From: disarmiamoli.bologna @ tin.it
Subject: comunicato disarmiamoli sul presunto prodi bis
Date: February 22, 2007 1:26:01 PM GMT+01:00
Prodi bis, ovvero
"I programmi di guerra richiedono esecutivi più fedeli"
La caduta del governo Prodi, probabilmente pilotata per
rafforzare un esecutivo in procinto di affrontare scelte ancora più
pesanti di quelle assunte sino ad oggi ( il rifinanziamento della
missione in Afghanistan, linizio dei lavori per la base al Dal Molin,
il rilancio della TAV, i futuri scenari di guerra in Afghanistan,
Libano, Kosovo, Siria, Iran), è legata ad una gestione dei rapporti
nella maggioranza evidentemente insostenibili. Come detto in un nostro
recentissimo comunicato, tutti i dati ci dicevano della grande
precarietà della linea di lotta e di governo, per cui una parte dell
esecutivo marcia per la pace e vota per la guerra, parla di giustizia
sociale e aumenta del 13 per cento le spese militari a detrimento dello
stato sociale, professa un altro mondo possibile e avalla politiche
ferocemente neoliberiste. Ancora di più se la piazza risponde e si
mobilita a centinaia di migliaia, come avvenuto recentemente a Vicenza.
Lex ministro degli esteri DAlema ha quindi rotto gli indugi e
scoperto le carte, tentando di imporre alla passata maggioranza in
Senato una linea di politica estera che comprende interventismo all
estero e basi militari USA allinterno dei confini. Che dovevano fare
dei senatori pacifisti se non quello di rispettare il mandato dei
propri elettori? Bene hanno fatto quindi i senatori Turigliatto e Rossi
a non avallare questa linea politica. Particolarmente grave è il
linciaggio fisico e mediatico da loro subito in queste ore. Di fronte
ad una doppiezza trasformata in prassi politica, la scelta di Rossi e
Turigliatto è da salutare come legittima e chiarificatrice. Qualcuno
doveva avere il coraggio politico di smascherare linverecondo balletto
al quale abbiamo assistito in questi mesi. Esprimiamo ai due senatori
pacifisti la nostra incondizionata solidarietà. Le future maggioranze
che scaturiranno dai rimpasti in corso nei palazzi del potere si
dovranno rassegnare al confronto con la volontà popolare, espressasi in
questi mesi a Vicenza e nel paese. I segnali ci dicono che nei prossimi
mesi queste manifestazioni si moltiplicheranno, mettendo legittimamente
in discussione alla radice scelte belliciste ed antipopolari. Il sale
della democrazia risiede lì. Chi crede di poter bypassare questa realtà
si pone fuori dalla dialettica democratica, riportandoci indietro nel
tempo, a quel sovversivismo delle classi dirigenti divenuto
evidentemente bipartizan.
Il Comitato promotore per la Rete nazionale Disarmiamoli
www.disarmiamoli.org - info @ disarmiamoli.org - 3381028120
----- Fine messaggio inoltrato -----
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Subject: comunicato disarmiamoli sul presunto prodi bis
Date: February 22, 2007 1:26:01 PM GMT+01:00
Prodi bis, ovvero
I programmi di guerra richiedono esecutivi più fedeli
La caduta del governo Prodi, probabilmente pilotata per
rafforzare un esecutivo in procinto di affrontare scelte ancora più
pesanti di quelle assunte sino ad oggi ( il rifinanziamento della
missione in Afghanistan, linizio dei lavori per la base al Dal Molin,
il rilancio della TAV, i futuri scenari di guerra in Afghanistan,
Libano, Kosovo, Siria, Iran), è legata ad una gestione dei rapporti
nella maggioranza evidentemente insostenibili. Come detto in un nostro
recentissimo comunicato, tutti i dati ci dicevano della grande
precarietà della linea di lotta e di governo, per cui una parte dell
esecutivo marcia per la pace e vota per la guerra, parla di giustizia
sociale e aumenta del 13 per cento le spese militari a detrimento dello
stato sociale, professa un altro mondo possibile e avalla politiche
ferocemente neoliberiste. Ancora di più se la piazza risponde e si
mobilita a centinaia di migliaia, come avvenuto recentemente a Vicenza.
Lex ministro degli esteri DAlema ha quindi rotto gli indugi e
scoperto le carte, tentando di imporre alla passata maggioranza in
Senato una linea di politica estera che comprende interventismo all
estero e basi militari USA allinterno dei confini. Che dovevano fare
dei senatori pacifisti se non quello di rispettare il mandato dei
propri elettori? Bene hanno fatto quindi i senatori Turigliatto e Rossi
a non avallare questa linea politica. Particolarmente grave è il
linciaggio fisico e mediatico da loro subito in queste ore. Di fronte
ad una doppiezza trasformata in prassi politica, la scelta di Rossi e
Turigliatto è da salutare come legittima e chiarificatrice. Qualcuno
doveva avere il coraggio politico di smascherare linverecondo balletto
al quale abbiamo assistito in questi mesi. Esprimiamo ai due senatori
pacifisti la nostra incondizionata solidarietà. Le future maggioranze
che scaturiranno dai rimpasti in corso nei palazzi del potere si
dovranno rassegnare al confronto con la volontà popolare, espressasi in
questi mesi a Vicenza e nel paese. I segnali ci dicono che nei prossimi
mesi queste manifestazioni si moltiplicheranno, mettendo legittimamente
in discussione alla radice scelte belliciste ed antipopolari. Il sale
della democrazia risiede lì. Chi crede di poter bypassare questa realtà
si pone fuori dalla dialettica democratica, riportandoci indietro nel
tempo, a quel sovversivismo delle classi dirigenti divenuto
evidentemente bipartizan.
Il Comitato promotore per la Rete nazionale Disarmiamoli
www.disarmiamoli.org - info @ disarmiamoli.org - 3381028120
From: disarmiamoli.bologna @ tin.itSubject: comunicato disarmiamoli sul presunto prodi bisDate: February 22, 2007 1:26:01 PM GMT+01:00Prodi bis, ovveroI programmi di guerra richiedono esecutivi più fedeliLa caduta del governo Prodi, probabilmente pilotata per rafforzare un esecutivo in procinto di affrontare scelte ancora più pesanti di quelle assunte sino ad oggi ( il rifinanziamento della missione in Afghanistan, linizio dei lavori per la base al Dal Molin, il rilancio della TAV, i futuri scenari di guerra in Afghanistan, Libano, Kosovo, Siria, Iran), è legata ad una gestione dei rapporti nella maggioranza evidentemente insostenibili. Come detto in un nostro recentissimo comunicato, tutti i dati ci dicevano della grande precarietà della linea di lotta e di governo, per cui una parte dellesecutivo marcia per la pace e vota per la guerra, parla di giustizia sociale e aumenta del 13 per cento le spese militari a detrimento dello stato sociale, professa un altro mondo possibile e avalla politiche ferocemente neoliberiste. Ancora di più se la piazza risponde e si mobilita a centinaia di migliaia, come avvenuto recentemente a Vicenza. Lex ministro degli esteri DAlema ha quindi rotto gli indugi e scoperto le carte, tentando di imporre alla passata maggioranza in Senato una linea di politica estera che comprende interventismo allestero e basi militari USA allinterno dei confini. Che dovevano fare dei senatori pacifisti se non quello di rispettare il mandato dei propri elettori? Bene hanno fatto quindi i senatori Turigliatto e Rossi a non avallare questa linea politica. Particolarmente grave è il linciaggio fisico e mediatico da loro subito in queste ore. Di fronte ad una doppiezza trasformata in prassi politica, la scelta di Rossi e Turigliatto è da salutare come legittima e chiarificatrice. Qualcuno doveva avere il coraggio politico di smascherare linverecondo balletto al quale abbiamo assistito in questi mesi. Esprimiamo ai due senatori pacifisti la nostra incondizionata solidarietà. Le future maggioranze che scaturiranno dai rimpasti in corso nei palazzi del potere si dovranno rassegnare al confronto con la volontà popolare, espressasi in questi mesi a Vicenza e nel paese. I segnali ci dicono che nei prossimi mesi queste manifestazioni si moltiplicheranno, mettendo legittimamente in discussione alla radice scelte belliciste ed antipopolari. Il sale della democrazia risiede lì. Chi crede di poter bypassare questa realtà si pone fuori dalla dialettica democratica, riportandoci indietro nel tempo, a quel sovversivismo delle classi dirigenti divenuto evidentemente bipartizan.Il Comitato promotore per la Rete nazionale Disarmiamoli
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