[NuovoLab] 244° ora in silenzio per la pace

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Domani 24 gennaio, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova, un'ora in silenzio per la pace

Sabato 27 gennaio dalle 15.30 alle 19 in piazza De Ferrari, manifestazione di solidarietà con i / le pacifisti/ e statunitensi, per il NO alle basi militari ed il ritiro dei soldati italiani dall'Afghanstan.

Vicenza - Afghanistan - Stati uniti - Italia


I nostri alleati statunitensi mantengono in Italia decine di basi militari, alcune delle quali sottratte alla sovranità italiana e sottoposte a quella statunitense; altre adibite allo stoccaggio di ordigni nucleari. Non esistono basi italiane negli Stati Uniti.

Durante la scorsa legislatura, i nostri alleati hanno chiesto al governo di raddoppiare la superficie di una di queste basi, la "Ederle " di Vicenza. Il governo precedente, di centro-destra, ha aderito prontamente all'invito.

Il nuovo governo, di centro-sinistra, afferma di voler mantenere l'impegno del governo precedente. Forse il governo riconferma le scelte politiche di quello precedente, semplicemente perché già assunte? Quali sono le decisioni che possono essere cambiate, e quali quelle immodificabili? E se sono tutte immodificabili, perché mai abbiamo cambiato governo?

Durante il governo Berlusconi l'Italia ha dato inizio alla propria partecipazione alla guerra contro l'Afghanistan, intrapresa dagli Stati Uniti per dare la caccia a Bin Laden. Solo successivamente sono state aggiunte le motivazioni della lotta ai trafficanti di oppio e della liberazione delle donne afghane(che continuano a mettere il burqa e vedono le loro scuole assaltate). Anche l'assunzione della guerra da parte dell'ONU è stata successiva. Le operazioni sul campo sono operazioni NATO. Lo di nostra il fatto che un giornale governativo come Repubblica l'11 gennaio titolava "Raid aereo in una zona montagnosa al confine con il Pakistan - I ribelli avvistati dai caccia e colpiti dalle truppe di terra afghane - Afghanistan, attacco Nato - Uccisi 150 guerriglieri".
La missione militare italiana in Afghanistan ISAF costa ai contribuenti circa 300 milioni di euro all'anno, solo per le spese di mantenimento truppe e mezzi. (dato di Peacereporter).

Nel luglio scorso, al momento del primo dibattito del nuovo parlamento sul rifinanziamento della missione, chi si opponeva al mantenimento delle truppe italiane fu accusato di volere il ritorno di Berlusconi. Prodi pose il voto di fiducia ed anche gli otto senatori che avevano preannunciato la propria contrarietà alla missione votarono a favore, concedendo la fiducia al governo.Tra poche settimane si ripresenterà lo stesso scenario. Oggi come allora affermiamo che:


a.. La guerra in Afghanistan è inutile, illegale e criminale


b.. Il governo rimarrebbe tranquillamente in carica se tutto il centrosinistra votasse contro il rifinanziamento e ritirasse le truppe italiane. Perchè solo chi si oppone alla guerra, dovrebbe rinunciare alle proprie convinzioni in nome di un malinteso senso di responsabilità? Non potrebbero rinunciarvi per esempio, D'Alema e Rutelli?


c.. Non si può aspirare ad essere un paese stimato e rispettato se si partecipa ad una guerra, pur condannandola a parole, solo perché lo esigono gli alleati. Continuare in un comportamento immorale non è coerenza, è delitto.

Ricordiamo al governo che storicamente grandi eserciti come quello britannico e quello sovietico uscirono sconfitti dall'Afganistan e che i 31.000 militari presenti in quel paese non riescono a contrastare la guerriglia e neppure a mantenere la pace a Kabul. Ricordiamo anche che l'alleato americano Bush è in grande crisi a casa sua anche e soprattutto per la sua politica estera. Chiediamo quindi che le truppe italiane vengano immediatamente ritirate dall'Afganistan Dai parlamentari che abbiamo eletto e che aggiunsero al loro simbolo elettorale la bandiera arcobaleno, esigiamo una politica di pace. Ricordiamo ai parlamentari obiettori che lo scorso luglio votarono i finanziamenti alla guerra solo per salvare il governo e solo perché fu posta la fiducia, che in quell'occasione si impegnarono ad un diverso comportamento nella votazione successiva; appunto quella che si terrà tra poche settimane.

Invitiamo i passanti ad unirsi a noi, anche solo per pochi minuti, e ad essere presenti su questa stessa piazza sabato prossimo, 27 gennaio, dalle ore 15.30, quando manifesteremo ancora contro la guerra ed in solidarietà con i pacifisti e le pacifiste statunitensi che lo stesso giorno manifesteranno in tutti gli Stati Uniti.