[NuovoLab] Il Movimento alternativo torna in campo in difesa…

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Aihe: [NuovoLab] Il Movimento alternativo torna in campo in difesa dell'acqua come bene pubblico
13 gennaio Liberazione

Emilio Molinari

Oggi 13 Gennaio 2007 in tutte le piazze ci saranno
i banchetti del movimento italiano dell’acqua.
Inizia cosi' la raccolta delle firme sulla legge d’iniziativa popolare con la quale si intende
riportare l’acqua nella proprieta', nella gestione ed
erogazione dei servizi idrici, nel governo complessivo
degli usi, nella sfera della RES PUBBLICA.
Ma non saranno banchetti del solo movimento dell’acqua,
più di 100 associazioni e comitati che vi hanno aderito
o promosso come la CGIL nazionale della funzione
pubblica, l’ARCI, i Cobas.
Vi ha aderito l’intero movimento di Porto Alegre in tutte
le sue componenti e Camere del lavoro come quella di Milano, il WWF nazionale, i partiti della sinistra radicale e Vescovi e parroci che hanno inviato i loro messaggi di sostegno e personalità della cultura e dello spettacolo.
Credo si possa dire che con questa iniziativa il Movimento Alternativo ha ripreso a far politica in senso alto, quello per intenderci che l’aveva insignito del titolo di potenza mondiale.
Anzi, direi che fa “la politica”: l’unica, ineludibile per il nostro tempo. Quella dei Summit di Stoccolma di Nairobi e della Fao.
Che ci parlano di siccità di desertificazione di carenza idrica in Europa, negli Usa in Cina, di 200 milioni di profughi idrici, di 800 milioni di contadini poveri cacciati dalle loro terre entro il 2050 e di modelli agricoli idroesigenti ormai in crisi.
Quella che sta nelle 500 pagine del Rapporto sullo Sviluppo Umano dell’Onu, dal titolo significativo: Povertà e Crisi Mondiale dell’Acqua.
Dove si legge che 4900 bambini al giorno muoiono di diarrea per mancanza di acqua potabile e di cessi, le stesse condizioni delle città americane ed europee prima che la “mission” della politica pubblica, dello stato
sociale, del diritto per tutti portasse loro i rubinetti e i gabinetti.
Dati cifre per parlarci di una risorsa che diventa rara e diventa cara e che i poveri nelle città del Sud la pagano già ora, cinque volte più cara dei ricchi.
Ecco, portare l’acqua potabile a chi non ce l’ha nel Sud del mondo, rammodernare gli impianti nel nord del mondo, cambiare modelli di consumo e produzione, distruttivi governando pubblicamente e nell’interesse di tutti questo grande bene comune: è la politica è la sua missione oggi