[NuovoLab] FW: Re:appello s.o.s palestina

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Auteur: Elisabetta Filippi
Date:  
À: forumgenova
Sujet: [NuovoLab] FW: Re:appello s.o.s palestina
Ricevo e inoltro.

Elisabetta


>From: "sos\.palestina\@libero\.it" <sos.palestina@???>
>To: "elisabettafilippi1" <elisabettafilippi1@???>
>Subject: Re:appello s.o.s palestina
>Date: Mon, 10 Jul 2006 20:34:46 +0200
>
>Lettera aperta ai movimenti internazionalisti e di solidarietà
>Care compagne e cari compagni,
>in questi giorni stanno venendo al pettine una serie di nodi che, per la
>verità, in molti ci aspettavamo. In particolare, mi sembra che il nuovo
>governo non manifesti la minima attitudine ad una sostanziale discontinuità
>in politica estera rispetto al nefasto operato del governo Berlusconi.
>Da un lato, assistiamo alla riconferma degli impegni in Iraq e Afghanistan:
>il ritiro dei militari italiani dall’Iraq avverrà (se avverrà: per il
>momento, non siamo a conoscenza di alcun calendario preciso al riguardo)
>secondo le modalità già concordate da Berlusconi con gli U.S.A. e il
>governo quisling di Baghdad e, quanto all’Afghanistan, il coinvolgimento
>del nostro paese nell’occupazione rimane immutato, nonostante l’evidente
>innalzamento del livello di guerra guerreggiata e l’altrettanto evidente
>fallimento dell’esportazione della democrazia a suon di bombardamenti.
>Su un altro versante, non possiamo che constatare come, aldilà di qualche
>prudentissima dichiarazione di Prodi e D’Alema, peraltro non seguita da
>alcuna iniziativa concreta, la complicità italiana con la criminale
>politica del governo israeliano si situa sul medesimo livello di quella del
>governo Berlusconi. I drammatici eventi delle ultime settimane sono sotto
>gli occhi di tutti e non hanno bisogno di ulteriori commenti.
>Di fronte a questo scenario desolante, sono personalmente rimasto colpito
>dal coraggio politico e – perché non dirlo? – dalla dirittura morale dei
>volontari della sezione italiana dell’International Solidarity Movement
>(ISM), che hanno, senza pensarci troppo, messo in atto una civile ma
>determinata protesta di fronte al palazzo del governo, mentre altri (come
>al solito) preferivano riproporre un concetto di equidistanza fra vittime e
>carnefici del quale, francamente, non se ne può proprio più. Mentre i
>panzer israeliani sferragliano nei campi e nelle strade della poverissima
>striscia di Gaza, mentre aerei e navi israeliani bombardano senza sosta
>l’area più densamente popolata del mondo, distruggendo vite, case e
>infrastrutture, mentre la cosiddetta comunità internazionale, per la prima
>volta nella storia, sottopone ad un durissimo embargo non la nazione
>occupante e più volte condannata dagli organismi internazionali, ma il
>popolo vittima dell’occupazione, trovo semplicemente osceno organizzare
>iniziative e lanciare appelli la cui richiesta principale non è quella
>della cessazione del martirio della popolazione di Gaza, bensì quella della
>liberazione di un soldato occupante fatto prigioniero dalla resistenza
>palestinese, che ne ha proposto lo scambio con le migliaia di donne e
>bambini illegalmente sequestrati – anche da anni e senza processo – nelle
>prigioni della potenza occupante.
>E’ in questo contesto che viene a collocarsi l’incontro fra il Presidente
>del Consiglio Romano Prodi e il premier israeliano Olmert, annunciato dalla
>stampa per il prossimo 27 luglio a Roma. Il compagno Vincenzo Miliucci,
>dell’esecutivo nazionale Cobas, ha ricordato in un suo intervento che nel
>corso dell’iniziativa dell’ISM ci si è raccomandati di preparare ad Olmert
>l’accoglienza che merita; anche io penso che, nonostante l’indubbia
>difficoltà del periodo, non possiamo permetterci di non far sentire la
>nostra voce, la voce di tutti quelli che hanno a cuore la pace e la
>giustizia. La visita italiana del più alto responsabile della politica
>israeliana deve essere l’occasione per mostrare al mondo, e soprattutto al
>popolo palestinese, che l’Italia non è solo il Paese dei governi che
>collaborano con le avventure coloniali degli USA e sottoscrivono accordi
>militari con Israele, ma è anche un Paese in grado di mostrare solidarietà
>a quei popoli che – esattamente come hanno fatto i nostri padri in anni non
>lontanissimi – resistono e lottano per liberarsi dall’oppressione. Credo
>che sia indispensabile mobilitarsi per riaffermare, in un momento tanto
>terribile per i Palestinesi, la nostra indisponibilità ad essere complici
>di quanto sta avvenendo, e mi sembra evidente che l’obiettivo di questa
>mobilitazione non possano essere che il nostro governo e le forze politiche
>della maggioranza che lo sostiene. In altre parole, penso che il 26 e il 27
>luglio debbano essere giornate caratterizzate da manifestazioni ovunque sia
>possibile nei confronti dell’Unione e dei partiti che la compongono, a
>partire dalle federazioni dei DS, che non solo sono il primo partito della
>maggioranza ma anche quello che esprime l’attuale Ministro degli Esteri. Il
>26 e il 27 luglio come giornate nazionali di solidarietà con il popolo
>palestinese e di protesta contro il silenzio complice delle forze politiche
>italiane, con le forme e le modalità che ogni situazione – dalla più
>piccola alla più grande – deciderà di scegliere.
>Care compagne e cari compagni, credo non ci sia molto altro da dire. C’è
>moltissimo da fare, invece, da qui al 27 luglio. Buon lavoro a tutte e
>tutti.
>Roma, 10.7.2006
>Germano Monti (del Forum Palestina)
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