Leggendo tra le righe sembra di capire che da ora in poi il vertice militare
dellOrgano di Comando e Controllo Militare in Libano sarà + "mansueto"..
http://www.paginedidifesa.it/2006/mini_060920.html
Nella questione di Castagnetti cè qualcosa di più del cosiddetto siluramento.
Ed è perfino lecito chiedersi chi e che cosa sia stato veramente silurato.
Sullonda delle rimostranze di Kofi Annan per lintervista rilasciata dal
generale Castagnetti al Corriere della Sera la nostra Difesa si è affrettata a
proporre altri candidati. La designazione ufficiale di Castagnetti alla guida
della cellulla strategica presso lOnu (non dellOnu) era stata annunciata
parecchi giorni dopo lintervista ed era apparsa come la conferma che il
ministro Parisi, oltre alla competenza, riteneva che la chiarezza didee e la
franchezza fossero doti necessarie al delicato incarico.
Evidentemente il ministro non si rendeva conto che queste doti non sono
apprezzate allOnu dove le critiche non servono a far riflettere ma a scatenare
risentimenti. Lo dovevano però sapere i suoi consiglieri, a partire dal capo di
stato maggiore della Difesa, i quali avevano due alternative: suggerire al
ministro di non candidare Castagnetti o candidarlo ugualmente e difenderlo fino
alla morte. Era evidente che una terza alternativa, quella di candidarlo e poi
soccombere, sarebbe stata un disastro non solo e non tanto per Castagnetti,
quanto per il governo e per lItalia.
Come sempre accade, la cattedra ha scelto lopzione più infelice: quella da
scartare. Ma non si è accontentata di questo: lha migliorata inventandosi la
storia delle procedure delle designazioni che solo Kofi Annan può fare. Si è
perciò aggiunto un ulteriore scorno: ufficialmente Castagnetti non è stato
silurato da Annan, che viste le circostanze potrebbe essere un titolo di
merito, ma lo si è fatto perdere nella competizione con due altri colleghi.
Per giunta, il ministro Parisi e i suoi consiglieri si sono dichiarati molto
soddisfatti della scelta di Kofi Annan.
Nel più meschino gioco del fair play diplomatico e politico non cè stato un
accenno di resistenza e non cè stata neppure una posizione ufficiale salvo
quella della soddisfazione. Per uscire con onore dallimpasse auto-provocato
sarebbe bastata una precisazione di questo genere: Il governo prende atto
della preclusione personale (perché solo di questo si tratta e non di
competenze professionali) del segretario generale nei riguardi del generale
designato e ne ritira la candidatura. Il governo rinnova al generale
Castagnetti la sua piena fiducia e gli chiede scusa per limbarazzo nel quale
lo ha inopinatamente posto.
Ma la exit strategy non è mai stata il punto forte della nostra Difesa così come
la gestione delle conseguenze è una scienza sconosciuta in via XX Settembre.
Tuttavia il veto di Annan non è una semplice preclusione nei riguardi di un
candidato, ma è una deliberata insolenza dellOnu, del Dpko e di Kofi Annan nei
confronti dei massimi dirigenti politici e militari italiani. Castagnetti non
era un candidato e meno che mai avrebbe dovuto passare per uno dei
candidati. Non si spende il vertice del comando interforze in un momento in
cui sono da gestire nuove fasi operative in Afghanistan, il ritiro dallIraq e
lo spiegamento in Libano soltanto per fare i giochetti diplomatici. Castagnetti
era destinato a quella posizione e ad essa era stato comandato