Autor: Rosario Gallipoli Data: A: forumlecce Assumpte: [Lecce-sf] Fw: Il caso di Avni Er e Zeynep Kiliç
Il caso di Avni Er e Zeynep Kiliç
Il 23 gennaio scorso la Corte d'Appello di Perugia, come da richiesta del pm Alessandro Cannevale, conferma per Avni Er e Zeynep Kiliç le pene inflitte in primo grado a sette e cinque anni di reclusione, più l'espulsione dal territorio italiano una volta espletata la pena.
Ricordiamo che Avni e Zeynep sono le sole due persone ad essere state condannate e incarcerate di tutti i fermati di quella grande operazione giudiziaria che nel 2004 ha coinvolto, con rogatoria internazionale, le Autorità giudiziarie olandese, belga e tedesca e greca nonché la stessa magistratura turca che dispose l'arresto di 82 attivisti impegnati nel campo dei diritti umani e dell'informazione.
Contro di loro nulla, se non l'attività d'informazione che essi svolgevano attraverso il loro sito internet a Perugia sul ricorso sistematico alla tortura e all'eliminazione fisica degli oppositori politici da parte del regime fascista di Ankara.
La divulgazione da parte loro di comunicati emessi dal braccio armato del movimento rivoluzionario turco DHKP-C in seguito a operazioni da esso condotte in Turchia, è stata considerata dalla Corte "rivendicazione" di attentati terroristici e prova della loro appartenenza ai ranghi di questa organizzazione inserita nella famigerata lista nera.
La Corte d'Appello di Perugia ha evidentemente sancito che il popolo turco non ha il diritto di opporsi, anche con la violenza, all'ordine costituito neanche nel caso questo applichi sistematicamente metodi propri del fascismo e violi ogni libertà democratica.
La Corte d'Appello di uno Stato democratico sorto dalla guerra di Resistenza contro il nazifascismo, ha sancito che in Turchia non esiste il diritto a "resistere" contro un regime militarista, che questa Resistenza è Terrorismo e terrorista è non solo chi combatte in quel paese, ma anche chi fuori di esso, certo simpatizzando, fa opera di controinformazione.
Le violazioni del Governo di Ankara sono purtroppo note a tutti, accertate, e tali da rendere ancora oggi problematico il suo ingresso nella UE.
Ma la sudditanza alla politica della guerra infinita promossa da Bush e gli interessi economici enormi tra il nostro paese e la Turchia, non hanno impedito alla Giustizia italiana di calpestare i diritti fondamentali di un imputato, quale quello ad essere reso edotto di ciò di cui lo si accusa e di potersi difendere adeguatamente e di trasformare il processo italiano, in un processo "alla turca" permettendo a un ufficiale di collegamento turco di testimoniare incappucciato e fornire prove d'accusa che la Corte ha accolto come verità incontestabili.
E non sta impedendo all'Italia di venire incontro al partner turco consegnando nelle sue mani questi due militanti, in disprezzo delle stesse leggi che impongono di non estradare verso i paesi che praticano la tortura.
Lo Stato che ha promosso a livello europeo la moratoria contro la pena di morte, con la concessione dell'estradizione condannerà probabilmente a morte due comunisti rei di essersi impegnati in difesa della libertà e dei diritti umani.
Il 28 gennaio Avni Er inizierà lo sciopero della fame, ad oltranza, se il nostro paese il 7 di febbraio si pronuncerà positivamente per l'estradizione in Turchia, preferendo morire qui, piuttosto che essere ucciso sotto tortura, come già è accaduto a centinaia di compagni del suo paese. Con dignità.
Portando la barbarie che l'Italia condanna altrove in casa nostra e mostrando al mondo che di tale barbarie essa è complice e responsabile.
Diverse iniziative sono previste contro l'estradizione di Avni Er e Zeynep Kiliç
Assemblea pubblica il 1 febbraio 2008 a Roma
dalle h.14 alle h. 17 presso la Galleria d'arte De Serpenti,
in Via dei Serpenti 32 (Metro Cavour-linea B)
L'Assemblea sarà preceduta da una conferenza stampa
che si terrà alle h. 12 presso gli Uffici del Parlamento Europeo a Roma con la partecipazione degli europarlamentari Giulietto Chiesa e Marco Rizzo
Promuovono le iniziative:
Associazione Solidarietà Proletaria, Rete dei Comunisti, Partito dei CARC, Sindacato Lavoratori in Lotta per il sindacato di classe, Comitato Iqbal Masih , Comitato di Solidarietà Internazionalista Dino Frisullo
Di seguito la lettera con la quale Avni ha comunicato la sua intenzione di iniziare lo sciopero della fame.
Cari compagni /e,
dopo tre mesi di attesa il Procuratore Generale ha deciso di richiedere la mia estradizione verso la Turchia. Come vi ho detto nella mia dichiarazione precedente non accetterò di essere estradato in quel paese dove certamente sarei sottoposto alla tortura, trattamenti disumani e degradanti e all'isolamento totale.
La Turchia non rispetterà i miei diritti umani e farà scempio delle mie carni.
E' evidente l'ingiustizia di cui sono vittima. L'Italia non mi proteggerà dallo stato fascista turco.
Ho deciso quindi di iniziare lo sciopero della fame preferendo morire in Italia, piuttosto che essere ucciso sotto tortura, come già è accaduto a centinaia di compagni nel mio paese.
Vi ringrazio in anticipo per la vostra solidarietà.
In data 28-01-2008 inizierò lo sciopero della fame.
Come ho detto forse morirò in carcere, però morirò con la mia dignità e non consentirò ai carnefici fascisti in Turchia di avere la soddisfazione di sottopormi a violenze atroci.