[NuovoLab] interrogazione di Turigliatto

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Auteur: Sergio Casanova
Date:  
À: forumgenova
Sujet: [NuovoLab] interrogazione di Turigliatto

"Nel decreto sul rifinanziamento delle missioni è previsto uno stanziamento di 3.498.000 euro a favore di un'agenzia di sicurezza privata che ingaggia mercenari per l'incolumità dei nostri tecnici in Iraq. Chiedo al ministro D'Alema se risponde al vero che si tratti della famigerata Aegis Defence Services di Tim Spicer, coinvolta in numerose violazioni dei diritti umani" ha dichiarato il senatore Franco Turigliatto, presentando oggi un'interrogazione al Ministro degli esteri.












 
" Non si capisce perché ci siano ancora nostri tecnici legati ai Prt, che sono la parte civile dell'occupazione militare dell'Iraq da cui ci siamo ritirati; mentre per altre attività civili di ricostruzione basterebbe sostenere il qualificato personale iracheno esistente. A meno che non salti fuori un interesse dell'ENI nella spartizione del bottino di guerra petrolifero..." continua Turigliatto.
 
"Certo che un governo di centrosinistra sia implicato anche nell'utilizzo di mercenari è davvero troppo. Spero che D'Alema possa smentire. L'Aegis è una banda di malfattori che ha suscitato polemiche persino negli USA quando Rumsfeld li ha ingaggiati nel 2004. Questi contractors sono un esercito privato di migliaia di combattenti e senza regole d'ingaggio certe e hanno partecipato persino alle torture nel carcere di Abu Ghraib. Non c'è solo la guerra in Afghanistan nel decreto di ieri, ma forse anche la 'guerra sporca' in Iraq" conclude Turigliatto.
 
 
CHE COS'E' L'AGENZIA AEGIS
Andate a vedere su Internet che cos´è l´agenzia britannica Aegis Defence Services e scoprirete che si tratta di un esercito privato - mercenario è il termine giuridico corretto - con sede a Londra e attività in sei paesi: Stati Uniti, Bahrein, Kenya, Nepal, Afghanistan e Iraq.
Il fondatore dell´agenzia, Tim Spicer, ha una carriera di capo di tagliagole per violazione sistematica dei diritti umani in Nuova Guinea e Irlanda del Nord. Il Ministero della Difesa Usa ha stipulato nel 2004 un contratto biennale con questo signore, rinnovato nel 2006, di ben 293milioni di dollari per svolgere generali funzioni di sicurezza.I contractors legati ad agenzie britanniche in Iraq sono circa 30 mila su un totale che supera i 100 mila uomini armati e non dispongono di regole d´ingaggio definite. Non sono formalmente `combattenti´, ma neanche `non combattenti´, essendo stati massicciamente impiegati in azioni di rastrellamento e rappresaglia persino nella capitale Bagdad. Sicuramente hanno affiancato i militari americani negli episodi di tortura nel carcere di Abu Ghraib. A novembre le truppe italiane si sono ritirate dall´Iraq, decisione
encomiabile del nuovo governo. Sono restati i tecnici `impegnati nella ricostruzione´. Che abbiano a che fare in realtà da un lato con gli interessi dell´Eni e dall´altro con i Prt sotto comando Usa, ossia che facciano parte tuttora dell´occupazione del paese che a parole abbiamo abbandonato, lasciamo stare. Ovviamente i tecnici devono essere protetti."Al fine di garantire l´incolumità dei civili presenti a Nassiriya" il Ministero della Difesa italiano, nel decreto di rifinanziamento delle missioni all´estero, ha stanziato 3.498.000 euro per stipulare un contratto con un´agenzia di sicurezza presente in Iraq: l´Aegis. Segno di spostamento a sinistra della politica estera italiana?La comunità irlandese negli Stati Uniti, capeggiata dal rev. McManus, protestò vivacemente con Rumsfeld per la scelta sciagurata di impiegare siffatti personaggi, riferisce il Washington Post. Alcuni
esponenti della `sinistra radicale´ nel parlamento italiano, credo con buona dose di ignoranza, si sono spinti a dire che in Iraq è meglio un mercenario di un carabiniere. Quando il governismo a tutti i costi travolge ogni principio...Forse tecnici italiani non servono in Iraq, ma se vanno protetti, l´esternalizzazione in mano ai tagliagole mi sembra una pessima scelta.GIGI MALABARBA
 
 
INTERROGAZIONE
Al Ministro degli Esteri
premesso che,
- nel decreto sul rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero recentemente approvato (ddl n. 1381) si legge “Considerato che il contingente militare italiano, che garantiva la sicurezza e l’incolumità del personale civile presente presso l’ Usr, non sarà più presente in Iraq nel corso del 2007, il governo italiano ha la necessità di stipulare un contratto con una società di sicurezza che già sia operante in Iraq con personale locale. Ciò al fine di garantire l’incolumità dei civili presenti a Nassiriya e di consentire loro di uscire dal perimetro della base militare internazionale per monitorare i progetti e incontrare le personalità locali in un contesto di massima sicurezza”;
- il quotidiano l’Unità nell’edizione del 16 marzo 2007, a firma di Maura Gualco, e il quotidiano E Polis Milano del 28 marzo 2007, a firma di Gigi Malabarba (che si allegano alla presente) indicano nell’agenzia britannica privata Aegis Defence Services l’organizzazione prescelta dal governo italiano;
- il fondatore dell’agenzia Tim Spicer, è stato coinvolto in casi eclatanti di violazione dei diritti umani in vari paesi, tra cui l’Irlanda del Nord, suscitando la protesta della comunità irlandese negli Stati Uniti allorchè il Ministero della Difesa USA affidò ai contractors della Aegis la gestione dell’attività di sicurezza in Iraq;
- le decine di migliaia di contractors presenti in Iraq non hanno uno stato giuridico certo (neppure definibile come “combattente” o “non combattente”), ma sono stati sicuramente coinvolti in attività armate di varia natura, nonché nei famigerati interrogatori con tortura venuti alla luce in particolare con lo scandalo della prigione di Abu Ghraib.

Per sapere
- se i 3.498.000 euro stanziati per la sicurezza dei civili italiani in Iraq siano destinati a un contratto con l’Agenzia Aegis e quali siano state le ragioni di tale scelta;
- quali siano nel dettaglio le figure civili italiane da proteggere in Iraq e, nel caso di tecnici per la ricostruzione, se non sarebbe più proficuo l’impiego diretto di personale iracheno che sappiamo esistere anche con notevoli capacità professionali;
- perché, a tutela di nostri connazionali in Iraq, non vengano impiegati elementi delle forze dell’ordine presso le rappresentanze diplomatiche italiane, in luogo di mercenari (così giuridicamente sono definibili) la cui attività risulta definita da status incerti e ambigui in quel teatro di guerra;
- se ci sia tuttora una presenza armata italiana a difesa dei Provincial Reconstruction Team (Prt) che sono la parte civile dell’occupazione da cui formalmente l’Italia si è ritirata alla fine dello scorso anno con il rientro del contigente militare dall’Iraq.

Sen. Franco Turigliatto  
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