[Cm-roma] pedalando tra il carbone

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Author: Huailai Spadone Winery & Vineyard Co., Ltd.
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To: cm-roma
New-Topics: RE: [Cm-roma] Bici in Ri-messa..o in Ri-Massa???
Subject: [Cm-roma] pedalando tra il carbone
vi scrivo dall'ufficio di un'azieda vinicola argentina che da due anni ha aperto fabbriche in cina per produrre per il mercato asiatico. una delle tante aziende che e' venuta in cina a far fortuna.
viva la cina e tutti i cinesi!!!non posso dire lo stesso della connessione a internet cinese. ogni cazzo di volta che provo a scrivere una bella e lunga mail salta la connessione tutto va perso costringendomi a riscrivere tutto da capo... santa pazienza!
iniziero con il domandarvi qual'e' il colmo per un circo che viaggia il mondo in bicilcletta quando entra nella patria delle 2 ruote e pedali?

perdersi le bici per 3 giorni senza sapere che fine hanno fatto!

abbiamo lasciato ulan bataar salendo su un treno in prima classe(erano gli unici posti disponibili fino a ottobre!) e caricando le nostre bici sul vagone merci dello stesso treno, tutto cio per superare il terribile deserto del gobi(sai deserto e bici non vanno poi cosi d'accordo).
bellissimo e' stato svegliarsi e ammirare l'alba sulle sconfinate colline del deserto con colori che poche volte ho visto in vita mia.la linea all'orizzonte filava liscia e dritta senza nessun elemento che la potesse spezzare, semplicemente deserto.
arriviamo al confine con la cina e dopo aver riempito comuli di cartacce burocratiche c'e' il tanto momento del cambio delle ruote: in cina le rotaie del treno sono piu strette di quelle mongole percio le ferrovie sono costrette ad alzare ogni singolo vagone e cambiare le ruote. in queste lunga e buffa procedura il nostro vagone merci e' andato perso per nei binari della burocrazia senza che noi ce ne accorgessimo assulutamentee soprattutto senza che nessuno ce lo venisse a dire(classico esempio della professionalita' mongola o mongoloide!).fatto sta che quando siamo arrivati alla nostra fermata a 400 km con il confine in piena terra cinese, scendiamo dal treno e nel vagone merci tutto e' cambiato, perfino il colore interno, e delle nostre bici nemmeno l'ombra e soprattutto nessuno sapeva dove erano scomparse, cosi il treno riparte e noi rimaniamo come dei coglioni sotto la pioggia ,con un mucchio di bagagli impossibili da caricare a spalla, sulla banchina di una piccola citta cinese dove nessuno parla inglese e tantomeno italiano. ci sono voluti tre giorni per riuscire a capire dove erano le nostre bici. le avevano bloccate al confine cosi,il quarto giorno, sono dovuto tornare indietro e perdere altre 4 ore e 37 minuti a firmare carte e a spiegare, anche con l'aiuto del mio diario di viaggio con centinaia di foto, che con quelle bici ci vaggiamo e che non le vogliamo vendere in cina.
almeno nella sfortuna abbiamo trovato un pub, a Jinin la citta dove siamo arrivati con il treno, che in quei 3 giorni ci ha ingaggiato per fare spettacolo in cambio di cibo,ospitalita' e soldi.
dopo questa entrata in cina piuttosto assurda ci siamo messi in sella verso la capitale e qui e' iniziato veramente il viaggio alla scorperta di una cultura lontana molto da tutto quello che abbiamo noi in europa.
sono rimasto molto colpito dalla poverta che c'e' nelle campagne, qui la gente vive con nulla e non hanno nessun tipo di confort e sinceramente non ne sentono nemmeno il bisogno.
Una buona introduzione alla cina e' stata la lettura di un libro ,procuratomi in cipro da un amico italiano, interessantissimo che consiglio di leggerlo a tutti "il secolo cinese", che parla dell'enorme sviluppo economico che sta subendo in questi ultimi 10 anni la cina diventado la seconda potenza economica della terra dopo gli stati uniti.
sapevo di trovare nelle campagne contadini che hanno un salario annuo 10 volte inferiore ad un salario medio basso di pechino, ma non pensavo che la poverta arrivasse a tanto.
qui intorno da dove vi sto scrivendo le persone guadagnano al mese 400 yuan che corrispondono a 40 dei nostri euro.ovviamente qui il costo della vita e' veramente irrisorio ma comunque difficile da affrontare per queste persone.
se volete posso fare una breve lista dei prezzi tradotti in euro:un cocomero medio grande costa meno 1 euro,un gelato 5 centesimi,mezzo chilo di tofu(formaggio fresco) 30 centesimi,un pranzo al ristorante con un abbondante piatto di carne bovina e verdure(buonissimo!) una ciotola di riso e una birra gelata 80 centesimi. ho pagato un astuccio di colori acquerellabili che in italia costerebbe non meno di 18 euro,poco piu di un euro e mezzo... un po come la terra dei sogni.un poncho da ciclista(qui in cina sanno come farli!)costa 1 euro e un coprisella muccato 30 centesimi.

per quanto riguarda l'aspetto igenico, questo e' un altro grande capitolo del viaggio.
i cinesi hanno una soglia dell'igene che spaventerebbe anche il piu sporco dei punkabbestia bolognesi. nei villaggi non hanno reti fognarie e non si curano di trovare un via di smaltimento delle loro feci.lo stesso accade anche per i rifiuti che vengono abbandonati per settimane semplicemente davanti la porta di casa.
una cosa assurda,forse inconcepibile per alcuni tipo mio fratello e' che nei bagni publici non ci sono porte e spesso neanche muri e che quindi ti ritrovi a cacare gurdando di fronte a te altre 5 persone assolutamente sconosciute che fanno lo stesso e che parlano come se non fosse nulla e come se bastasse magari arriva pure qualcuno a pisciare ... meglio non continuare altrimenti chi lo sente a mio padre!
il rutto e' assolutamente una cosa normale, ma veramente normale e nei ristoranti si puo capire quando si e' scelto quello di lusso perche i clienti non sputano sul pavimento. tutto questo, preso con filosofia(...non si puo fare altrimenti)e' veramente molto divertente e aiuta a liberarsi di tabu che noi occidentali abbiamo e che a volte complicano solo la vita.
tralasciato questo aspetto che sicuramente a molti avra' lasciato a bocca aperta,continuo col descrivere i cinesi come un popolo estremamente calmo e tranquillo che piuttosto che arrabiarsi e azzuffarsi, come facciamo noi in italia,piuttosto preferiscono farsi una bella risata.
difficilmente esternano le loro emozioni e sono timidi nel farlo, ad esempio per lo spettacolo siamo stati costretti a fare una serie di cartelli, tipo "applauso",che suggerissero al pubblico cosa fare.
fino ad ora siamo passati solo per piccole citta( un milone di abitanti) e campagne e tutti salutano felici ridendo con i denti in pessime condizioni a causa delle migliaia di tazze di te bevute .
non hanno peli e spesso mi ritrovo con persone che mi accarezzano le braccia e le gambe facendomi sentire come un po animale dello zoo.
dimenticavo di dire anche un'altra cosa piuttosto divertente(non c'e' altro modo di prenderla!):sono un po come i turchi.non hanno mai visto stranieri, soprattutto strani come noi, percio dovunque ci fermiamo arrivano a decine a circondarci a pochi metri e ad osservare silenziosi e attenti qualunque cosa noi facciamo. possono passare anche intere ore a farlo.
quando proviamo a campeggiare lontano dai villagi, ci trovano sempre e vanno a chiamare gli amici e tornano in gruppo per osservarci. una mattina mi ricordo di essere uscito dalla tenda e di aver trovato intorno a me una quarantina di anziani uomini e donne allegri e stupiti che ridevano senza denti, scrutando con scentifica attenzione tutti gli oggetti che erano attorno al fuoco.

parlando del tragitto, dopo Jinin abbiamo pedalato per 150 km e fatto pochi spettacoli, mangiato molto.
dopodiche' abbiamo lasciato la statale 110 piena di traffico e imboccato una parallela che passava per piccoli e cordiali villaggi.li le nostre tappe giornaliere si sono accorciate notevolmente fino ad arrivare ad un villaggio(non chiedetemi il nome!) dove abbiamo trovato una incantevole ragazza che perlava un buon inglese e dopo lo spettacolo ci ha invitati a casa dei parenti a fare dei ravioli con la madre.
li siamo rimasti per 4 giorni a studiare le basi della complessa lingua cinese( complessa non per la forma grammaticale estremamente semplice, ma per la pronuncia e i caratteri della scrittura) e a vivere in questo piccolo villaggio con la famiglia di lei e le persone del paese.la mattina del quarto giorno, mentre preparavamo le bici per ripartire molti hanno cominciato a piangere e vi posso garantire che in una situazione cosi non mi mi ci ero mai sentito.
persone che per pochi giorni hanno comunicato con noi con gesti e espressioni erano estremamente tristri che andavamo via, la famiglia di lei per prima.
momenti indimenticabili per qui vale la pena viaggiare.
dopo questa candida tappa ci rimettiamo sulla statele 110 che nel frattempo e' peggiorata parecchio. ora sui lati della strada ci sono enormi miniere di carbone e i camion, carichi di combustibile fossile, sulla strada correndo sprigionano micropolveri estremamente tossiche per ciclisti affannati a petto nudo e sudati.
questa mattina stremati, decidiamo di fare autostop per 65 km fino al bivio con la strada vecchia che ci portera sulla montagna che precede pechino e ai cui piedi si trova ... la grande muraglia cinese.
per ora ci siamo fermati in questa azienda e parlato con questa coppia di argentini fino a tarda notte della loro esperienza con i cinesi qui nella fabbrica. tutte cose molto interessanti che aiutano a capire ancor meglio la contradittoria personalita di questo popolo dagli occhi a mandorla.
ora vi saluto, qui sono le 3 di notte(in italia credo le 8 di sera) e domani mattina sveglia presto per scalare la montagna!
vi mando un grande abbbbraccio e a risentirci a pechino sperando che trovaremo una bella sistemazione per dormire. piero