"UN CERCHIO DI MORTE CHE BISOGNA SPEZZARE"
Messaggio del Patriarca Latino di Gerusalemme per l´incontro di pace di sabato 26 agosto 2006 ad Assisi
Ciò che accade oggi, giorno dopo giorno, a Gaza e in West Bank ed è accaduto in trentatrè giorni di guerra nel sud del Libano è semplicemente disumano, quali che siano i ragionamenti presentati per giustificarlo.
La comunità internazionale dovrebbe intervenire più efficacemente per porvi fine.
La cattura di un soldato israeliano come prigioniero a Gaza e di altri due nel sul del Libano è certamente da condannare. E noi auspichiamo il loro ritorno, sani e salvi, ai loro parenti e ai loro cari. Ma bisogna condannare anche, per lo stesso motivo, la cattura ogni giorno di un certo numero di prigionieri palestinesi da parte degli israeliani, senza dimenticare i 10.000 prigionieri palestinesi detenuti già da anni nelle prigioni israeliane. Anch`essi hanno dei parenti e dei cari che aspettano il loro ritorno. L`essere umano è uguale in dignità, israeliano, libanese o palestinese che sia.
La violenza è un cerchio di morte che bisogna spezzare. L`esperienza in questo conflitto ha mostrato ancora una volta che la violenza ha solo fatto crescere la violenza e non ha portato alla sicurezza voluta; ha mostrato una volta di piu che è inutile voler stabilire un ordine o raggiungere la sicurezza finchè si opprimono gli altri.
La violenza non può e non deve essere un mezzo di legittima difesa. La potenza militare da sola non protegge. Le rappresaglie militari fanno solo crescere il rifiuto che circonda Israele nella regione, fanno approfondire il rancore nei cuori e crescere il rifiuto.
L`unica azione di legittima difesa, che può proteggere realmente e avrà come conseguenza la sicurezza voluta, consiste semplicemente nel mettere fine all`ingiustizia iniziale, che è il cuore di questo lungo conflitto, cioè la questione palestinese: mettere fine all`occupazione militare israeliana imposta al popolo palestinese da anni e ridare loro la loro libertà e la loro indipendenza. Aspettare per questo che si fermi ogni manifestazione di violenza palestinese è un atteggiamento irreale e illogico, perchè finchè l`oppressione dura, l`oppressione stessa farà crescere la violenza rendendo impossibile la convivenza.
Di questa violenza dilagante è segno tragico il sacrificio che non avremmo voluto vedere e che non e ancora stato chiarito, di Angelo Frammartino. La presenza di questi volontari deve continuare come un elemento di vita dove spesso prevale l´odio, la violenza, la morte. I volontari come Angelo ci ricordano che la pace e possibile e dicono ai due popoli che la guerra e un male, sempre.
Fratelli e sorelle, preghiamo perchè dopo questo tempo segnato dalla violenza e dalla guerra, la ragione prevalga sullo spirito di vendetta. Preghiamo perchè gli uomini sappiano che sono capaci di vivere insieme. Preghiamo perchè cessino le azioni militari che impediscono ai capi e ai soldati di essere persone umane e li trasformano in assassini e distruttori. Preghiamo perchè Dio resti presente fra gli uomini e perchè la sua presenza renda l`uomo più umano nei confronti di tutti i suoi fratelli e sorelle, al di là di ogni discriminazione religiosa o nazionale.
+Michel Sabbah, Patriarca di Gerusalemme