
quelle città dove per le donne è diventato più difficile ricorrere
all'aborto usando una legge dello Stato. Lo stesso sindaco Marta
Vincenzi ha sottoscritto una petizione in cui denunciava la lunghezza
delle liste di attesa e dei rischi che ciò comportava».

Roberto Rizzo
13 marzo 2008
_______________

http://genova.repubblica.it/dettaglio/Medico-suicida-indagato-per-
aborto-clandestino/1432885?ref=rephp

"Ha violato la 194", ginecologo si uccide

Genova, sott´accusa per aborti clandestini. Indagate anche alcune sue
pazienti
di Giuseppe Filetto e Stefano Origone

Non ha retto a quell´accusa infamante, di avere praticato l´aborto
clandestino nei suoi studi privati di Genova e di Rapallo. Lui,
medico al Gaslini, stimato ginecologo nell´ospedale guidato dal
cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in cui si può fare
solo l´interruzione terapeutica della gravidanza e non quella
volontaria. Ermanno Rossi, di 54 anni, l´altro ieri sera si è gettato
dalla finestra del suo ambulatorio. Dall´undicesimo piano dello
stesso edificio, situato nel centro di Rapallo, dove 3 anni fa due
anziani, un fratello ed una sorella rimasti soli, si sono lanciati
nel vuoto.

Tutto sarebbe iniziato da un aborto che Rossi avrebbe praticato nel
suo studio privato della cittadina rivierasca. Una giovane donna
avrebbe chiesto l´interruzione volontaria della gravidanza,
rivolgendosi a lui, poi avrebbe raccontato tutto ad una amica: un
´attivista del Movimento per la Vita. Da questa sarebbe partita la
segnalazione anonima, quindi l´apertura dell´inchiesta della
magistratura che lo vedeva indagato con le sue stesse pazienti.

Il suicidio dopo una giornata di perquisizioni da parte dei
carabinieri, delegati dalla Procura della Repubblica. Un giorno di
pressione psicologica per Ermanno. I militari l´altro ieri mattina,
alle 6.30, hanno suonato alla porta di casa, a Carignano, quartiere
bene di Genova. Ha aperto la moglie. Il ginecologo non c´era,
smontava dal turno di notte e i militari del Ministero della Salute
sono andati a prenderlo fino al Gaslini.

Gli hanno notificato un avviso di garanzia, poi sono passati alle
perquisizioni, contemporanee nell´ambulatorio ospedaliero e nei due
studi privati, uno nella centralissima via XX Settembre, a Genova, l
´altro nel grattacielo di Rapallo. L´indagine vedrebbe indagate 8
persone, tra cui potrebbero esserci qualche collega medico, un
´ostetrica e un´assistente; le altre sono donne che hanno abortito
clandestinamente, tra cui una ventottenne di Chiavari, che l´ha fatto
alla quinta settimana. Tutte, a vario titolo, avrebbero violato la
legge 194. Anche se la famiglia ritiene che «Ermanno, proprio per il
suo carattere altruista, possa essere incappato in un errore».


«Durante la giornata l´ho chiamato diverse volte sul telefonino -
racconta la moglie - mi ha detto che era tutto a posto, di stare
tranquilla e che non era il caso di chiamare un avvocato». Nel tardo
pomeriggio il ginecologo è tornato a casa, ha cenato con la famiglia,
poi ha detto che sarebbe andato a Rapallo, a mettere ordine nell
´ambulatorio. Da lì, alle 21, ha inviato un sms alla moglie:
"Troverai la macchina parcheggiata vicino allo studio, nel garage di
Genova c´è la borsa, dentro cui c´è tutto quello che ti serve.
Scusami, un bacio, Ermanno".

Dal capoluogo ligure è accorso anche il cognato, Pietro Tuo, primario
di Rianimazione, pure lui al Gaslini. Hanno allertato il "112" ed i
vigili del fuoco: «Pensavamo che avesse ingerito barbiturici - dice
Tuo - siamo risaliti fino all´undicesimo piano». È stato un attimo,
Ermanno era ancora vivo, chiuso dentro, ha aperto la vetrata e si è
lasciato cadere sotto gli occhi di un vigile del fuoco che cercava di
risalire dall´esterno, dal piano di sotto.
(11 marzo 2008)