TAV UN TUNNEL INFINITO
Marco Cedolin
Ci sono incubi dai quali ci si illude di essersi svegliati mentre invece si 
è semplicemente precipitati in un nuovo sogno che a poco a poco si scopre 
essere peggiore del precedente. Il TAV è uno di questi con lunica 
differenza che si tratta di pura realtà e non esistono risvegli in grado di 
esorcizzarla.
Il vecchio TAV parlava il linguaggio dellegoarca Berlusconi, del ministro 
talpa Lunardi, delloccupazione militare del territorio, delle cariche della 
polizia, di un progetto senza senso di cui erano state messe in luce tutte 
le molteplici criticità, finalizzato alla costruzione di unopera che 
nessuno in 15 anni è mai riuscito a motivare come utile e necessaria 
portando qualche argomento che esulasse dalla esternazioni ad effetto senza 
fondamento. Era un TAV odioso, portato avanti con prepotenza, imposto a 
forza sopra le teste dei cittadini, ma tutti avevano ben chiaro di cosa di 
trattasse, esisteva un progetto ben definito, esistevano dei soggetti 
politici determinati a metterlo in atto e degli oggetti polizieschi preposti 
a tradurlo in realtà con luso della violenza.
Andò a finire come tutti sappiamo, con molti cittadini al pronto soccorso ma 
molti di più nei prati di Venaus davanti alle ruspe, determinando la prima 
vera sconfitta del sistema di connivenza politico  mafioso legato alle 
grandi opere.
Il TAV di oggi tutti si domandano cosa sia, trovandosi in balia della 
confusione più totale, mancando qualsiasi elemento apprezzabile che sia in 
grado di portare a delle considerazioni oggettive.
Il TAV di oggi è la rappresentazione di quel circo equestre a cui è ridotta 
la politica italiana, fatto di sotterfugi, mezze frasi mormorate nella 
penombra chiaroscurale dei bugigattoli di palazzo, progetti segreti che 
appaiono e scompaiono quasi si trattasse del Philadelphia Experiment, 
popolazioni che dovrebbero condividerli senza essere mai state neppure a 
conoscenza della loro esistenza, accordi con le amministrazioni locali 
annunciati e poi smentiti uninfinità di volte sul piano inclinato 
dellimponderabile, finanziamenti UE giudicati imperdibili anche se 
somigliano più ad un obolo che a un intervento finanziario, conferenze dei 
servizi portate avanti su progetti destinati alla cancellazione, Osservatori 
che nascono per valutare lopportunità di costruire unopera e prima di 
essere giunti ad una conclusione diventano laboratori per lelaborazione 
dellopera stessa, senza che nessuno dei partecipanti trovi singolare questa 
mutazione genetica.
Il TAV di oggi è una babilonia dintendimenti che si contraddicono luno con 
laltro, una cacofonia di affermazioni che hanno lo scopo di creare il caos, 
ottundere i sensi e indurre allintorpidimento delle coscienze.
Mercoledì 13 giugno durante il tavolo politico a Palazzo Chigi, nel corso di 
una riunione di sole 2 ore e mezza che stupisce per la sua brevità, il 
Governo presieduto da Romano Prodi, larchitetto Mario Virano Presidente 
dellOsservatorio, la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, il 
sindaco di Torino Chiamparino e gli amministratori locali della Valle di 
Susa da sempre NO TAV, della Val Sangone, della Gronda est ed ovest sembrano 
avere trovato unintesa di massima sullapproccio alla questione TAV, tale 
da indurre tutti a considerarsi felici e soddisfatti dellincontro, quasi a 
comporre un quadretto idilliaco simile a quello riproposto in molte nottate 
di spoglio elettorale.
I motivi di una così grande felicità allignano in una serie di decisioni ed 
accadimenti molti dei quali brillano tanto per il tempismo con cui sono 
stati concepiti quanto per il grado di approssimazione che li caratterizza.
Il vecchio progetto, lunico progetto mai esistito concernente la Torino  
Lione, sul quale è stata portata avanti fino ad oggi la Conferenza dei 
Servizi è stato stralciato e sarà sostituito da un nuovo progetto che non 
esiste ma in pratica è come se esistesse, seppure in forma embrionale.
Nel progetto che non cè Il tunnel di base di 53 km che doveva sbucare a 
Venaus ed è costato ai valsusini tante bastonate ed altrettante notti 
alladdiaccio non si farà più o meglio non sbucherà più a Venaus, bensì a 
qualche km di distanza, in un indefinito limbo di Val di Susa e non si 
comprende per quale ragione la popolazione dovrebbe ritenere questa 
soluzione migliorativa rispetto alla precedente.
Sempre nel progetto che non cè il TAV non correrà più sulla sinistra della 
Dora bensì sulla destra, evitando lamianto del Musinè ma sventrando la 
collina Morenica nei pressi di Avigliana in un territorio geologicamente 
altrettanto problematico. Poi proseguirà il suo cammino in maniera 
indefinita per lunghi tratti parallelamente alla ferrovia attuale che verrà 
in parte interrata (o meglio annacquata dal momento che nella realtà la 
falda acquifera in Valle si trova a soli 2 metri di profondità) al fine di 
ricucire il territorio, con impatti ambientali e costi che non vi è ragione 
di ritenere inferiori rispetto a quelli del progetto precedente.
Il progetto che non cè verrà discusso, sviscerato ed eventualmente 
integrato e modificato durante le prossime sedute dellOsservatorio 
presieduto da Mario Virano, allinterno del quale gli amministratori NO TAV 
della Val di Susa potranno proporre osservazioni e modifiche concernenti 
lopera (il TAV) alla quale da sempre si oppongono in quanto inutile e 
devastante.
Entro il 23 luglio il progetto che non cè dovrà trasmutare dallo stato 
metafisico ad una qualche parvenza di realtà per essere proposto alla UE al 
fine di ottenere lagognato finanziamento la cui consistenza sembra essere 
tanto ectoplasmatica almeno quanto quella del progetto.
Naturalmente del progetto che non cè non si conoscono i costi, né lesatta 
ubicazione, né tanto meno gli impatti ambientali e le criticità, forse 
proprio per questo il governo ha già anticipato il suo proposito di ottenere 
il consenso della popolazione che anche in questo caso non cè, in quanto 
nessuno ha mai ritenuto opportuno dialogare con tutti coloro che vivono in 
Val di Susa e da sempre contestano lopera in quanto inutile, costosa ed 
invasiva a prescindere da quale sia il progetto.
Il nuovo TAV è solo allinizio del proprio camminamento, ma già sincomincia 
a rimpiangere quello vecchio, lì esisteva un progetto da analizzare e 
contestare nel merito, esistevano i buoni ed i cattivi, esistevano 
soddisfatti ed insoddisfatti, i valsusini erano ottusi e sfaccendati ma 
contrari al TAV. Qui i valsusini diventano creature di fantasia che iniziano 
a comprendere limportanza dellopera, esistono solo il TAV, una marea di 
parole senza senso ed una selva di facce che sorridono senza che si possa 
comprenderne il perché.
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