Afghanistan
I limiti fissati dal Governo alle attività dei militari italiani escludono la
partecipazione ad azioni di guerra. Tuttavia, sembra che già da tempo la
presenza delle truppe italiane in Afghanistan stia assumendo un carattere
sempre più offensivo. Un sospetto che lo stesso ministro della Difesa Arturo
Parisi ha, di fatto, confermato.
L'attentato di venerdì ai militari italiani in Afghanistan ha dato il destro al
senatore De Gregorio per ripetere le sue consuete affermazioni muscolari' ed
irresponsabili. L'affermazione di De Gregorio secondo cui "non è rinviabile una
rivalutazione in senso offensivo del ruolo del contingente italiano" è una vera
chiamata alla guerra. Altrettanto preoccupante è che il presidente della
Commissione Difesa del Senato colleghi il mutamento del carattere della
missione in Afghanistan alle nuove responsabilità che l'Italia, oltre a quelle
già ha ricoperte nelle province di Herat e Farah, sta per assumere nell'area di
Kabul. Ma, che io sappia l'Italia non ha ancora dichiarato guerra a nessuno.
Anzi, il mandato ricevuto dalle truppe italiane da parte del Parlamento va in
tutt'altra direzione e l'intervento nazionale dovrebbe essere incentrato
sull'aiuto umanitario alle popolazioni locali, nella previsione della
costruzione di una Conferenza di pace.
I limiti o "caveat" fissati dal Governo all'operato del contingente militare
italiano presente in Afghanistan escludono la partecipazione ad azioni di
guerra. Tuttavia, sembra che già da tempo la presenza delle truppe italiane in
Afghanistan stia assumendo un carattere sempre più offensivo.
Nei mesi scorsi sono state numerose le notizie fornite da diversi organi di
stampa, secondo cui truppe speciali (incursori della Marina e paracadutisti del
Col Moschin) e mezzi italiani verrebbero impiegati in combattimento. Ad una mia
interrogazione, nella quale si chiedevano chiarimenti in merito, il
sottosegretario di stato alla Difesa, Emidio Casula, rispondeva, in data
giovedì 7 giugno 2007, affermando che le notizie diffuse dalla stampa sulla
partecipazione di militari italiani ad azioni di combattimento non trovavano
riscontro nella realtà.
Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, sono state, però, pubblicate
altre notizie riguardanti un ampio coinvolgimento in battaglia di truppe ed
elicotteri da combattimento italiani "Mangusta" nel distretto di Gulistan, in
provincia di Farah. Questa volta, ad mia nuova interrogazione, il ministro ha,
di fatto, ammesso, per la prima volta, la partecipazione italiana in battaglia.
Secondo la risposta del ministro "nella prima decade di novembre unità
nazionali, in attività di ricognizione e supporto alle forze di sicurezza
afghane nel settore meridionale dell'Area di responsabilità a guida nazionale
del Regional Command West... hanno messo in atto mirate reazioni di risposta al
fuoco".
Ciò conferma che, ormai, la guerra sta diventando sempre più aperta e che le
forze di sicurezza afghane, come già rilevato da vari organi di stampa, sono
sostituite nelle azioni di combattimento dalle truppe straniere e, nella
fattispecie, dalle truppe italiane. Va precisato, inoltre, che non si tratta di
azioni di difesa a protezione della scorta ai convogli, per i quali gli
elicotteri da combattimento "Mangusta" e gli aerei senza pilota "Predator"
erano stati inviati, ma di vere e proprie azioni offensive.
Mi aspetto, dunque, che, a breve, il Governo debba riconoscere anche il resto
della verità: che, cioè, truppe italiane stanno combattendo insieme a quelle
statunitensi impegnate nella missione "Enduring Freedom", e dunque al di fuori
dei limiti fissati dal Parlamento italiano. Se davvero qualcuno dovesse
consentire uno "sbrego" costituzionale di questo tipo si assumerebbe una
responsabilità enorme, di cui dovrebbe rendere conto. Inoltre, la continuazione
e l'accentuazione della tendenza al coinvolgimento italiano in azioni offensive,
come le dichiarazioni di De Gennaro sollecitano, porterebbe il nostro Paese
soltanto ad impantanarsi ancora di più, in compagnia degli Usa, in un conflitto
dalle conseguenze disastrose, ed in una situazione che già oggi sembra
presentare poche vie d'uscita.
*Coordinatore della segreteria nazionale PdCI
Capogruppo PdCI in Commissione Difesa della Camera
http://www.aprileonline.info/5105/italia-coinvolta-in-operazioni-belliche