Autor: Giorgio Data: Para: cm-roma Asunto: [cm-Roma] che me tocca senti.........
I ciclisti, casta che non rispetta i divieti
Cara Angela,
rispondo alla tua lettera visto che parli di biciclette a Roma, ma parlando a tutti i tuoi "colleghi". Sono lieta che tu noti la mancanza di ripresa che hanno le biciclette rispetto ai veicoli a motore (moto, motorini, auto e via dicendo); questo non ti fa dedurre quanto sia pericoloso unire il transito di questi mezzi sulle stesse strade? E' lo stesso motivo che impedisce per esempio ai trattori di percorrere le autostrade, visto che non ha le caratteristiche per percorrere la stessa strada degli altri veicoli.
Ci sono poi altre cose che mi stupiscono riferite al mondo dei ciclisti:
1) perché una moto o un motorino che va contromano, cammina sui marciapiedi, o percorre zone pedonali "giustamente" infrange il codice della strada e viene multato e una bicicletta no? Solo perchè non ha il motore è più innoqua?
2) perché i ciclisti non portano il casco? Corrono forse meno pericoli dei motorizzati a due ruote?
3) perché i ciclisti non hanno una targa come tutti gli altri veicoli? Li hanno anche i veicoli per disabili. Se un ciclista mi investe o mi urta, non ho diritto di sapere chi è e come rintracciarlo?
Io uso abitualmente il motorino a Roma, non cammino sui marciapiedi, nelle zone pedonali ecc. e non capisco perché, e in che misura, dovrei essere più pericolosa di una bicicletta a pari velocità in centro urbano.
Preciso che non ho alcuna antipatia per le biciclette. L'ho usata in vacanza ad Amsterdam dove le piste ciclabili, preservatissime, coprono l'intera città, e dove risiede mia sorella che qui non userebbe mai la bici che abitualmente utilizza. L'ho usata per diversi anni quando passavo le mie vacanze al mare a Fregene vicino Roma. C'è un viale apposito che si percorreva usualmente, Viale Nettuno, che notoriamente è percorso da biciclette, e mi sono avventurata pochissime volte su Viale Viareggio, strada a scorrimento veloce di auto per non correre rischi; insomma in una condizione non pericolosa per me e per gli altri.
Non mi arrischierei mai ad usare la bicicletta a Roma, per evitare pericoli a me, ed evitarne agli altri. E continuo a non comprendere perché i ciclisti si ritengano una casta che può non rispettare i divieti vigenti per qualunque mezzo di locomozione in città.
Saluti
Valeria
da ilmessaggero.it
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