[NuovoLab] razzismo: sindaci e ministri dell'unione

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corsi e ricorsi

Misure razziste, come due secoli fa

PATRIZIO GONNELLA *

«In Inghilterra le case di correzione vennero istituite per rinchiudere e
confinare la schiera di persone "senza padrone" gettate sulla strada in seguito
alla dissoluzione del sistema caritativo dei monasteri cattolici (...).
Istituzioni simili furono fondate anche in altre parti d'Europa: la più famosa
fu la Rasp House di Amsterdam, costituita (...) intorno al 1550 per confinarvi
l'orda di vagabondi (...). Fu questo il periodo (...)della Mint di Bristol,
un'enorme casa di lavoro fondata nel 1701 dai mercanti della città per
confinarvi i poveri vagabondi, e delle proposte di John Locke per case di
lavoro penali quale mezzo per ridurre il carico delle parrocchie nel
mantenimento dei poveri non reclusi (...). Oltre a dare ai magistrati il potere
di far fustigare o imprigionare mendicanti, attori girovaghi o giocatori
d'azzardo, zingari, venditori ambulanti, e "tutti coloro che rifiutavano di
lavorare per i salari usuali e comuni", il Vagrancy Act li autorizzava a
incarcerare i pazzi vagabondi e "tutte le persone che giravano qua e là e
alloggiavano in birrerie, granai e case o all'aria aperta, senza poterne
rendere conto" (...). Il parlamento autorizzò nel 1752 i magistrati a
ricompensare le guardie per l'arresto di vagabondi (...). Secondo alcuni
commentatori del provvedimento questo sforzo di trasformare in un affare le
vessazioni contro i poveri aumentava il rigore dell'applicazione delle leggi
(...). La magistratura introdusse anche la ruota a pedali. I detenuti salivano
i gradini della ruota, facendola girare con i piedi mentre si reggevano a una
sbarra per tenersi diritti (...). I giudici espressero per la ruota un
entusiasmo senza limiti. Uno di loro osservò che essa costituiva "la punizione
più tediosa, angosciosa e salutare che fosse mai stata escogitata dall'ingegno
umano" (...). Nel loro entusiasmo, i magistrati non risparmiarono nessuno,
costringendo alla ruota donne incinte, vagabondi storpi con gambe in cattivo
stato e operai con l'ernia».

La ruota a pedali resta fortunatamente ancora solo un futuribile scenario di
orizzonte. Ma, per tutto il resto, l'ordinanza del Comune di Firenze contro i
lavavetri e il piano del governo contro vagabondi e prostitute sono ben
sintetizzati dalla lunga citazione che precede. Tristemente, essa si ambienta a
cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo.

Il gioco estivo alla raccolta di consenso di amministratori fiorentini, romani,
bolognesi getta a mare 250 anni di civiltà giuridica. Michael Ignatieff ne «Le
origini del penitenziario. Sistema carcerario e rivoluzione industriale inglese
1750-1850», raccontava così la nascita del sistema della repressione agli albori
del capitalismo. Il Corriere della Sera di ieri preannunciava il nuovo reato di
«questua molesta» voluto dal ministro Amato. Ieri il ministro degli Interni
rettificava sostenendo che c'è già la possibilità di punire i mendicanti con le
norme attualmente presenti nel nostro codice penale che, ricordiamo, è del 1930.
Forse però il ministro non ricorda che un legislatore meno preoccupato di
inseguire i turbinii dell'opinione pubblica estiva aveva depenalizzato sin dal
1981 il reato di «esercizio abusivo di mestieri girovaghi» (tale è il mestiere
dei lavavetri, così definito proprio dalla circolare fiorentina) e abrogato nel
1999 il reato di «mendicità». Lo aveva fatto un altro governo di centrosinistra.

Le misure proposte da sindaci e ministri dell'Unione contro mendicanti,
lavavetri, prostitute sono misure indecenti.
Ci fanno tornare velocemente e tragicamente indietro di due secoli e mezzo.
Mettono sullo stesso piano criminali e poveri, sfruttati e sfruttatori.
Ci fanno fare un passo culturale, giuridico, sociale e politico indietro nel
passato carcerario violento e inumano di cui Ignatieff e Foucault hanno
raccontato le origini. In Italia però in questi due secoli e mezzo ci sono
stati Cesare Beccaria, il liberalismo penale, il codice Zanardelli,
l'antifascismo, la Costituzione repubblicana.

Solo la parentesi fascista con le leggi razziali aveva osato tanto.
Le misure contro i vagabondi di oggi sono misure dirette contro gli immigrati,
in particolare contro i nomadi.
Per questo sono misure razziste.

Siamo partiti da una inventata nuova emergenza - quella dei lavavetri - per poi
arrivare a proporre modifiche in peggio delle norme sulla custodia cautelare e
sulla sospensione condizionale della pena.

Il centrosinistra rischia di diventare vittima di se stesso e della propria
mania di inseguire la destra sulla sicurezza e l'ordine pubblico.

I sindaci - autoproclamatisi governatori - si trasformano in novelli prefetti e
questori. Un comandante di polizia municipale a Roma racconta orgoglioso alla
stampa di avere raccolto in un autobus giovani prostitute da lui arrestate.
Neanche fosse Serpico o l'ispettore Callaghan. Il tutto mentre a Roma il
traffico impazzisce. Cari Veltroni, Domenici, Cofferati: se ci fossero nelle
vostre (nostre) città meno macchine ai semafori, ci sarebbero anche meno
lavavetri.

* Presidente di Antigone

il manifesto 05 SETTEMBRE 2007 PAGINA 5
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/05-Settembre-2007/art22.html