Lähettäjä: ugo Päiväys: Vastaanottaja: aderentiretecontrog8, forumgenova Aihe: [NuovoLab] un supermarket nella spazzatura
Terrorismo:
Le norme impediscono di portare a bordo oggetti
considerati a rischio.Così ogni giorno si buttano
migliaia di bottiglie di acqua,vino,olio e saponi
Qualcuno si è già dimenticato il perché di quella norma aeroportuale entrata
in vigore più o meno un anno fa. Norma che, anche in Italia, obbliga i
passeggeri in partenza a munirsi di un sacchetto di plastica trasparente con
chiusura (si fa per dire) ermetica. In quel sacchetto bisogna cercare di
stipare tutto ciò che riguarda l'igiene personale e ha consistenza liquida o se-
miliquida: deodoranti, creme, bagnoschiuma, schiuma da barba, profumi. Il
sacchetto si può mettere nella valigia, ma in tal caso è obbligato rio
imbarcare il bagaglio al seguito, anche se le sue misure consentirebbero di
portarlo a bordo Oppure portare il sacchetto come bagaglio a mano e sottoporlo
ai controlli. La decisione fu presa dopo che all'aeroporto di Londra,
nell'agosto 2006, venne sventato un attentato che un gruppo di presunti
terroristi intendeva attuare usando liquidi esplosivi dissimulati in innocenti
contenitori. A giudicare dalla vaghezza e dal nulla che seguì, non è azzardato
affermare che si trattò di una solenne bufala, utile a Toiny Blair per
distrarre l'opinione pubblica da altri problemi quali la controversa presenza
della Gran Bretagna in Iraq. Ma tanto fu. E a distanza di sei mesi, come se nel
frattempo nulla potesse succedere, la norma di cui sopra entrò in vigore in
tutti gli scali del mondo. Eccoci, dunque, ogni volta che si parte, a esibire
il sacchetto trasparente, nel quale ogni contenitore non può superare la misura
di 100 millilitri. Pena il suo sequestro. Ma capita spesso sarà per fretta o
perla distrazione, che moltissimi passeggeri risultino «fuori norma». Che
succede allora? Quello che è successo, qualche tempo fa, a Fiumicino, anche
achi scrive. Con un risvolto assurdo, tutto da racconta re. Uno dei gentili
addetti alla sicurezza ci informa che il nostro tubo di shampoo (ancora chiuso,
mannaggia) è fuorilegge. Vano tentativo di protesta, e poi la classica battuta
di chi non riesce a nascondere un po' di irritazione «Vuoi dire che qualcuno si
laverà i capelli al posto mio». Un sorridente viso femminile spunta da dietro
il monitor che radiografa i bagagli. «Si sbaglia. Tutto quello che sequestriamo
viene buttato via». Un altro addetto ci mostra i sacchi a poca distanza dalle
postazioni. Sono strapieni di bottiglie di acqua, olio, vino, sigillate; di
boccette e vasetti di cosmetici, di flaconi di shampoo (appunto), bagnoschiuma,
deodoranti, intatti. Valgono centinaia e centinaia di euro. «Lei non sa quanta
roba finisce ogni giorno nella spazzatura» continua la ragazza. Stiamo per dire
che è assurdo, che si potrebbe... Ma lei ci precede: «Abbiamo chiesto alle
autorità aero portuali che questi prodotti, anziché andare di-strutti, fossero
destinati a organizzazioni tipo la Caritas. Ci è stato risposto che è
impossibile. Anzi, a dire la verità, nessuno ci ha risposto». Uno spreco
enorme, se appena si fanno due conti. Lo scalo di Fiumicino movimenta circa
trenta milioni di passeggeri l'anno. I periodi di maggior traffico sono quelli
delle grandi vacanze, estate soprattutto. Le cifre ufficiali parlano, in questo
periodo, di 150.000 passeggeri al giorno, che salgono a 335.000 nei giorni di
Ferragosto. Se, mantenendosi cauti con le stime, si calcola nel due per cento
la percentuale di chi «sbaglia le misure», la cifra quotidiana dei contenitori
sequestrati ammonta a circa tremila. Perché dissipare così un patrimonio che
potrebbe servire ad aiutare chi si occupa di poveri e diseredati? Attendiamo
risposte. Trasparenti come il sacchetto.
Luciano Del Sette
Fonte "il manifesto "
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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