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Appello promosso da sigle e singoli militanti del sindacalismo
anticoncertativo, dei centri sociali della sinistra anticapitalistica

L´accordo sulle pensioni raggiunto da governo e sindacati , come
previsto, conferma la natura politica del governo Prodi: un governo
legato al grande capitale, sordo alle ragioni dei lavoratori e in
sostanziale continuità con il liberismo e pronto a rispondere ai poteri
forti finanziari europei e alle loro politiche antisociali. L´accordo,
infatti, si rivela come un accordo bidone che peggiora la stessa Legge
Maroni, innalza l'età pensionistica, riduce le aspettative future con i
coefficienti ogni tre anni, mette i lavoratori gli uni contro gli
altri, ribadisce la logica finanziaria che aveva affermato già con
l´operazione scippo sul Tfr (per ora fallita). E´ un accordo da
respingere in modo netto e senza mediazioni.


A peggiorare le cose c´è
poi l´accordo sul "mercato del lavoro" che conferma l´impianto della
legge 30 che nelle intenzioni originarie avrebbe dovuto essere
"superata" e che viene invece rafforzata. Si conferma lo "staff
leasing", leggi caporalato, e si aumenta sia il lavoro straordinario
che l´incentivo alla contrattazione aziendale con ulteriori regali alle
imprese. Un disastro sociale che si aggiunge alle gravissime scelte
politiche di destrutturazione del pubblico impiego, di mantenimento e
incentivazione della precarietà del lavoro e dei salari, di
subalternità dei diritti sociali in generale alle priorità del capitale
finanziario.

Ribadendo la necessità dell'abrogazione legge 30 e del
Pacchetto Treu intendiamo anche segnalare che i movimenti sociali e
contro la precarietà e lo stesso sindacalismo anticoncertativo devono
metterci una marcia in più nell´avanzare obiettivi che rompano il
sistema della precarietà e introducono fattori di certezza sul piano
del reddito e del lavoro stabile per i precari.

Le linee guida del
Dpef e lo spirito della prossima Legge Finanziaria continuano a rendere
risibili provvedimenti sostanziali e urgenti sui diritti sociali, in
primo luogo quello alla casa e i diritti per i migranti. Sulla
questione delle abitazioni, nel nostro paese continuano a farla da
padroni la rendita fondiaria e la speculazione immobiliari alle quali
vengono consegnate le priorità di sviluppo delle principali aree
metropolitane, la decisionalità sull´uso delle aree pubbliche (vedi le
caserme) e sulle aree industriali dismesse. Le spese sociali per
l´edilizia popolare e per sottrarre gli affitti ai prezzi proibitivi
del mercato restano infime e continua a essere vigente la
liberalizzazione degli affitti che ha contribuito al boom della
speculazione sulle case.

La destinazione delle spese sociali continua
ad essere subordinata ai voleri e agli orientamenti strategici dei
poteri forti e del militarismo. Cresce la quota destinata alle spese
militari e alla crescita del complesso militare-industriale italiano,
crescono i finanziamenti per le missioni militari all´estero che hanno
reintrodotto in questo capitolo anche il ritorno dei Carabinieri
italiani in Iraq oltre al mantenimento delle missioni in corso in
Afghanistan, Libano, Balcani.

Come reti sociali, sindacati
anticoncertativi, associazioni della sinistra anticapitalista, singoli
militanti abbiamo contribuito finora a praticare con le lotte e
mobilitazioni una reale alternativa sociale ai dogmi del liberismo e
della guerra. Vogliamo continuare a praticare il terreno del conflitto
anche contro le politiche antisociali del governo Prodi a partire dalle
questioni indicate in questo appello. Invitiamo tutti e tutte a un
appuntamento per il 12 settembre per discutere collettivamente delle
modalità di questa mobilitazione che metta in campo sulle questioni
sociali la stessa forza e la stessa indipendenza messa in campo contro
la guerra.

Action!, Confederazione Cobas, Rete dei Comunisti, Sinistra
Critica, Giorgio Cremaschi (Rete28 Aprile), Luigia Pasi (Sdl), Emidia
Papi (Cub), Vincenzo Siniscalchi (Sdl)



Per adesioni:
noallaccordo@???