Nicola A. Grossi wrote: > jilt ha scritto:
>
>>>> che sarebbe un dibattito imperdibile da consegnare alla storia. :-)
la storia non e' l'interlocutore di hackmeeting purtroppo
>>>>
>>>>
>>
>>
>
> Di seminari sulle libere utilizzzioni, sulle licenze libere et similia,
> in assenza di ispettori siae,
> ne sono stai fatti tanti e non mi pare che la distanza abbia giovato.
> Quindi un confronto diretto sarebbe auspicabile.
>
Dall'esperienza che io ho tutte le volte che ho parlato con ispettori
siae mi sono trovata di fronte il muro di gomma dell'ignoranza misto al
mediocre "io eseguo ordini" tipico di quelle che sono cariche pubbliche
riconosciute dalla legge.
L'ispettore risponderebbe ad ogni nostra obiezione con un "io faccio
quello che c'e' scritto nella legge italiana",
se davvero dovessimo organizzare un dibattito questo tipo di
considerazioni non gioverebbe al nostro fine; che e' e rimane quello di
far pensare la gente sulla realta' vigente con l'intento di cambiarla.
> Ma se mi dici che all'hackmeeting potrebbe non esserci un confronto
> civile (e non a causa del signore in questione), allora cambia tutto. :-(
Riguardo al signore in questione dubito che potremmo avere con lui un
confronto (civile o meno), piu' che altro, appunto, dubito che questa
gente rifletta sul proprio lavoro piu' di quanto gli implica la
conoscenza delle leggi italiane vigenti.
Il massimo che potremmo ottenere e' che questo signore riformi la sua
istituzione in maniera da ovviare alla presenza di queste licenze (e
questo potrebbe succedere solamente nel caso fortuito in cui egli
dimostri un'apertura mentale non indifferente e una spiccata voglia di
cambiamento).
Personalmente non trovo alcun giovamento nella cosa, non voglio
riformare un'istituzione burocratica.
>
> E' però, secondo me, un grande limite quello di non poter invitare "il
> nemico" (e nelle istituzioni ce ne sono tanti)
> per problemi di "ordine pubblico".
L'ordine pubblico non e' il problema
il problema e' il nostro fine ,cioe' la coesione di tutti coloro che
portano avanti le licenze libere
e la loro correttezza reciproca
per queanto mi riguarda il seminario sarebbe organizzato col fine di
1-informare sullo stato dell'arte dal punto di vista legale
2-fornire mezzi per difendersi legalmente da qualsiasi rischio legato ad
un utilizzo della proprieta' intellettuale *diverso* da quello previsto
per legge (non si sa mai)
3-informare sulla storia delle licenze libere nella nostra cultura
Il punto 4 sarebbe riuscire a informare su quelle realta' che su
internet si propongono di divulgare l'utilizzo di tali licenze; su
questo punto direi che si e' gia' schierata una consistente quantita' di
referenti per fare il seminario
tra pinna,kraken e altri che si potrebbero far vivi
(autoproduzioni?)
Personalmente credo che il punto 4 non possa considerarsi diviso dagli
altri punti,se si vuole che il messaggio passi nella sua completezza.
> I confronti, quando sono costruttivi, sono molto utili (direi
> indispensabili quando non ci sono mai stati), non solo per uscire
> dall'"autoreferenzialità"
> ma anche e soprattutto per fare capire a chi li segue (anche in
> "differita") dove sta la verità.
Ho esperienze varie di confronto con persone che lavorano all'interno
della siae, e a parte una buona dose di spettacolarizzazione dubito che
il confronto che tu auspichi possa portare a risultati consistenti,
capisco il ragionamento su cui tu ti basi ma mi sembra piu' adeguato
costruire BENE lo speech in maniera che l'ispettore siae _se_ vuole si
faccia vivo lui per dire la sua, piuttosto che invitarlo.
Se vogliamo dei nemici ne abbiamo gia' quanti ne vogliamo :)
La cosa fondamentale rimane l'autodeterminarsi e le licenze libere, come
abbiamo potuto constatare, non sono un oggetto chiaro a tutti.
Il rischio autoreferenzialita' si sconfigge coi fatti (come dal punto 4)
non con gli spettacolini a mio avviso, e il confronto con certa gente
(burocrati siae) avviene sulla base delel scartoffie e delle leggi.
>
> C'è bisogno di esempi, di azione diretta, non solo di teoria.
>
appunto
ciao
jilt
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