Autore: autorgstudbo Data: To: lista studentesca Oggetto: [autorgstudbo] Fw: [C38] riflessioni sul 3 marzo dal TPO
Dal Socio, dalla lista C38...
> La grande manifestazione di sabato 3 marzo ci offre un'importantissima
> occasione di riflessione e discussione che, senza alcuna pretesa di
> sintesi complessiva vogliamo condividere con le reti e le soggettivitÃ
> di movimento.
> Queste note sono pensieri a voce alta, non impegnativi
> per nessuno ma, speriamo, stimolanti per il dibattito in movimento nel
> movimento.
> Il punto di vista sarà parziale (perchè noi siamo solo una
> piccola parte dei movimenti) e di parte (perchè noi siamo
> "partigiani").
>
> Innanzitutto i fatti.
>
> â?¢ sabato 3 marzo 2007 a bologna
> c'era moltissima gente. 10000 persone sono tantissime e danno
> un'impegnativa e risolutiva risposta all'interrogativo che da 24 mesi
> la nostra comunità politica affronta: quanto spazio politico vi sia lì,
> in basso a sinistra, chi sono i soggetti del conflitto e come sia
> possibile dare una prospettiva di massa ad esso superando in avanti la
> dialettica "conflitto - consenso"
> â?¢ la composizione sociale del corteo
> era giovanile, precaria e migrante (di prima e seconda generazione) e
> "metropolitana" ove con questa parola si intenda l'abitare un
> territorio complesso, distribuito e reticolare che ha come baricentro
> Bologna
> � il corteo era convocato da "alcune parti del movimento", cioè
> dai centri sociali e dal sindacalismo di base, ed ha visto la
> sostanziale assenza dell'intero sistema della rappresentanza politica e
> sindacale confederale
> â?¢ nessuno ha abbandonato il corteo ma, anzi, dopo
> aver subito due violente cariche dal Reparto Mobile di Padova esso si è
> unito nella difesa degli artisti&artigiani che hanno sabotato la strada
> � non c'era nessun parlamentare e lo spazio pubblico è stato
> completamente autorganizzato, autodeterminato e autotutelato
>
> A nostro
> parere il successo di questa manifestazione inaugura una fase di crisi
> costituente nel movimento a partire dalla messa in mora di processi di
> continuità con il vecchio ciclo no global
> I rappresentanti, le
> istituzioni di movimento e il linguaggio del precedente ciclo che a
> Bologna possiamo delimitare tra 1998 e 2004 sono stati progressivamente
> svuotati dall'interno e dallâ?Testerno e non riescono più ad intercettare
> ciò che il territorio esprime
> Valga per tutti il dibattito sulla non
> inclusività del corteo: come si fa a sostenere che 10000 persone siano
> isolate?
> Come si fa a sostenere che l'esercizio del conflitto sia
> nemico dell'allargamento della lotta quando i fatti hanno dimostrato
> che migliaia di donne ed uomini sono disposti a lottare in prima
> persona senza accettare la politica delle delegazioni o
> dell'avanguardia interna che rappresenta il conflitto?
> Come si fa,
> infine, a rimpiangere che sabato "non sia successo nulla"?
>
> La giornata
> di sabato 3 marzo e la composizione del corteo ci fanno dire che siamo
> già all'interno di un nuovo ciclo di movimento e che esso si articola
> dentro processi che scardinano stili ed equilibri degli anni passati.
> Da Vicenza a Bologna, da Venaus alle Banlieues, dalla Sorbona alla
> Sapienza vediamo emergere cicli di lotta che esprimono tratti di comune
> in una pluralità di temi e di linguaggi politici. E su quanto vi è di
> comune dobbiamo insistere politicamente, nel riconoscere e nel farsi
> attraversare dalle molteplicità di pratiche di lotta e di conflitto.
> Nemica di questo nuovo processo di movimento è un concetto di
> rappresentanza, che tende ad avvocare a sè il ruolo ed il potere della
> sintesi.
>
>
> I punti che ci sembra emergano in embrione da questo nuovo
> ciclo sono:
>
> â?¢ la collocazione europea come scelta soggettiva dello
> spazio politico
> â?¢ l'istituzione di pratiche di democrazia diretta come
> metodo di sovranità sul sè, sul territorio, sulla decisione politica
> â?¢
> il ruolo centrale dei beni comuni come tema di sfondo del programma
> â?¢
> la leggerezza e la flessibilità dell'organizzazione, intesa come
> strumento autonomo per le lotte e non come gabbia metafisica di
> processi di sintesi
>
> La manifestazione di sabato 3 ci dice anche che
> non è più il tempo dei processi di mediazione ma che, al contrario, è
> il momento di approfondire elementi di programma, esaltare la
> radicalità , mettere in crisi i processi organizzativi passati.
> La sfida
> che emerge, potente e sovversiva, è quella di stare nella pancia dei
> diecimila di bologna, costruire le condizioni affinche nel segno del
> comune e della differenza emergano gli spazi e le forme di vita
> liberata, di emancipazione sociale, di redistribuzione della ricchezza
> che una moltitudine di soggettività , inquieta e desiderante, reclama
> qui e ora.
>
>
>
> Bologna, mercoledì 7 marzo 2007
> Le compagne ed i
> compagni del TPO
> "ribellarsialpresenteèsovvertireilfuturo"
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