[Lecce-sf] Fw: Chi resta silente diventa complice

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Szerző: Rosario Gallipoli
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Tárgy: [Lecce-sf] Fw: Chi resta silente diventa complice
Chi resta silente diventa compliceIn fondo una dedica dei compagni del campo per Ylenia.
Rosario.
Notiziario del Campo Antimperialista ... 6 agosto 2007 ... http://www.antiimperialista.org

Afganistan: il ruolo dei rivoluzionari afgani nella resistenza contro gli invasori - http://www.antiimperialista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=5275&Itemid=68
IRAQ: LA RESISTENZA IRACHENA, LE SUE COMPONENTI E LA SUA PROSPETTIVA - http://www.antiimperialista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=5273&Itemid=68

Hiroshima. 6 agosto del 1945. 250 mila vittime civili a causa della bomba atomica americana. Noi non dimentichiamo questo crimine di ieri, né chi lo giustifica oggi come necessario per vincere il fascismo. Hiroshima. 6 agosto 1945. Quando i vincitori hanno superato i vinti nella gara al genocidio.


Questo Notiziario contiene:



1. PIERO IN PALESTINA
Fassino invoca l'isolamento di Hamas (ovvero l'embargo genocida contro Gaza)
2. ROVESCIANDO IL MONDO
idee e argomenti della lotta antimperialista
Isola Polvese dal 31 agosto al 2 settembre
3. IRAQ: PERCHE' CRESCE AL-QAEDA
Da un'intervista ad al-Kubaysi
4. SE INTROVIGNE RIPARTE DALLE BRIGATE ROSSE
Una nostra risposta pubblicata dal quotidiano Il Giornale del 3 agosto
5. UN MESE FA MORIVA YLENIA

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1. PIERO IN PALESTINA
Fassino invoca l'isolamento di Hamas (ovvero l'embargo genocida contro Gaza)

Sapevamo che Fassino facesse parte del club filosionista denominato «Sinistra per Israele». E' tuttavia degno di nota che questa sua ammirazione per Israele sia talmente sperticata da averlo spinto, in occasione della sua visita a Gerusalemme ha smentire platealmente il presidente del suo ex-partito, nonché Ministro degli esteri Massimo D'Alema il quale aveva timidamente affermato che. Difronte ad una Tzipi Livni in brodo di giuggiole ha infatti affermato che non si può «... andare a rapporti diretti con Hamas che oggi non sarebbero ne' compresi ne' praticabili'». Ai giornalisti Fassino ha poi detto che «Lo scontro che c'e' stato in campo palestinese tra gli integralisti di Hamas e i settori piu' moderati e riformisti rappresentati da Abu Mazen ha fatto emergere questa leadership di Abu Mazen come molto piu' autorevole, molto piu' forte e molto piu' credibile». Fassino ha infine perorato la richiesta di Shimon Peres per cui «... nessuno al mondo deve finanziare il terrorismo», cioè Hamas.
Chiunque capisce la gravita' di questa affermazioni. Non solo un allineamento servile verso le posizioni di USA e Israele, non solo la liquidazione del maggiore partito palestinese come terrorista. Il segretario del maggiore partito di «sinistra» non ha voluto sprecare neanche una parola per denunciare la drammatica situazione di Gaza, dal gennaio 2006 trasformata in un colossale lager, isolata dal resto del mondo, affamata da un embargo genocida, sottoposta ad incursioni sanguinose pressoché quotidiane da parte dell'esercito israeliano. Peggio ancora: accettando il paradigma del terrorismo ha legittimato l'assedio sionista, ritenendolo anzi necessario al fine di spezzare la Resistenza palestinese. Chiunque non abbia perso la testa per ragionare, chiunque abbia ancora a cuore la causa palestinese non deve limitarsi a sdegnarsi in privato, deve invece gridare al mondo la propria rabbia. Vogliono farci credere che ogni resistenza al'ingiustizia è terrorismo. Vogliono farci credere che Hamas è una banda di volgari assassini. Ci vogliono silenti affinché l'embargo genocida contro Gaza spinga i palestinesi ad accettare una pace umiliante ovvero le condizioni capestro israeliane. E' invece necessaria una campagna di solidarietà con Gaza affinché l'embargo sionista sia tolto, affinché le sanzioni americane ed europee siano rimosse, affinché Hamas sia rimossa dalla Lista nera e la Resistenza contro gli occupanti sia considerata legittima. Chi resta silente diventa complice. Se Gaza cadrà chiunque oggi tace porterà la sua responsabilità.


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2. ROVESCIANDO IL MONDO
idee e argomenti della lotta antimperialista
Isola Polvese dal 31 agosto al 2 settembre


Iscrizione obbligatoria. Telefonare a Leonardo: 347.7815904

Programma del Seminario politico culturale

VENERDI 31 AGOSTO

Prima sessione
ATENE E GERUSALEMME
Il messianismo cristiano nel processo di secolarizzazione europea
Relatore: Costanzo Preve

Seconda sessione
COLONIALISMO MISSIONARIO
Il socialismo europeo e l'interiorizzazione della superiorità dell'Occidente
Relatore: Massimo Bontempelli

SABATO 1 SETTEMBRE

Prima sessione
LA ROTTURA INCOMPIUTA
Marx e Nietzsche: dal rifiuto della filosofia all'apologia della scienza e del progresso
Relatore: Moreno Pasquinelli

Seconda sessione
UNA TERZA VIA?
Gli islam, la deriva delle civiltà e la lotta antimperialista
Relatore: Umar Andrea Lazzaro

DOMENICA 2 SETTEMBRE

Prima sessione
LA SOCIETA' FUORI TUTELA
Per una critica degli antagonismi nelle società a capitalismo avanzato
Relatore: Gaetano Calabrò

Seconda sessione
RESISTERE ALL'ATTACCO
Gli assi portanti della strategia antimperialista
Relatore: Leonardo Mazzei
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3. IRAQ: PERCHE' CRESCE AL-QAEDA
Da un'intervista ad al-Kubaysi
Da un'intervista del Campo a Abduljabbar al-Kubaysi, influente leader politico della Resistenza irachena e segretario generale dell'Alleanza Patriottica Irachena (API)
Leggi l'intervista integralmente: http://www.antiimperialista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=5273&Itemid=68

D: Sono stati segnalati scontri armati tra gruppi della Resistenza e forze riferibili ad al-Qaeda. Che rapporti ci sono tra la Resistenza e i gruppi salafiti e takfiri? [NdT: "takfiri" indica i gruppi che negano l'identità islamica di chi non si impegna per lo stato islamico]

R: Ricordiamo che l'Occidente cominciò insultando la Resistenza, che veniva bollata come straniera o nostalgica del vecchio regime. Si voleva insinuare che non ci fosse nessun rapporto tra la Resistenza e il popolo iracheno. In realtà, la Resistenza sorse a un livello estremamente popolare, come autodifesa dalle enormi provocazioni del neocolonialismo statunitense. Era composta di ex-soldati, uomini delle tribù, persone che s'ispiravano alla religione o alla nazione per agire nelle proprie immediate vicinanze. Non furono né gli stranieri né i baathisti la forza propulsiva iniziale, sebbene anche i baathisti abbiano partecipato.

Il modo come gli Stati Uniti destituirono Saddam fu percepito come un'aggressione da tutti gli iracheni, compresi i suoi oppositori. Ad essere onesti, verso la fine anche Saddam in persona giocò un ruolo importante nello spingere la sua gente alla resistenza. Non provò a nascondersi fuggendo, come fu a volte riferito. Andò invece di città in città, da Tikrit a Samarra, passando per Anbar e Baghdad. Contattò sceicchi, ufficiali e via dicendo. Diceva che avrebbero dovuto resistere, non per lui come presidente, ma per la nazione e per l'islam. Chiese addirittura che la sua immagine non fosse più usata come simbolo di richiamo. Solo nei mesi successivi il Baath poté riorganizzarsi come partito, e come tale entrare a far parte della Resistenza. Dal punto di vista della Resistenza, fu una grande fortuna che non riuscissero ad arrestarlo per lungo tempo.

Per quanto riguarda al-Qaeda, nei primi due anni niente del genere esisteva sotto tale nome, tant'è che pure le maldicenze degli Americani erano relative principalmente a penetrazioni di stranieri dall'estero, e specialmente dalla Siria. Tentavano di creare un pretesto per attaccare la Siria, benché Damasco non facesse assolutamente nulla per aiutare la Resistenza, e viceversa si adeguasse in toto agli ordini di Washington, per timore di un'aggressione, quantomeno nei primi mesi.

Nei primi due anni essi disponevano di una forza molto modesta, che contava forse tra i mille e i millecinquecento combattenti tra i locali e gli stranieri. Né il livello dell'attività militare era molto alto: in un lasso di tempo di due anni, essi stessi rivendicano circa ottocento attacchi, mentre la Resistenza stava portando avanti ottocento attacchi a settimana.

Più tardi hanno guadagnato stabilmente terreno, e continuano tuttora a crescere. Hanno molto denaro, ma non se ne servono per vivere nel lusso, conducendo viceversa un'esistenza molto dignitosa, limitata ai bisogni essenziali, mentre dedicano tutto alla lotta: questo si dimostra un comportamento estremamente serio e convincente. Il denaro lo spendono per la lotta. La maggior parte dei giovani si unisce a loro non per la loro ideologia, ma perché gli viene offerto uno spazio in cui resistere.

In Oriente non è necessario scrivere libri per convincere la gente. Se il tuo personale stile di vita è congruente con la tua missione, allora convincerai la gente.

Il tentativo degli americani di stabilizzare la situazione affidando ai loro fantocci locali la gestione delle istituzioni da essi messe in piedi ha finito per favorire al-Qaeda. Coloro che si prestarono a questo gioco argomentavano che, se non l'avessero fatto, gli Iraniani avrebbero avuto la meglio: si sarebbe trattato dunque di cooperare solo per un breve periodo, per poi sbarazzarsi anche degli Americani. Ovviamente fu un fallimento. Al-Qaeda invece sostenne, con profondi argomenti morali, che solo una lotta armata prolungata avrebbe fatto avanzare la giusta causa. I fatti gli hanno dato ragione..
Hanno anche offerto denaro ad alcune tribù resistenti dalla forte identità musulmana, delle cui risorse avevano bisogno per la loro lotta. Hanno creato così una coalizione di sei gruppi, uno di al-Qaeda e cinque gruppi locali. Ciò ha dato loro una forte spinta. Non erano forze significative come quelle dell'Esercito musulmano, ma avevano comunque radici a Ramadi, Falluja, Haditha eccetera. hanno dato alla loro coalizione il nome di Consiglio della Shura dei Mujahidin. Sotto questo marchio continuano ora, e non sotto quello di al-Qaeda.
Oltre alle loro molte risorse essi hanno, diversamente dagli altri gruppi resistenti, costanti rifornimenti anche dall'estero. Oggi è forse possibile dire che al-Qaeda è la prima organizzazione della Resistenza. Si muovono separatamente dagli altri, ma cionondimeno in ogni città c'è una sorta di consiglio per coordinare l'azione militare, per abbozzare un piano di difesa.
L'islam è un'arma per far sollevare il popolo. La storia islamica, le figure islamiche, la cultura islamica vengono usati per spingere le persone alla lotta, poiché considerano l'islam la loro identità. Si stanno mischiando i simboli nazionali e religiosi. Il Corano dice che se una terra islamica è attaccata da stranieri, è obbligatoria la resistenza armata. Fino ad oggi ciò è rimasto scontato per il senso comune. Il Jihad diventa un dovere religioso per chi è sotto occupazione da invasori stranieri, come il digiuno o la preghiera.
Quindi tutti i gruppi resistenti, islamici o no, usano questo spirito come mezzo per mobilitare e sollevare la popolazione. Prendete ad esempio le dichiarazioni del partito Baath, e quelle personali di Izzar al-Durri. Giudicando dal suo linguaggio, lo si potrebbe dire un estremista islamico. In realtà, non tutti costoro sono davvero estremisti religiosi.
E' l'ambiente intero ad essere islamico. Sarebbe impossibile attirare i giovani con proclami marxisti o nazionalisti. Dovunque ci siano giovani, troverete che dominano il sentimento e lo spirito islamici: e ciò favorisce indirettamente al-Qaeda. Le persone che si uniscono a loro non sentono di fare qualcosa di anomalo: al contrario, visto che l'atmosfera generale è islamica, sono convinte di agire in maniera perfettamente coerente.

Islam: Taormina, 10 mila sale preghiera covi terrorismo
31 luglio 2007 alle 13:27 - Fonte: repubblica.it
"Non solo le moschee grandi e piccole, ma tutte le diecimila sale di preghiera musulmane presenti in Italia, sono focolai di cellule terroristiche".

Lo ha sostenuto ad Ascoli l'avvocato Carlo Taormina, ex sottosegretario all'interno, commentando la dichiarazione del presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, il quale ha chiesto che in tutte le moschee "si parli italiano, perché tutti hanno il diritto di sapere se in quei luoghi si prega Allah o si incita alla violenza". La posizione di Taormina è più drastica sulla questione, e per lui, oltre al fatto che "le sale di preghiera sono covi terroristici", tutti i musulmani "dovrebbero essere cacciati dall'Italia". La responsabilità della situazione attuale, e i rischi che il nostro paese corre per la propria sicurezza, sono però per il noto penalista anche da addebitare "ai nostri imprenditori, che hanno abbassato il prezzo dei salari agli italiani e favorito così l'ingresso sul nostro territorio di migliaia di extracomunitari, con tutti i pericoli connessi".

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4. SE INTROVIGNE RIPARTE DALLE BRIGATE ROSSE
Una nostra risposta pubblicata dal quotidiano Il Giornale del 3 agosto

In un articolo dal titolo «Se le brigate rosse ripartono dalle moschee» (il Giornale, 31 luglio 2007), Massimo Introvigne, per l'ennesima volta, tira in ballo il Campo Antimperialista. L'accusa che ci rivolge è quella di propugnare una «... alleanza in funzione anti-americana e anti-israeliana di quanto resta del terrorismo anti-imperialista e comunista e il terrorismo islamico». Tutto sta ad intendendersi sul concetto di «Terrorismo». Introvigne tradisce il suo pensiero quando ci rimprovera di sostenere e avere relazioni con la Resistenza irachena, con quella libanese di Hezbollah e con quella palestinese di Hamas. Introvigne, in un modo che più maldestro non si può, ficca nello stesso sacco chi combatte armi in pugno contro eserciti invasori e potenze occupanti e quei gruppuscoli che piazzano bombe sui treni di Londra o Madrid ammazzando cittadini innocenti. Non saranno le insinuazioni di Introvigne a confondere la acque o a turlupinare I lettori più avveduti: siamo coi primi e contro i secondi. Introvigne finge poi di non sapere che lo stesso Carlos, in più interviste, ha condannato senza mezzi termini gli attentati recentemente compiuti in Europa.
Il nostro censore considera inaudita la nostra protesta contro gli arresti di tre marocchini musulmani compiuti recentemente a Perugia. Noi consideriamo inaudito che gli organi di stampa si siano servilmenhte allineati sulle tesi della Procura, prendendo per oro colato le accuse e violando così il principio della presunzione d'innocenza. Non avevamo dubbi che anche Introvigne fosse intruppato nell'armata dei garantisti a corrente alternata, quelli per cui la presunzione d'innocenza vale solo quando sotto accusa ci sono gli alti papaveri della politica e della finanza.
Noi siamo certi che la verità si fara strada e che la montatura poliziesca che ha portato in carcere i tre musulmani si sgretolerà.
Introvigne ritiene infine «un po' ridicola» la nostra tesi per cui in Italia ci sarebbe uno Stato di polizia. Com'é che quando Berlusconi afferma la stessa cosa è vero mentre se lo diciamo noi sarebbe «ridicolo»? Dalla crudele macelleria compiuta a Genova fino all'inasprimento delle leggie speciali d'emergenza (passando per lo stillicidio di inchieste contro l'antagonismo sociale e alle decine e decine di arresti di immigrati indiziati di terrorismo solo perché antimericani e antisraeliani), tutto conferma che quello italiano è uno spietato Stato di polizia. Un regime autoritario che non viene scalfito dal via vai di governi di destra o di sinistra.
In quanto a persecuzione dei suoi nemici questa «democrazia» è ben più efficace del fascismo a cui può invidiare una sola cosa: i Tribunali speciali. A questo forse puntano le invettive e le minaccie di Introvigne, a spingere questo Stato di polizia a compiere l'ultimo passo che lo distingue dal vecchio regime. A pensarci bene, vista la sua perfidia, Introvigne sarebbe perfetto nel ruolo di inquisitore in un fascista Tribunale speciale.

per il Campo Antimperialista
Leonardo Mazzei

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5. UN MESE FA MORIVA YLENIA



L'8 luglio scorso, in un cruento incidente stradale alle porte di Gallipoli, perse prematuramente la vita la figlia di un nostro compagno. Non per lenire l'ìimmenso dolore di Rosario, ma per incoraggiarlo a non perdere la speranza, vogliamo ricordare questa tragedia pubblicando le parole scritte a caldo da un amico fraterno di Ylenia.

Ylenia

Vorrei immaginare le nostre lacrime scendere lentamente dal tuo viso, sulle tue morbide guance, affinché la cruda tristezza di questo dolore possa sembrare più bella e più dolce con la tua grazia, il ruvido ghiaccio dell'angoscia possa sembrare più caldo e delicato sciogliendosi sotto i tuoi occhi. Vorrei immaginare le tue labbra leggere queste stesse parole, le tue mani muovere il vento delle voci, per asciugare il pianto e riempire il vuoto dei tuoi gesti armoniosi.

Se un dono del cielo può essere acqua alle radici, lume per la casa, vita per il frutto, come la tua vita ci ha mostrato, allora oggi nevica su noi che proviamo a stringerti ancora, ma ci sciogliamo soltanto in pianto, senza che purtroppo ci rimanga neppure da tenerti la mano. Nel cielo è piombata la notte e la luna si volta ai nostri piccoli grandi dolori mortali, si scosta ammirando il cielo, lasciando spazio al passaggio di una fulgida stella andata via troppo presto.

Sorriso di violino, voce di flauto e un pizzico d'arpa sugli occhi, dalla tenue ninna nanna al tamburo della giovinezza, donna e bambina, principessa cenerentola, carezza che volge in sospiro, Ylenia è musica. Niente applausi, ogni bella canzone ha una fine che sconfina nei pensieri. E così continuiamo a cantare la tua voce dentro di noi, incapaci di dimenticare, incapaci di abbassare nei nostri cuori lo spirito grazioso della tua gentile armonia.

Donato Muci