[NuovoLab] vol Cobas NO WAR NOW su manifestazione RM 30 sett…

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Autore: cobas comunege
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To: brunoa01, Mailing list del Forum sociale di Genova, forumsociale-ponge, aderentiretecontrog8, liguria ambiente
Vecchi argomenti: [NuovoLab] Afganistan: Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto
Oggetto: [NuovoLab] vol Cobas NO WAR NOW su manifestazione RM 30 settembre
Invio - copia e incolla - il volantino "NO WAR NOW" della Confederazione Coba sulla manifestazione di Roma il 30 settembre.

Saluti.
Andrea Tosa
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VIA LE TRUPPE ITALIANE
DA TUTTI I FRONTI DI GUERRA

La guerra preventiva degli USA semina morte e distruzione nel mondo, attacca i diritti civili, innesca razzismo e campagne antislamiche, sottrae risorse alle spese sociali per finanziare missioni militari e armamenti: dopo Palestina, Afghanistan e Iraq, essa ha devastato il Libano e minaccia anche Siria e Iran.
Ufficialmente la guerra doveva “sgominare il terrorismo”: ma la motivazione è fasulla; Bush sapeva che non c’era collegamento tra il regime di Saddam Hussein e Al Qaeda, ed ha inventato la bufala delle “armi di distruzione di massa” possedute dall’Iraq.

La guerra all’Iraq è servita solo a diffondere Al Qaeda nel mondo; la resistenza popolare non ha nulla a che fare con l’organizzazione di Bin Laden (finanziato per anni dagli USA in funzione anti-URSS) ed ha l’appoggio della maggioranza degli iracheni che vogliono la fine dell’occupazione.
L’obiettivo della guerra imperialista, in Iraq come in Afghanistan, è il controllo delle ricchezze energetiche che vanno esaurendosi e dei territori strategici, nella spietata competizione degli USA con potenze come Cina, Russia, India, la stessa Europa, nonché alcuni stati arabi, detentori di forti quote petrolifere.

In Palestina, poi, non è terrorismo quello dell’esercito israeliano che, incurante dell’indignazione internazionale, continua a massacrare la popolazione e a distruggere ogni infrastruttura?
Inoltre il governo Olmert ha aggredito in estate un paese sovrano come il Libano, uccidendo oltre 1200 civili e demolendo mezzo paese, per dare la caccia agli Hezbollah che, dalle elezioni del 1995 in poi, hanno raccolto sempre più consensi e che sono parte del governo libanese.

Ma per la prima volta l’esercito israeliano è stato fermato da alcune migliaia di combattenti e dall’unità della popolazione libanese, nonché dalla riprovazione internazionale. In realtà è questa sconfitta, e non l’ONU, ad aver costretto Israele alla tregua: l’ONU - anzi - non ha fatto nulla durante i 33 giorni dell’invasione.

Siamo contrari all’invio dei militari in Libano deciso dalla risoluzione 1701 dell’ONU che individua l’aggressore in Hezbollah e non nell’esercito israeliano, mira al disarmo di Hezbollah e non di Israele, che finora non ha mai rispettato alcuna risoluzione dell’ONU circa l’abbandono dei territori palestinesi occupati. Il contingente ONU non è neutrale: non si è posizionato nel territorio di Israele (l’aggressore), ma in quello del paese aggredito, il Libano; ed è costituito in prevalenza da paesi tutt’altro che neutrali, come l’Italia che ha un accordo di cooperazione militare con Israele e la Francia che in Libano è stata potenza coloniale.
I militari non portano la pace.
Solo la politica dei paesi occidentali, pressati dalla mobilitazione popolare, può imporre a Israele di eliminare le cause del conflitto: fine dell’occupazione della Palestina, restituzione a Libano e Siria dei territori occupati, rientro dei profughi palestinesi in esilio. Senza tali decisioni politiche, la guerra ripartirà senza curarsi del contingente ONU e rischia di provocare un cataclisma nucleare. Infatti gli USA e l’Europa, mentre vogliono bloccare l’Iran nella corsa al nucleare, nulla eccepiscono sulle 400 testate nucleari in mano ad Israele, che non ha mai firmato il trattato di non proliferazione.

Le truppe italiane vanno ritirate da Iraq e Afghanistan. Esse partecipano a occupazioni di paesi sovrani, sono politicamente inaccettabili e sempre più costose: il loro onere, mentre il governo Prodi vuole tagliare ancora pensioni, salari, scuola e sanità, fa lievitare la spesa militare a 25 miliardi di euro, il 2,5% della spesa statale, quasi la stessa cifra riservata alle spese sociali.

  I  due terzi degli/delle italiani/e sono, secondo i sondaggi, per il ritiro da Iraq e Afghanistan: e oltre il 50% dei cittadini è contrario alla missione in Libano, malgrado la grancassa mediatica suoni solo a favore di essa: ma il governo Prodi e il Parlamento sono sordi ai messaggi antiguerra che arrivano dal Paese reale.  Perciò, nel quadro della mobilitazione internazionale contro la guerra promossa dal Forum Sociale Europeo, 
  sabato 30 settembre 
  manifestazione nazionale a Roma 
  Piazza della Repubblica ore15
     CONFEDERAZIONE COBAS  Viale Manzoni, 55 – Roma – Tel. 06 70452452 – www.cobas.it  - e-mail: cobas@???


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