ULTIM'ORA:URGENTE
MACROPROCESSO "18/98" CONTRO LA SINISTRA BASCA
IL TRIBUNALE SPECIALE" AUDIENZA NAZIONALE" SPAGNOLO ORDINA LA DETENZIONE
DI 46 IMPUTATI.
Le forze di polizia spagnole hanno iniziato da poche ore una operazione
in tutti i territori baschi per arrestare i dirigenti e militanti dei
numerosi organismi d'informazione politici,sociali,culturali della
sinistra independentista processati nel macrogiudizio chiamato 18/98.Gli
arrestati sarebbero stati condannati,dop un lungo processo durato più di
un anno e mezzo,dalla Audiencia nNacional nonostante la sentenza non sia
stata ancora resa pubblica.
In tutti i Paesi Baschi viene annunciata in questo momento una giornata
straordinaria di lotta quest'oggi,dove l'insieme della sinistra basca
chiama a tutta la popolazione a scendere in piazza e rispondere a questa
nuova, gravissima operazione repressiva voluta dal governo "socialista"
di Zapatero.
MAXIPROCESSO 18/98
I processati chiamano la società a prepararsi per rispondere alla sentenza
Le persone giudicate nel processo 18/98 invitarono il passato 6 novembre
la cittadinanza a partecipare ad una manifestazione nazionale non appena
si saprà la sentenza. Considerarono che "siamo in un momento importante
per rispondere come popolo e costruire un muro contro le ingerenze."
30/11/2007 14:18:00
*Kepa PETRALANDA/BILBO -. *La sentenza dettata dall'Udienza Nazionale
spagnola in relazione al processo 18/98 ed il procedimento contro 52
persone sarà specialmente importante per Euskal "Herria", secondo i
propri processati, "e non solo per le pene di prigione che imporrà,
bensì per l'incidenza che avrà nella materializzazione dei diritti
civili e politici della cittadinanza basca." Una buona rappresentanza
dei cittadini baschi processati in questo giudizio comparvero in Bilbo
per mettere in all'erta la società ed annunciare che, nel momento in cui
si verrà a conoscenza della sentenza, convocheranno una manifestazione
nazionale che si svilupperebbe dietro la parola d’ordine "Per i diritti
di Euskal Herria. Condizioni democratiche per tutte le opzioni
politiche." Gli imputati considerano che con questo appello situano la
necessità di "superare la situazione di imposizione che viviamo per
potere sviluppare, in uno spazio democratico, le strade della
costruzione di Euskal Herria." "Chiediamo alla cittadinanza ed agli
agenti sociali che si preparino per fare fronte a questa sentenza e che
siano coscienti dell'importanza della nuova aggressione contro la
democrazia che supporrà" la sentenza del tribunale speciale spagnolo,
aggiunsero gli imputati. In questo contesto, sollecitarono i citati
agenti sociali affinchè lavorino ognuno nel proprio "ambito" intorno al
"nocciolo" di questo caso. La convocazione di manifestazione,
precisarono, andrebbe accompagnata da un'altra per “realizzare
specialmente uno sciopero di una ora" che "amplierebbe quello lavoro in
comune, coi sindacati." Le iniziative annunciate da parte di quanti sono
stati giudicati in questo processo, aperto quasi dieci anni fa, hanno la
loro origine nella “encerrona” che realizzarono il passato mese di
giugno in Gernika. Da allora, le 52 persone giudicate hanno continuato a
lavorare, come ricordarono ieri, "per cercare di trasformare la
solidarietà di fronte alla punizione giudiziaria in lavoro insieme,
elkarlana."
*"Consolidamento" *
Precisamente, la riflessione unita realizzata ha portato loro a
concludere che la sentenza "sarà specialmente importante per Euskal
Herria, e non solo per le pene di prigione che imporrà, bensì per
l'incidenza che avrà nella materializzazione dei diritti civili e
politici della cittadinanza basca." Al filo di questa affermazione,
notarono che "la violazione di diritti che si produsse nel 18/98 e negli
altri processi rimarrà consolidata con la sentenza", al tempo che
vollero denunciare che "per molti anni, la transizione nello Stato
spagnolo ha tagliato diritti civili e politici, come diritti umani
basilari, dell'insieme della cittadinanza basca, mediante legislazioni
di eccezione." Per tutto ciò, non dubitarono nel segnalare che la
sentenza pendente "approfondirà" la citata la negazione di diritti, ogni
volta che "porrà basi rinnovate per criminalizzare le persone e
collettivi che lavorano per la costruzione di Euskal Herria." Al momento
di contestualizzare il processo e la sentenza derivata dallo stesso,
considerarono che non è stato un passo isolato"; al contrario,
sostennero che "è la continuazione della persecuzione alla quale è stato
sottoposto durante lunghi anni il movimento politico indipendentista di
Euskal Herria." Ma non solo quello: "in fondo, c'è un'aggressione
strutturale contro i diritti civili e politici dei baschi che raggiunge
ogni volta più gruppi ed attività." Posti ad offrire riferimenti
rispetto a questa affermazione, ricordarono il giudizio "contro le
organizzazioni giovanili e le condanne conseguenti", per ricordare, di
seguito, che dietro il giudizio per il 18/98 se ne produssero altri nei
mesi successivi [in riferimento ai casi di Udalbiltza, ` Egunkaria',
Gestora pro-Amnistia-Askatasuna e Batasuna] accumulando accuse e condanne."
*Influenza " diretta" *
Considerarono che la sentenza per il 18/98 "avrà influenza diretta su
questi casi e sopra le possibilità della cittadinanza basca di vivere e
svilupparsi in democrazia." L'attuale congiuntura politica mira,
inoltre, in quella direzione. Come sottolinearono gli imputati, "nelle
ultime settimane abbiamo potuto vedere come utilizza il Governo del PSOE
gli strumenti repressivi dei quali dispone per punire ideologie ed
attività pienamente legittime. In più - proseguirono -, portavoce del
Governo spagnolo annunciarono che hanno preso la decisione di continuare
per questa strada." In quella situazione incorniciarono anche
l'encerrona promossa cinque mesi fa in Gernika, come il manifesto
elaborato ed invalso in quell'occasione, nel quale si segnalava che
indipendentemente da chi siano le persone od organizzazioni obbligate "
a sedersi nel banco, sono la libertà di pensiero, organizzaziuoni ed
espressioni quelle che stanno essendo giudicate e condannate." In
definitiva, a loro intendere, "è la democrazia quella che viene
giudicata e condannata." A partire da questa valutazione prende
significato la direzione del lavoro intrapreso nella cittadina
giurisdizionale, poiché allora fecero un appello, tanto alla
cittadinanza in generale come agli agenti sociali e politici baschi "per
lavorare congiuntamente in difesa dei diritti e la democrazia."
*"Il momento di compiere passi" *
Sono dell'opinione queste persone processate e giudicate a Madrid che
"ora è arrivato il momento di compieere passi per quel lavoro in comune.
Come abbiamo segnalato, la sentenza del 18/98 trascende oltre lo stesso
processo, poiché si stanno abbattendo i pilastri maestri della
costruzione di Euskal Herria, si chiudono le porte ad una soluzione
democratica e si consolida la criminalizzazione dell'opzione politica a
beneficio dell'indipendenza." Stando così le cose, ritengono questi
cittadini baschi che sarà giustamente "il momento in cui si detti
sentenza, dopo il lungo giudizio del 18/98, quello adeguato per dare la
risposta che richiedono l'insieme di aggressioni contro Euskal Herria."
Di lì l'annuncio delle convocazioni realizzato nella loro conferenza. A
modo di conclusione, manifestarono che "avvalendosi di tribunali e
legislazioni speciali, vogliono zittire la parola dei baschi, vogliono
fare sparire agenti, mezzi di comunicazione, istituzioni ed
organizzazioni create dalla stessa società basca."
*"Al di sopra delle sentenze" *
Gli imputati in questo processo aggiunsero ugualmente che "quella che
dobbiamo costruire tra tutti e tutte è una soluzione democratica che
garantisca i diritti di Euskal Herria e degli e delle basche, affinché
anche i progetti indipendentisti possano essere difesi in uguaglianza di
condizioni ed affinché i diritti civili e politici di tutte le persone
siano vitali." Quella è, precisarono, la "nostra scommessa, quella che
continuerà al di sopra di tutte le sentenze e condanne." Le udienze per
questo processoo incominciarono il 21 di novembre 2005 e finirono il 14
di marzo 2007, cosa che costituisce il giudizio più lungo celebrato mai
nello Stato spagnolo. Un totale di 55 persone furono processate
inizialmente, benché durante quella prolungata vista si produsse la
morte di Jokin Gorostidi, mentre Iñigo Elkoro e José Ramón Aranguren
furono stralciati per malattia. Questo maxiprocesso consta di cinque
parti: quella relativa alle imprese che l'accusa vincola a KAS; quella
di Orain S.A. A., impresa editrice del quotidiano "Egin"; quella di
Ekin; quella che si riferisce alla disubbidienza civile; e quella di
Xaki. In totale si celebrarono 203 sessioni, durante 126 giornate, la
maggioranza di esse nella Casa de Campos di Madrid.
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