[RSF] non facciamo uccidere Amir

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PARTITO UMANISTA
IL PARTITO DEI DIRITTI UMANI


Comunicato stampa 7-09-2006


Non facciamo uccidere Amir!
48 ore per fermare la sua “condanna a morte”.

Il Partito Umanista si fa portavoce dell’appello per la liberazione di Amir, promosso dal Centro delle Culture
e promuove il presidio davanti al CPT di via Corelli
Venerdì 8 settembre alle ore 17.00

Lunedì 4 settembre Amir K., cittadino pakistano residente da oltre 2 anni ad Arezzo, è stato fermato per accertamenti e, dopo una giornata di interrogatori, è stato portato nel Centro di Permanenza Temporanea di via Corelli a Milano con un decreto di espulsione.
Amir è un ragazzo di 23 anni che, da quando è in Italia, è impegnato attivamente come volontario in iniziative non violente, contro la discriminazione e per l’apertura al dialogo tra le culture e le religioni (corsi di lingua per immigrati, campagna nazionale per il dialogo tra le religioni, raccolta firme per adibire aree di sepoltura a ogni credo, promotore di un mensile multietnico, etc.).
Non essendo rientrato in nessuna sanatoria né decreto flussi, la sua attuale situazione è di clandestino.
Amir ha dovuto lasciare il proprio paese per motivi religiosi: appartiene a una minoranza sciita e per questo è stato perseguitato e minacciato di morte (esiste un’accurata documentazione della sua situazione); solo nell’ultimo periodo, nella sua città, sono state uccise 41 persone per lo stesso motivo, quindi rimpatriarlo adesso significa condannarlo a morte.

Ci appelliamo all’art.10 della costituzione
e chiediamo allo Stato italiano di dargli asilo politico per motivi religiosi.


Questa è un’ulteriore dimostrazione che sia necessaria una nuova legge sull’immigrazione nella quale lo straniero non venga considerato e trattato come un delinquente solo perché non ha un permesso di soggiorno