[NuovoLab] Fwd: Einstein politico

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Szerző: Edoardo Magnone
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Ricevo e rigiro un`interessante articolo, dal titolo "EINSTEIN POLITICO" di
Andrea Martocchia, accompagnato dalla lettera di Albert Einstein indirizzata al
New York Times nel `48 sulla questione dello Stato di Israele.

Edoardo Magnone


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L'articolo che segue appare sul numero de LA VOCE di novembre 2006

Questioni della Scienza
a cura di Andrea Martocchia

EINSTEIN POLITICO

È noto che la personalità di Albert Einstein fu di quelle ricche e
multiformi, e che i suoi interessi non rimasero confinati al campo
strettamente scientifico. Lo scorso anno (2005), nel centenario della
pubblicazione della sua Teoria della Relatività Ristretta, sono state
organizzate in tutto il mondo conferenze e celebrazioni in gran
numero, e la personalità di Einstein è stata scandagliata ancora più
a fondo. Si è così colta l'occasione anche per ricordare lo spessore
delle sue considerazioni in tema di politica, di diritti civili e di
eventi ed equilibri internazionali, oltre agli aspetti più personali,
compresi quelli meno edificanti - come nei suoi rapporti con le
donne, talvolta poco rispettosi (torneremo a parlare di questo in
un'altra occasione).

Un breve articolo recentemente uscito - intitolato: "Albert Einstein,
il lato umano", e scaricabile da internet al sito http://
ulisse.sissa.it/biblioteca/saggio/2006/Ubib060913s001 - ripercorre
sinteticamente le tappe della maturazione della sensibilità civile di
questo grande pensatore. In esso sono ricordati gli sconvolgimenti
della sua coscienza, dalla sanguinosa Prima Guerra Mondiale fino alla
Guerra Fredda, dalla condanna del nazifascismo fino al Manifesto
contro la bomba H sottoscritto insieme a Bertrand Russel nel 1955,
solo due giorni prima di morire.
Un momento delicato, per Einstein come per chiunque all'epoca, fu
quello della II Guerra Mondiale, quando si dichiarò favorevole allo
sviluppo della bomba atomica in funzione antinazista; scelta che lo
portò alle angosciate riflessioni successive: "Non c'è alcuna difesa
militare dalle bombe atomiche, né se ne può prevedere... Non c'è
soluzione, eccetto il controllo internazionale e, alla fine,
l'eliminazione della guerra" (1948). Einstein chiarì sempre di essere
pacifista, cioè contrario alle guerre, ma di non essere contrario
alla violenza per principio, visto che la violenza è talvolta
indispensabile ad impedire abusi ed ingiustizie.

È noto anche che, nel corso della Guerra Fredda, per le sue idee
internazionaliste ed anti-imperialiste Einstein fu tenuto d'occhio in
quanto individuo sospetto dalle autorità maccartiste statunitensi. La
sua propensione per una società socialista, che attraverso la
programmazione economica frenasse la "dinamica anarchica del
capitalismo" ed impedisse così l'insorgere delle ingiustizie, fu da
lui dichiarata esplicitamente in un articolo apparso nel 1949 sulla
rivista marxista statunitense MONTHLY REVIEW, ripubblicato in lingua
italiana pochi anni fa anche dal G.A.MA.DI. sotto forma di opuscolo.

È meno nota invece la posizione di Einstein sugli eventi in
Palestina. Pur avendo riscoperto le sue radici ebraiche, anche in
seguito allo "shock" del nazismo, Einstein non condivise l'obiettivo
di uno Stato nazionale ebraico in Palestina, preferendo uno Stato
multinazionale e laico che vedesse arabi ed ebrei insieme sullo
stesso territorio. Einstein si spinse a bollare come "fascista" la
posizione degli estremisti sionisti.

Vista la persistente, drammatica attualità di questo tema, vogliamo
documentare in proposito ripubblicando una presa di posizione sua e
di altre note personalità ebraiche sugli eventi di Deir Yassin
(1948). Su di essi il nostro Vincenzo Brandi ha recentemente
ricordato che "molti Arabi scappavano anche prima dell'arrivo delle
milizie israeliane dopo aver sentito dei massacri compiuti dai gruppi
ebraici più estremisti. Il più noto di questi massacri (ma certamente
non l'unico) è quello del villaggio di Deir Yassin dove 254 civili
arabi furono trucidati dalle bande del gruppo terrorista Irgun, tra i
cui massimi dirigenti era il prossimo primo ministro di Israele
Menahem Begin. Alla fine almeno 700.000 Palestinesi (il 60% della
popolazione araba ! ) furono costretti a lasciare le proprie case e i
propri campi coltivati, dove si insediarono coloni ebrei..."


Dicembre 1948, Albert Einstein condanna il fascismo israeliano. La
lettera al New York Times

AGLI EDITORI DEL NEW YORK TIMES:

Fra i fenomeni più preoccupanti dei nostri tempi emerge quello
relativo alla fondazione, nel nuovo stato di Israele, del Partito
della Libertà (Tnuat Haherut), un partito politico che nella
organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell'azione
sociale appare strettamente affine ai partiti Nazista e Fascista. E'
stato fondato fuori dall'assemblea e come evoluzione del precedente
Irgun Zvai Leumi, una organizzazione terroristica, sciovinista, di
destra della Palestina.

L'odierna visita di Menachem Begin, capo del partito, negli USA è
stata fatta con il calcolo di dare l'impressione che l'America
sostenga il partito nelle prossime elezioni israeliane, e per
cementare i legami politici con elementi sionisti conservativi
americani. Parecchi americani con una reputazione nazionale hanno
inviato il loro saluto. E' inconcepibile che coloro che si oppongono
al fascismo nel mondo, a meno che non sia stati opportunamente
informati sulle azioni effettuate e sui progetti del Sig. Begin,
possano aver aggiunto il proprio nome per sostenere il movimento da
lui rappresentato.

Prima che si arrechi un danno irreparabile attraverso contributi
finanziari, manifestazioni pubbliche a favore di Begin, e alla
creazione di una immagine di sostegno americano ad elementi fascisti
in Israele, il pubblico americano deve essere informato delle azioni
e degli obiettivi del Sig. Begin e del suo movimento.

Le confessioni pubbliche del sig. Begin non sono utili per capire il
suo vero carattere. Oggi parla di libertà, democrazia e anti-
imperialismo, mentre fino ad ora ha apertamente predicato la dottrina
dello stato Fascista. E' nelle sue azioni che il partito terrorista
tradisce il suo reale carattere, dalle sue azioni passate noi
possiamo giudicare ciò che farà nel futuro.

Attacco a un villaggio arabo

Un esempio scioccante è stato il loro comportamento nel villaggio
Arabo di Deir Yassin. Questo villaggio, fuori dalle strade di
comunicazione e circondato da terre appartenenti agli Ebrei, non
aveva preso parte alla guerra, anzi aveva allontanato bande di arabi
che lo volevano utilizzare come una loro base. Il 9 Aprile, bande di
terroristi attaccarono questo pacifico villaggio, che non era un
obiettivo militare, uccidendo la maggior parte dei suoi abitanti (240
tra uomini, donne e bambini) e trasportando alcuni di loro come
trofei vivi in una parata per le strade di Gerusalemme.
La maggior parte della comunità ebraica rimase terrificata dal gesto
e l'Agenzia Ebraica mandò le proprie scuse al Re Abdullah della Trans-
Giordania.

Ma i terroristi, invece di vergognarsi del loro atto, si vantarono
del massacro, lo pubblicizzarono e invitarono tutti i corrispondenti
stranieri presenti nel paese a vedere i mucchi di cadaveri e la
totale devastazione a Deir Yassin. L'accaduto di Deir Yassin
esemplifica il carattere e le azioni del Partito della Libertà.

All'interno della comunità ebraica hanno predicato un misto di
ultranazionalismo, misticismo religioso e superiorità razziale. Come
altri partiti fascisti sono stati impiegati per interrompere gli
scioperi e per la distruzione delle unioni sindacali libere. Al loro
posto hanno proposto unioni corporative sul modello fascista
italiano. Durante gli ultimi anni di sporadica violenza anti-
britannica, i gruppi IZL e Stern inaugurarono un regno di terrore
sulla Comunità Ebraica della Palestina. Gli insegnanti che parlavano
male di loro venivano aggrediti, gli adulti che non permettevano ai
figli di incontrarsi con loro venivano colpiti in vario modo. Con
metodi da gangster, pestaggi, distruzione di vetrine, furti su larga
scala, i terroristi hanno intimorito la popolazione e riscosso un
pesante tributo. La gente del Partito della libertà non ha avuto
nessun ruolo nelle conquiste costruttive ottenute in Palestina. Non
hanno reclamato la terra, non hanno costruito insediamenti ma solo
diminuito la attività di difesa degli Ebrei.

I loro sforzi verso l'immigrazione erano tanto pubblicizzati quanto
di poco peso e impegnati principalmente nel trasporto dei loro
compatrioti fascisti.

Le discrepanze

La discrepanza tra le sfacciate affermazioni fatte ora da Begin e il
suo partito, e il loro curruculum di azioni svolte nel passato in
Palestina non portano il segno di alcun partito politico ordinario.
Ciò è, senza ombra di errore, il marchio di un partito Fascista per
il quale il terrorismo (contro gli Ebrei, gli Arabi e gli Inglesi) e
le false dichiarazioni sono i mezzi e uno stato leader l'obbiettivo.

Alla luce delle soprascritte considerazioni, è imperativo che la
verità su Begin e il suo movimento sia resa nota a questo paese. E'
maggiormente tragico che i più alti comandi del Sionismo Americano si
siano rifiutati di condurre una campagna contro le attività di Begin,
o addirittura di svelare ai suoi membri i pericoli che deriveranno a
Israele sostenendo Begin. I sottoscritti infine usano questi mezzi
per presentare pubblicamente alcuni fatti salienti che riguardano
Begin e il suo partito, e per sollecitare tutti gli sforzi possibili
per non sostenere quest'ultima manifestazione di fascismo.

(firmato)
ISIDORE ABRAMOWITZ, HANNAH ARENDT, ABRAHAM BRICK, RABBI JESSURUN
CARDOZO, ALBERT EINSTEIN, HERMAN EISEN, M.D., HAYIM FINEMAN, M.
GALLEN, M.D., H.H. HARRIS, ZELIG S. HARRIS, SIDNEY HOOK, FRED KARUSH,
BRURIA KAUFMAN, IRMA L. LINDHEIM, NACHMAN MAISEL, SEYMOUR MELMAN,
MYER D. MENDELSON, M.D., HARRY M. OSLINSKY, SAMUEL PITLICK, FRITZ
ROHRLICH, LOUIS P. ROCKER, RUTH SAGIS, ITZHAK SANKOWSKY, I.J.
SHOENBERG, SAMUEL SHUMAN, M. SINGER, IRMA WOLFE, STEFAN WOLFE

New York, Dec. 2, 1948

Fonte: http://www.informationguerrilla.org/dicembre-1948-albert-
einstein-condanna-il-fascismo-israeliano-la-lettera-al-new-york-times/

--- End forwarded message ---


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