Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA PASSO A PASSO
Servizio informativo di ASKAPENA Nº 196
LA PROPOSTA DEL PRESIDENTE VASCONGADO: LE MOLTE DIFFIDENZE CHE
SUSCITA, ( e due!)
Con questo sono due i bollettini che dedichiamo alla Proposta di
Ibarretxe ma in che cosa consiste detta "mappa della rotta?" Qui vi
mostriamo il suo contenuto, i tempi ed i motivi per supporre un
tentativo di nuova frode da parte del pnv ed il psoe, nella
risoluzione del conflitto degli Stati spagnolo e francese con Euskal
Herria.
Contenuto e sequenza
Secondo i suoi propulsori, si tratta di un'iniziativa per raggiungere
un patto di libera adesione un accordo di convivenza col Governo
spagnolo. Accordo che dovrebbe avere riflesso costituzionale,
modificazione dell'attuale costituzione, e che garantirebbe un
incastro armonioso e volontario dei Paesi Baschi in Spagna. Questa,
da parte sua, riconoscerebbe il paese basco come soggetto politico
con diritto a decidere.
La sequenza del processo esposto è la seguente:
* Offerta di Patto Politico al Presidente del Governo spagnolo, da
lavorare a partire dal 16.10.07,
* Plenum del Parlamento Basco, giugno. 2008, per vidimare il patto
politico raggiunto con lo Stato ed autorizzare giuridicamente una
consultazione vincolante per la sua ratifica; oppure per autorizzare
la celebrazione di una consultazione abilitatrice che apra un
processo di soluzione
* Consultazione popolare, 25 ottobre di 2008, per la ratifica del
Patto raggiunto con lo Stato o consultazione abilitatrice per aprire
un processo di soluzione.
* Processo di Negoziazione e Referendum risolutivo nel secondo
semestre 2010.
La riferita proposta trasporta tutta una serie di domande: perché
presuppone che la società basca aspira ad un incastro armonioso
dentro lo Stato? Perché assume Ibarretxe in esclusiva
l'interlocuzione dei baschi? Dove rimangono il resto di forze
politiche che non fanno parte del Governo tripartito ma della società
basca? Possono partecipare a questo processo i baschi di Nafarroa che
appartengono ad Euskal Herria ma non all'attuale divisione
amministrativa della Comunità Autonoma Basca? È una consultazione
vincolante o una mera inchiesta di opinione, giuridicamente nulla?
Fino a dove pensa di portare Ibarretxe il confronto, se la Spagna gli
torna a dare una porta sbattuta e la società basca vidima la sua
aspirazione soberanista? Aprirà un processo di rottura con lo Stato o
si piegherà all'esigenza di questo?
Per il momento, sono molte le domande e poche le risposte. Dà
l'impressione che si apra un processo molto difficile da controllare
e ancor più da pronosticare. Ci sono molti fattori in gioco che
possono avere un'influenza determinante in quello che succederà. Il
giorno 16 di ottobre si riunirono in Madrid Zapatero ed Ibarretxe.
Ambedue sceneggiarono un disaccordo annunciato ma tutti siamo
coscienti che non era altro che il preambolo di un lungo copione che
solo essi conoscono. Per quel che riguarda noi, questa messa in scena
ci provoca grandi diffidenze.
Motivi per la sfiducia
* La storia del PNV. Sono gli eredi politici dei 'jauntxos' ("
signori"); borghesia basca che, da secoli, voltò le spalle agli
interessi del suo paese e si alleò con la Corona spagnola. Benché
questo partito si proclami difensore della sua nazione, non crede in
lei né lavora per costruirla: primo il partito e dopo, molto dopo,
gli altri.
Durante tutti gli anni della transizione hanno applicato questa
politica pactista. Niente è risultato loro più redditizio
dell'intendimento con lo Stato e la gestione dell'appezzamento
autonomistico che questo ha regalato loro." Il PNV è stato il gran
beneficiario della riforma progettata dal franchismo: hanno
controllato e controllano la maggior parte dell'apparato
istituzionale di tre delle 7 province. Questo permette loro di
maneggiare ingenti quantità di denaro e di influenze, alimentare una
costellazione di imprese che vivono del potere istituzionale,
esercitano il nepotismo ubicando in cariche pubbliche gli aderenti e
la parentela. Lo stesso Arzallus, leader per molti anni del partito,
arrivò a dire che "ETA scuote il noce e noi raccogliamo le noci."
Questa politica di alleanze con lo Stato è la strategia chiave che
mantiene attualmente il PNV. Hanno pattuito la costruzione di macro
strutture come il Treno ad alta velocità, l'appoggio mutuo per tirare
avanti i presupposti generali tanto a livello di Stato come a livello
autonomistico; la validità della Legge di Partiti e la sua
applicazione nei Paesi Baschi, la transigenza complice con la
politica di dispersione rispetto ai carcerati... Che credibilità può
darsi ad un partito pattista quando annuncia che è disposto ad aprire
un processo di confronto con lo Stato?
Questa sfiducia non è esclusiva della sinistra basca. Il sindacato
ELA, primo sindacato quanto ad associati nel sud del paese, molti di
essi del PNV, nella sua analisi del 10 di ottobre fu contundente": la
proposta di Ibarretxe è vuota di coerenza con quello che fa giorno per
giorno il suo governo... questa iniziativa è un viaggio al niente,
piove sul bagnato, ripete la promessa di impegni incompiuti, non
aspira ad un'altra cosa che a garantirsi la pura gestione."
* L'attuale carta della rotta va preceduta da anteriori e scandalosi
inadempimenti. Nel Luglio del 2002, lo stesso Ibarretxe annunciò
solennemente che, davanti all'ostinazione del Governo centrale, si
impegnava ad assumere in forma unilaterale le competenze che Madrid
gli negava. Non compì mai quella "promessa-minaccia." Nel Dicembre
del 2004, il Parlamento Basco approvò per maggioranza assoluta una
proposta di patto con lo stato simile a quella di ora. Ibarretxe
annunciò che avrebbe difeso la proposta nel Parlamento spagnolo. Se
questo gli avesse chiuso il passo, avrebbe convocato una
consultazione. Ricevette una porta sbattuta in ogni regola e non
compì la cosa promessa: invece di convocare consultazione convocò
elezioni anticipate confidando di capitalizzare la sua messa in scena
a Madrid.
* Il PNV non ha cultura democratica. Ostenta di dare la parola al
paese ma, nella pratica non è così. Come partito di destra, cerca in
mille forme di tacitare la voce del paese: occupando cariche e comuni
che non gli appartengono, intrigando affinché la sinistra non possa
esporre il suo punto di vista nella casa basca di Rosario, Argentina,
opponendosi e negando validità ai referendum municipali rispetto al
passaggio del treno ad alta velocità per Euskal Herria. Giornalmente
reprime il suo paese in compimento della legislazione spagnola che
dice di criticare ma che assume in forma servile.
* Il partito maneggia interessi di corto raggio ai quali non allude
ma che, senza dubbio, stanno dietro l'iniziativa: ha bisogno di dare
coesione ad un partito che si sente impegnato, nelle sue basi, a
recuperare l?appoggio sociale che ha perso nelle ultime elezioni. E,
come sempre, approfittare della persecuzione che sta subendo la
sinistra basca per cercare di liquidarla. Aspirazione su cui mescola
le carte il PNV da molti anni e che tenta ogni volta che gli si
presenta l'opportunità.
Euskal Herria, 6 Novembre di 2007.
_L'INQUISIZIONE SPAGNOLA CONTINUA ALL?ATTIVO. _
Due gruppuscoli dell'ultradestra spagnola presentarono denuncia
contro cinque membri di Batasuna, contro due membri del Partito
Socialista di Euskadi e contro lo stesso Presidente Vascongado. Li
accusavano di disubbidienza alla legge poiché i secondi e terzi si
erano riuniti nel 2006 e 2007 coi primi; fatto che la legislazione
spagnolo proíbisce per trattarsi Batasuna di un partito politico
illegalizzato dalla Corte suprema. I querelanti sono viscerali
antibaschi; come lo è la legislazione vigente dietro la quale essi si
riparano.
Dopo avere seguito la denuncia il corso stabilito, il giudice
istruttore determinò il 30 di ottobre il procedimento giudiziario
contro gli accusati poiché apprezza nella loro condotta indizi di
criminalità. Si celebrerà la vista orale, e tutti essi si siederanno
nel banco degli accusati affrontando una possibile condanna di vari
anni di prigione. Per gli interlocutori della sinistra si chiede il
doppio di pena poiché parteciparono a più riunioni
_QUANDO LA LEGGE NON PROMUOVE LA GIUSTIZIA BENSÌ LA VENDETTA _
Tutto quello che è successo è regolato dal diritto, spagnolo. La
vigente Legge di Partiti considera che Batasuna è una" formazione
politica schedata per esercitare il terrorismo poiché è integrata in
ETA." Secondo tali principi, qualunque cittadino che si riunisce con
terroristi incorre nel delitto di collaborazione con banda armata. I
fascisti che promossero l'accusa sono risultati essere troppo
benigni: avrebbero potuto denunciare collaborazione invece di
disubbidienza ed avrebbero incrementato il volume del potenziale
condanna.
Dal punto di vista politico, deriva un'aberrazione propria del
Medioevo che la Legge persegua il dialogo e che la giustizia ponga
sul banco degli accusati quanti hanno promosso le conversazioni per
cercare la soluzione ad un conflitto. La stessa Legge potrebbe
applicarsi contro il Governo spagnolo che si riunì ripetute volte con
Batasuna e con ETA. Secondo detta legislazione, incorse in delitto
tutto il Congresso dei Deputati quando autorizzò il Governo a
riunirsi e parlare con ETA... Si tratta di un'assurdità dal punto di
vista etico, politico, umano? ma è la cornice giuridica per la quale
si dirige la società spagnola. Non si tratta di una legislazione
trascinata dal franchismo. È la legislazione che promossero il PSOE
ed il PP per liquidare Batasuna perché non condanna ETA, (Chi
condanna la violenza dello Stato? Servono per qualcosa le condanne?).
La Legge di Partiti è una legislazione viziata per destinativa;
formulata per esercitare la vendetta contro un collettivo
determinato. Un'aberrazione giuridica che assomiglia a quella che
dava copertura ai tribunali dell'inquisizione ma che,
sfortunatamente, è quella che dirige in uno Stato come quello
spagnolo che si pretende democratico e moderno.
_IL PARTITO SOCIALISTA, TRA IL MARTELLO E L?INCUDINE_.
I socialisti si sentono presi nella stessa trappola che essi
prepararono. Difensori ad oltranza di una Costituzione che ora si
ritorce contro di essi; promotori della Legge di Partiti che ora li
giudica per essere dichiarate delitto le idee degli indipendentisti.
Si sentono scomodi, ma non hanno margine di manovra. Non possono
squalificare né mobilitarsi contro lo stato di diritto nel quale si
riparano per mantenere i loro vantaggi. Hanno notato che non
parteciperanno a nessuna iniziativa che discuta la separazione di
poteri, (esiste in realtà?) ed il procedimento giudiziario
annunciato.
_LA SORPRENDENTE PERPLESSITÀ DI CHI GOVERNANO NELLE PROVINCE
VASCONGADAS _
Il PNV, al quale appartiene il Presidente vascongado, ed il Governo
Tripartito che presiede, ha reagito con un misto di rabbia,
indignazione e perplessità. Ora, e solo ora, hanno scoperto che la
giustizia spagnola è politicizzata che siamo sottomessi ad una
legislazione che criminalizza le idee che lo Stato spagnolo utilizza
i tribunali per processare i Paesi Baschi che non possiamo rimanere a
braccia conserte davanti ad un abuso di potere e davanti ad un
utilizzo vergognoso della giustizia.
Hanno ragione in quello che dicono oggi. Per quel motivo risultano
molto più indegne le loro attuazioni di oggi, di ieri, dell'altro
ieri... Chi ora reclama risposta popolare sono quelli che impongono
quotidianamente la sottomissione. Quelli che compiono e fanno
compiere le leggi che essi considerano ingiuste. Quelli che
utilizzano quella stessa legislazione inquisitoria per perseguire i
loro compaesani, quelli che portano attestati polizieschi
nell'istanza più inquisitoria della giustizia spagnola: l'Udienza
Nazionale, quelli che imputano di appartenenza a banda armata giovani
che partecipano a manifestazioni.
Si indignano ma solo quando tocca a loro. Praticano perfino la
persecuzione contro la sinistra basca nei giorni in cui la minaccia è
comune. Uno dei membri del Tripartito, Sinistra Unita, ha proposto che
si faccia una mobilitazione di ripudio al giudizio senza contare sulla
sinistra basca. Tutti i mezzi di comunicazione hanno centrato le loro
notizie e commenti sul fatto che la giustizia pone sul banco il
Presidente Basco e membri del Partito socialista, 2. Il fatto che
membri della sinistra basca (5) stiano tra gli accusati, non merita
nessun trattamento informativo. Si dà ovviamente che il posto idoneo
per questi è la prigione. Secondo quel coro di falsi, è normale che i
dirigenti della sinistra basca siano processati, condannati e compiano
integramente la condanna.
_LA SINISTRA BASCA, SEMPRE PERSEGUITA DALL'INQUISIZIONE SPAGNOLA _
C'è una grande differenza con gli altri processati. Contro i
processati del PNV e del PSE c'è una richiesta di prigione che non
compiranno mai. Quattro dei cinque membri della sinistra basca, sono
già imprigionati in applicazione della stessa Legge di Partiti e per
la stessa accusa: essere indipendentisti in un paese che criminalizza
questa opzione.
La sinistra basca ha ripetuto fino alla nausea la stessa cosa che
ora dicono gli autonomisti. Nessuno ha fatto loro caso. Più ancora,
li hanno perseguiti perché il municipalismo ha come suo peggiore
nemico l'indipendentismo. La sinistra reitera ora quello che tante
volte ha detto: il carattere inquisitorio dello Stato spagnolo. In
questi giorni manifesta la sua indignazione poiché i mezzi di
comunicazione che censurano l'attuazione della magistratura
continuano a giustificarla; col loro silenzio complice danno per
buono che la Legge punisca con prigione gli indipendentisti. Questo
atteggiamento meschino contrasta con l'atteggiamento solidale di
altre formazioni europee che si stanno avvicinando alla prigione
nella quale sta imprigionato Arnaldo Otegi: portavoce di Batasuna,
interlocutore della sinistra basca durante il processo di
negoziazioni e deciso sostenitore del dialogo.
La sinistra basca si è impegnata a portare in istanze
internazionali l'informazione di quello che sta succedendo. Conta
sulla solidale collaborazione di altre formazioni politiche e di
numerose organizzazioni internazionaliste. Non rimane a braccia
conserte quando la giustizia inquisitoria spagnola condanna la
coscienza soberanista del nostro paese.
Euskal Herria, 14 Novembre di 2007.
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