Autore: Silverio Tomeo Data: To: social forum Oggetto: [Lecce-sf] Ali Mokdad, ipse dixit
da la Repubblica di oggi, intervista ad Ali Mokdad, uno dei volti più noti di Hezbollah, deputato libanese.
"Onorevole Mokdad, qual'è la posizione di Hezbollah nei confronti della forza internazionale che sta arrivando in Libano?"
"Molto positiva. Non siamo contro l'intervento delle Nazioni Unite, purchè avvenga sotto il capitolo sei della carta dell'Onu, che significa nessuna azione militare, ma poteri di peacekeeping. Siamo particolarmente contenti che vengano gli italiani, che sono equidistanti dalle parti in causa"
Il testo dell'intervista la si può leggere sul quotidiano in questione. Su "il manifesto" un intervento di Burgio, valutati i rischi dello sviluppo delle cose (ma nessuno ha la palla magica per il futuro o legge Nostradamus), ad esempio funo scenario di fallimento e intervento della NATO e quindi degli USA (non voglia Allah!), o altre follie di guerra terroristica del governo israeliano, ritiene un fatto nuovo, non un dejavù, la faccenda, tutta la faccenda. Che infatti, per essere accettata, questa risoluzione, dalle parti in causa, ha già per adesso posto fine ai sanguinosi combattimenti, e prospettato un nuovo ruolo per l'Onu e per l'Europa e per l'Italia, ruloo spazzato via dalla guerra permanente preventiva di Bush e dall'accodamento di Berlusconi, per la nostra parte. A maggior ragione, dice Burgio (ma non solo lui, e ben altri primi di lui), si può pensare, in prospettiva, a truppe di caschi blu a Gaza e in Cisgiordania, a maggior ragiona van ritirati i nostri soldati dall'Afghanistan, oltre che dall'Iraq (che dovrebbe essere adesso a settembre).
Pacifismo attivo, intelligente, e che non ha paura di confrontarsi con la politica, fermo restando l'autonomia dei movimenti, questo è oggi necessario. Non c'è una storia che si ripete, ma processualità da capire e valutare.
Ieri ad Assisi eravamo in tanti, c'erano islamici, israeliani, cattolici, laici, insomma gente di pace e di buona volontà. C'era la famiglia di Angelo Frammartino e tantissimi suoi amici di Monterotondo. C'erano associazioni. C'era qualche politico. C'erano tantissimi sindaci e rappresentanti istituzionali delle Regioni e delle Provincie, dalla Silvia Godelli al nostro Luigi Calò.
Nessuno vuole essere acritico, gli sviluppi li vedremo e li valuteremo. L'8 di ottobre marcia della pace straordinaria ad Assisi.
Si vedrà nell'autunno imminente quali altre inziative per la pace e la giustizia sociale.
Tornando alla missione Onu e al ruolo dell'Italia. E' noto che per adesso in ambiente palestinese vien vista come opportuna l'avances di D'Alema per una forza di interposizione al confine con Gaza, mentre Israele dice che è troppo presto, che son molto divisi su questo (perchè ancora probabilmente vittime loro stessi della sindrome di accerchiamento che vorrebbero gestire in modo militare ma politicamente fallimentare, e forse ormai anche militarmente...). La situazione è seria e piena di opprtunità, per cui non si spiegano posizione prevenute ipercritiche o solo ideologiche. Il movimento per la pace è variegato, ha mille anime, si basa sugli argomenti, la cultura, il dialogo. Diceva Flavio Lotti, della tavola della Pace, che è la guerra permanente ad essere un'utopia (negativa), e non la pace e la giustizia.