Cari compagni e amici di entrambi i generi,
non mi trovo del tutto d'accordo con Luca. Quanto ad analisi sono sulla stessa lunghezza d'onda. Specie laddove allude ai due pesi e misure della "giustizia". Quel che ha detto il dr. Fournier mo sembra da arresto in aula. Aver ammesso la reticenza e la falsa testimonianza come comportamento reiterato per 6 anni e quindi recidivo permanente credo sia da arresto in aula. Se al posto del dr. Fournier ci fosse stato un "malvivente" qualsiasi probabilmente non sarebbe uscito dall'aula se non in manette o comunque scortato dalla polizia giudiziaria se non penitenziaria.
Del resto perché non dirsi che la "catena di comando" del 20 luglio è ben nota a tutti, e coinvolge un ministro che stava a sovraintendere alle torture a Bolzaneto? E' fin troppo chiaro che la vera catena di comando partiva da Fini, che dirigeva le operazioni dalla sala della Questura, l'ex col. dei carabinieri Filippo Ascierto che era al Forte di San Giuliano e il ministro Castelli a Manesseno. ScusaTe questa precisazione toponomastica, ma mi risulta che la caserma della polizia si trovi a Manesseno, Bolzaneto è a 1 km o poco più. Ma questo non potrà mai venire fuori come verità processuale. E' chiarissimo che si andrà alla prescrizione, lo è stato fin dal primo momento. Ma ciò non toglie, a mio modesto parere, che tutto il possibile debba essere fatto perché le cose vengano a galla, se non altro per fare in modo che chiunque si facesse venire il ghiribizzo di ripetiere quel modello di gestione venga scoraggiato. E' la stessa logica per cui si continua a perseguire i criminali nazisti nel mondo. Non credo che noi si debba cercare vendetta, cosa che non ha niente a che fare con la giustizia.
Intanto incominciano a sentirsi i contraccolpi. Se chi sta al potere decide che il prefetto de Gennaro non può più occupare il posto in cui si trova attualmente non è roba da poco. E' comunque uno scricchiolio di una poltrona creduta per molto tempo talmente stabile da poterci fare sopra la "verticale" sia puntando le mani sui braccioli che con i palmi delle manii uniti sul sedile.
Ho sempre pensato al g8 di Genova come "la piazza Fontana del duemila". Del resto quel che scrive Luca riguardo alle "regole democratiche" mi pare pienamente condivisibile, specialmente guardando alla piega che ha preso il Partito della Rfiondazione Comunista. Potrei anche rincarare la dose rispetto al ruolo assunto da Prodi nella distruzione della sinistra, per conto dei poteri forti che lo hanno voluto facendocelo naturalmente votare, per ben due volte. Non dimentichiamoci che il primo voto è stato fatto addirittura risultare "autoorganizzato" come esempio di una nuova forma di democrazia dove l'investitura del candidato della coalizione viene nientemeno che da un voto popolare. E questo diverrà addirittura prassi corrente. Vero quanto "L'isola dei famosi". Del resto ogniqualvolta sento parlare Franco Giordano mi viene in mente il film "Forza Italia" di Roberto Faenza e mi sembra di sentire qualche esponente del notabilato democristiano di medio calibro degli anni Sessanta e Settanta. Anzi mi aspetto da un momento all'altro di sentirgli dire che se il movimento avesse impostato la contestazione a Genova in un altro modo probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Magari fra qualche anno.
Tuttavia sono abbastanza convinto che non ci troviamo di fronte ad un muro, ma piuttosto ad una rete, che sarebbe opportuno che incominciassimo a cercare di smagliare a partire dai punti più deboli.
Mi piacerebbe sapere come Luca commenta la "vittoria" della battaglia in Val di Susa. Per consuetudine non cedo mai in questi casi ai trionfalismi. Quando chi sta al potere sembra "cedere" mi preoccupa molto anche perché mi sa che si stia riorganizzando mentre noi celebriamo le nostre vittorie. E poi ho sempre in mente il "ritiro delle truppe dall'Iraq", come esempio di cedimento dei gestori del potere alla richiesta dei loro elettori.
Tuttavia mi pare che qualche timido segnale venga dato. Tristemente credo che Luca abbia ragione quando parla di promozioni. La rimozione del prefetto de Gennaro prelude al suo trasferimento ad altro e ben più ambito incarico, che tutti in realtà conosciamo, ovvero la direzione dei servizi segreti unificati. ScusaTe la digressione, ma mi risulta che altrove sia stato il "trampolino di lancio" di un tal col. Vladimir Putin. Ma bisogna anche notare che, per es., durante la manifestazione del 9 giugno la polizia non ha usato la mano pesante nei confronti di chi ha "provocato disordini". Certo Luca potrà obiettare che la repressione è stata spostata dalla piazza ai treni, tuttavia se vado alla logica della gestione secondo il "modello g8" avrebbe potuto agire la neutralizzazione dei manifestanti in modo ben più violento. Per modello g8 intendo combinare semopre qualcosa di più eclatante rispetto alla precedente iniziativa. Vedi il massacro alla Diaz al termine di una giornata in cui in piazza era stata usata la "mano pesante" e ancora peggio le torture nella caserma di Manesseno. E non dimentichiamo neppure la repressione delle notti successive al g8, quando i compagni venivano prelevati dalle loro abitazioni e portati in questura per essere "identificati" e rispediti a casa alla mattina dopo aver fatto loro trascorrere una notte insonne.
E comunque davvero la credibilità della polizia e delle "forze dell'ordine" risulta abbastanza compromessa.
C'è un piccolo particolare, che credo andrebbe fatto valere. Anzi due. Il primo, lo faccio presente da buon camoglino: lo stipendio degli agenti della "polizia di stato" viene dalle nostre tasche, quindi siamo noi i loro datori di lavoro, specialmente noi che paghiamo fino all'ultimo centesimo.
Il secondo: mi risulta che per entrare nella "polizia di Stato" ci si debba sottoporre a giuramento di fedeltà alla Costituzione. Per cui chiamare "spirito d'appartenenza" qualcosa che se volessimo usare un'espressione pesante definiremmo "omertà similmafiosa" oppure se vogliamo essere più comprensivi "cameratismo" denota un uso improprio (per così dire) della lingua italiana, se non una lacunosa conoscenza della stessa. Preciso che non uso la parola "cameratismo" nel senso di appartenenza ad una parte politica. E in ogni caso non mi risulta che questo atteggiamento venga riconosciuto come una possibile attenuante rispetto ad una patente violazione di legge da parte di una persona che dovrebbe in qualche modo concorrere a garantire l'osservanza della stessa. E addirittura ha la responsabilità di questo importante compito in una città. In un paese democratico una persona che denuncia questo sareebbe radiato definitivamente dalla "polizia di stato" e sottoposto a giudizio per il reato compiuto. In un paese in cui corruzione e opportunismo sono le regole fondanti della "politica" e soprattutto la polizia non è mai stata "di stato", ma è sempre "di governo" quando non addirittura "di apparato" ovviamente questo non può accadere, come nota Luca. Sempre che Dario o altri compagni giuristi non smentiscano quel che ho scritto.
Tuttavia mi permetterei di ricordare che non sempre al potere va bene. E cito solo due casi: il g8 di Genova e la morte del dr. Nicola Calipari. Dovevano proprio morire Carlo a Genova e il dr. Calipari a Baghdad? Ne siamo sicuri?
Se sieTe arrivati fin qui, Vi ringrazio.
A presto
Angelo
----- Original Message -----
From: carlo
To: forumgenova@???
Sent: Wednesday, June 20, 2007 6:28 PM
Subject: [NuovoLab] da luca
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La verità nello stagno
Non si è ancora del tutto spenta l'eco mediatica suscitata dalla deposizione del dott. Fournier, dirigente di polizia imputato per il massacro della scuola Diaz. Non si è ancora spento, ma appunto, trattandosi di eco mediatica, subito altri rumori sono lanciati per evitare che si propaghi troppo. E' come se parlassimo, quando osserviamo questo fenomeno delle verità scomode sui media, di un sasso lanciato in uno stagno piatto: l'acqua si muove, i cerchi concentrici si allargano e, prima che l'epicentro rimanga uno solo, subito altri sassi affondano, altri cerchi corrono verso gli argini. L'acqua si muove ormai ovunque, ma non si sa più qual è il sasso che ha provocato i cerchi. O se è stato un sasso, oppure il vento, o altro. Fornier ha detto, dopo sei anni, ciò che tutti sappiamo, e abbiamo sempre saputo. Altri diranno, gettando sassi a più non posso, che lo dice per coprire qualcuno. Su tutta la vicenda della Diaz, comunque, aleggia la prescrizione, cosi che nessun poliziotto macellaio, men che meno i capi, verrà mai condannato. Ora, io mi chiedo, che cosa dovremo fare noi, che sappiamo già come è andata a Genova? Stare a questo gioco dei cerchi concentrici che si allargano, che increspano l'acqua per poi depositarsi immobili sul fondo, oppure altro? A Genova c'è un processo che non andrà invece in prescrizione. Hanno studiato le accuse contro 25 manifestanti di modo che le pene siano così pesanti e i reati così gravi, da togliere subito di mezzo questa eventualità. Se uno in divisa tortura un prigioniero a Bolzaneto, è colpevole di "lesioni". Se uno in divisa massacra gente inerme alla Diaz anche. Ma se qualcuno ha tirato un sasso in Via Tolemaide, nel tentativo di resistere agli attacchi dei picchiatori in divisa, allora è colpevole di "devastazione e saccheggio", otto anni pena minima. Ma se fornier ha detto solo un millesimo di ciò che tutti sanno, cioè che in quei giorni a Genova le "regole democratiche", quelle sulla cui supposta base ci processano, sono state sospese, cancellate, annullate, perché i manifestanti, i capri espiatori, devono subire condanne? E qui torniamo al gioco dei sassi e dell'acqua. Lo Stato, attraverso i suoi tribunali, a meno che non si crei qualche cosa che non abbiamo mai visto fin'ora, non accetterà mai di ammetterlo. Per ogni poliziotto sotto processo, dieci manifestanti condannati, come minimo. I cerchi proverranno da tutte le parti. E quindi si dirà che a Genova c'erano poliziotti buoni e cattivi, manifestanti buoni e cattivi. I poliziotti cattivi non saranno condannati. Anzi, più si salirà di grado e più fioccheranno le promozioni "risarcitorie". Il buon nome della polizia sarà intoccabile. I manifestanti cattivi invece saranno condannati, eccome. E se parliamo di Commissione d'inchiesta la musica è la stessa. Sarebbe giusto farla non "sui fatti di Genova", mettendo tutto sullo stesso piano in un macabro gioco di misura delle colpe in cui sappiamo già chi avrà la peggio, ma invece "sul comportamento della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia penitenziaria, dei servizi segreti". Dei corpi dello stato, in una parola. Credete che questo parlamento, questo governo, accetterebbero mai una cosa del genere? Credete che ci sia anche un solo deputato di quelli che era a Genova in grado di battersi per questo? Io no. Per questo non ho firmato l'appello. Perché credo che dobbiamo sottrarci al gioco dei sassi e dei cerchi. E dobbiamo cominciare a lottare per la libertà di quei compagni, anche attraverso un'amnistia se è necessario. La verità, come i sassi, sta sul fondo.
Luca Casarini
Imputato a Genova e Cosenza per i fatti del G8
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