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GIÙ LE MANI DA PUNTA PALACÌA
La Marina Militare Italiana, nel 2006, ha presentato al Comune di Otranto (Provincia di Lecce), per conoscenza e senza richiedere pareri o autorizzazioni, un progetto di ampliamento della base militare presente sulla scogliera di Punta Palacìa (o Palascìa), il punto più a est di Italia di una bellezza paesaggistica indescrivibile.
Punta Palacìa fa parte a pieno Titolo del Parco Naturale di Otranto-Leuca, recentemente istituito dalla Regione Puglia e sarà presto incluso nel costituendo Parco Marino. Si tratta dunque di un sito di interesse paesaggistico ai sensi dell'art. 142 del Decreto n. 42/2004 "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio".
Il progetto prevede una costruzione destinata ad alloggi per la Marina, due torri di cemento alte 11 metri ciascuna, un grande parcheggio per i mezzi della Marina e la ristrutturazione di un edificio già esistente.
Le associazioni locali, che hanno già coinvolto, ove esistenti, le rispettive sedi nazionali (Giuristi Democratici, Legambiente, Coppula Tisa, Cultura Ambiente, SOS Coste, Comitato Giù le mani dalle coste, Gruppo speleologico Andronico, Forum Donne Native e Migranti, Meetup leccese di Beppe Grillo, Coordinamento Salentino contro la Guerra e le basi militari, Manifatture Cnos, Arci Terra Rossa, Circolo Arci Zei, Comitato contro Eolico, Accademia Kronos, Comitato contro la 275, Comitato No Tav, Verdi e Rifondazione Comunista) stanno organizzando la costituzione di un Comitato di Coordinamento "Giù le mani da Punta Palacìa" ed hanno già chiesto di essere invitati a partecipare alla Conferenza di Servizi.
La Conferenza di Servizi è stata chiesta dal Comune di Otranto sulla base dell'art. 147 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio D.Lgs. 22.1.2004, n. 42.
La Marina Militare riterrebbe che, trattandosi di territorio appartenente al demanio militare, l'Autorizzazione paesaggistica delle Autorità Amministrative locali non sia necessaria.
Le leggi recenti e l'interpretazione datane dalla Cassazione penale e dal Consiglio di Stato, però, richiedono detta autorizzazione come necessaria, ravvisando il reato di deturpazione delle bellezze naturali (art. 734 c.p.) che ora dovrebbe essere assorbito, secondo il principio di specialità, dal più grave delitto di Opere eseguite in assenza di autorizzazione di cui all'art. 181 D. Lgs. N. 42/2004, in caso di realizzazione delle opere senza l'autorizzazione paesistica.
Le sentenze citate sono Cass. Pen. Sez. III 24-11-1995, n. 12570 e Cons. di Stato 7-10-1997, n. 560, il parere del Consiglio di Stato è il n. 852/99 del 25-10-2000 e Sentenza Semplificata Cons. Stato 6312/2005.
In base a queste pronunce "anche le opere destinate alla difesa militare sono soggette alle leggi a tutela del paesaggio e la loro costruzione in zona vincolata necessita, pertanto, della preventiva comparazione con l'interesse alla cui tutela è posto il vincolo paesaggistico, perché la Costituzione attribuisce al paesaggio (art. 9) un valore primario che non può essere sacrificato a quell'altro, di pari dignità, della sicurezza del paese (art. 52)" (Cass. Pen. Sez. III 24-11-1995). Ed ancora: "Deve ritenersi necessaria l'autorizzazione paesistica per tutte le opere destinate alla difesa nazionale ivi inclusi gli alloggi di servizio anche se realizzate su aree ubicate all'interno di basi militari o al diretto servizio di esse" (Cons. Stato 6312/2005).
Anche il parere del Consiglio di Stato n. 852/99 sostiene l'obbligatorietà dell'autorizzazione paesaggistica per tutte le opere militari.
Autorità chiamate a partecipare alla Conferenza di Servizi sono il Comitato Misto Paritetico fra Autorità Militare e Regioni o Province Autonome (istituito dalla l. n. 898/1976 e d. P.R. n. 780/1979) l'Ufficio Parco, La Regione o l'Ente Locale eventualmente delegato dalla Regione per tali funzioni.
Le istituzioni locali (Regione Puglia Comune di Otranto e Provincia di Lecce) stanno lavorando per cercare un dialogo con la Marina Militare e, unitamente alle associazioni, che hanno assunto una posizione consistente in un netto rifiuto a qualsiasi intervento di impatto ambientale su Punta Palacìa, stanno cercando di salvaguardare il proprio territorio.
Il partito di Rifondazione Comunista sta lavorando per presentare un'interrogazione parlamentare.
Gli obiettivi del costituendo Comitato sono di mobilitazione della popolazione, di monitoraggio e di partecipazione attiva di cittadini ed istituzioni, che si concretizzerà oltre che in manifestazioni e richieste alle Autorità, anche nella partecipazione alla Conferenza di Servizi ed eventualmente nella proposizione del ricorso al TAR o (in mancanza di autorizzazione) di un esposto alla Procura della Repubblica.
Avv. Valentina Stamerra
- Giuristi Democratici Lecce -