>
> io stavolta non vedevo l'ora di levarmi di lì.
> col buio, da roma verso fuori, nel tunnel non si vedeva nulla, e
> infatti quando qualcuno è caduto e si è fatto male ( cause
> meccaniche, mi pare di aver capito ) un gruppo di gente ha cercato
> di rallentare quelli che arrivavano, ma non si vedeva assolutamente
> niente, ci si sentiva meno, e il rischio reale che tutti abbiam
> corso è stato di finire addosso a qualcuno e complicare la situazione.
> alle nove di sera abbiamo imboccato quell'autostrada, dopo non so
> quanti chilometri cittadini, con gente in monociclo e papà con
> figli a carico ( nel vero senso della parola ), eravamo tutti
> stanchi, ci è andata bene.
> insomma poteva succedere di tutto.
> un suv impazzito, o qualcuno che rimaneva indietro: come si levava
> di lì una volta che la massa fosse passata?
>
> sia chiaro, non sto contenstando il gesto, il suo significato
> "politico", ma le modalità con cui è stato fatto.
> io ho avuto paura.
> ma tanta, e non è stato per niente carino sentirmi dire: de che
> c'hai paura?
> come se fosse la cosa più normle del mondo, stare in bici
> sull'autostrada. " ma è pieno di bici".
> "ma c'ho l'abs".
> uguale, proprio.
>
> alla prossima, con la luce e quando ancora si hanno energie
> sufficienti per andare veloci , stare compatti e tornare tutti interi.
>
> viviciclica.
Concordo in pieno....
a volte la gioia istintiva ciemmonica di sentirsi "padroni" delle
strade offusca quel po' di razionalita' che sarebbe utile in questi
casi.
Credo che S.Graziella ci ha protetto ma sarebbe potuto accadere
qualche bel casino....troppo buio, troppo tardi per condurre la massa
sull'autostrada.
Serena
>
>
> L'email della prossima generazione? Puoi averla con la nuova Yahoo!
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