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G8, tre ore di interrogatorio per il vice capo della Polizia
il processo
IL VICE-CAPO della Polizia di Stato, prefetto Antonio Manganelli, è il primo di una serie di alti funzionari chiamati a testimoniare durante il processo per l´assalto alla scuola Diaz del luglio 2001.
Manganelli è stato interrogato ieri per circa tre ore. Stamani toccherà a Francesco Colucci, che durante il G8 era il questore di Genova e che fu il primo - e l´unico - a pagare le conseguenze del disastro delle forze dell´ordine in termini di organizzazione ed immagine.
Fra una settimana sarà il turno di Gianni De Gennaro, che continua ad essere il capo della polizia italiana.
Dopo di lui, il prefetto Ansoino Andreassi, che sei anni fa era al posto di Manganelli.
Ieri il testimone ha ricordato le sue telefonate con Francesco Gratteri, già capo del Servizio centrale operativo e oggi dell´antiterrorismo, il più noto tra i 29 imputati del processo che si celebra a Genova.
Nei giorni degli scontri di piazza nel capoluogo ligure, Manganelli era in servizio in Puglia ma - essendo comunque coinvolto nella gestione della sicurezza dell´evento internazionale - restava in contatto con i super-poliziotti presenti a Genova.
«Ricordo di avere avuto delle perplessità, quando Gratteri mi disse che stavano per perquisire quella scuola, dove si sospettava fossero ospitati i Black Bloc.
Non mi convincevano l´orario e le modalità, e Gratteri era d´accordo con me.
Ma qualche minuto prima c´era stata una riunione collegiale in questura e quella era la decisione presa, anche per timore che il mattino seguente le Tute Nere potessero andare via».
Manganelli è sembrato cioè venire indirettamente in aiuto di Gratteri, spiegando che "altri" avevano voluto entrare alla Diaz.
E anche rispetto all´operatività dello Sco durante il G8, ha sottolineato che certi interventi fuori della Zona Rossa furono gestiti dalla squadra mobile genovese.
(m. cal.)
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