COMUNICATO STAMPA
Lodeserto non sale in cattedra, ma arriva alle aule del Parlamento
La mia denuncia del fatto che don Cesare Lodeserto, plurinquisito per reati connessi alla sua attività di cooperatore internazionale, salisse in cattedra ad insegnare a giovani laureati come si fa cooperazione internazionale, ha scongiurato il rischio: la lezione è stata rinviata sine die.
La denuncia ha suscitato una interrogazione parlamentare del senatore Russo Spena al Ministro dell'Università e della Ricerca (si allega) e un vivace dibattito sulla stampa e sui blog del territorio.
Non mi coinvolgono le banalità emerse e le ingiurie nei miei confronti, mentre un punto del dibattito mi interessa chiarire: non si possono mettere sullo stesso piano l'intervento di Renato Curcio e quello (mancato) di Don Cesare Lodeserto; infatti, Curcio è il rappresentante di una fase storica chiusa, con la quale la cultura italiana ha fatto e definito i conti, maturato una distanza e un giudizio che ci garantiscono e ci immunizzano (salvo rozze strumentalizzazioni della destra che vuole tenere a forza vivo un nemico spauracchio); la vicenda del Lodeserto invece è presente e viva, oggetto ancora di accertamenti giudiziari e di visioni contrastanti: paradossalmente, se il Lodeserto fosse stato definitivamente condannato, se chi oggi ancora difende i suoi comportamenti e la sua visione della cooperazione internazionale avesse definitivamente preso le distanze da lui, allora si potrebbe serenamente utilizzare le sue competenze e la sua esperienza. Ma così non è: dal momento che ci sono ancora uomini e addirittura istituzioni pubbliche che condividono o almeno giustificano la condotta del Lodeserto, allora la società civile ha il dovere di essere preoccupata e sospettosa.
Lecce, 13 luglio 2007 Piero Manni
Consiglio Regionale della Puglia
Il Consigliere