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Author: Edoardo Magnone
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DOPO MESI ISRAELE AMMETTE, IN LIBANO USATO FOSFORO
2006-10-22 21:33

ROMA - Per la prima volta oggi il governo di Israele ha ammesso l'utilizzo di
bombe al fosforo bianco in Libano, durante l'offensiva militare contro i
guerriglieri Hezbollah dell'estate scorsa. Le autorità di Beirut avevano a più
riprese accusato i comandi di Tsahal di aver impiegato nel conflitto questo
tipo di ordigno: un'arma capace di provocare gravi ustioni, il cui utilizzo è
vietato dalla Convenzione internazionale di Ginevra contro la popolazione
civile o militari che si trovano in zone abitate.

A rivelare l'utilizzo delle bombe al fosforo è stato il ministro per i Rapporti
con il parlamento Yaakov Edri, in risposta a un'interpellanza presentata da un
deputato del partito di sinistra Meretz. "Tsahal dispone di munizioni al
fosforo di vario tipo" ha detto il ministro, citato dal quotidiano Haaretz.
"Nel recente conflitto con Hezbollah ha fatto ricorso a bombe al fosforo per
colpire obiettivi militari in zone aperte". Secondo Edri l'utilizzo degli
ordigni in queste circostanze è consentito dal diritto internazionale. Dopo il
lancio nel luglio scorso dell'operazione militare "Giusta retribuzione", il
premier libanese Fuad Siniora aveva denunciato una violazione degli accordi di
Ginevra da parte delle forze armate di Israele. "L'impiego di bombe al fosforo
e al laser contro civili e bambini - si era chiesto il primo ministro - è
consentito dalla Convenzione?".

Nel Libano meridionale, diversi medici avevano sostenuto che molti feriti
ricoverati negli ospedali riportavano 'strane' ustioni, causate probabilmente
dal fosforo bianco. L'esecutivo di Beirut aveva inoltre denunciato l'ampio
ricorso di Tsahal al lancio di ordigni esplosivi a frammentazione nel sud del
Libano. Militari e civili libanesi sono rimasti uccisi a causa della
deflagrazione di ordigni rimasti inesplosi di questo tipo. Gli Stati Uniti
ammisero lo scorso anno l'utilizzo nel novembre 2004 di bombe al fosforo in
un'offensiva contro la roccaforte ribelle di Falluja, in Iraq. Dopo ripetute
smentite e di fronte a risultanze di inchieste giornalistiche, Washington
riconobbe il lancio di questo tipo di ordigni ma solo contro "combattenti
nemici". Gli Usa non hanno sottoscritto la Convenzione di Ginevra.