vabbé ma anche le merde diventano troppo sciolte ogni tanto; è il
corsera, mica libero.
invece mi interessa l'idea del tifo collettivo. com'è il programma
psicogiro e poi tifo antipatriottardo ma viscerale?
lx
On 7/5/06, invel <invel05@???> wrote:
> vabbè, mario sconcerti...
> altro consiglio: un pezzo di parrtita ieri vista da cabrio, mitico
> rugbista elettrauto di via correggio a mi. bigoli al sugo, venegazzù e
> tifo sguaiato, con l'umorismo surreale del rugbista doc. finite il
> psicogiro lì domenica e non ve ne pentirete
>
> 2006/7/5, Alex Foti <alex.foti@???>:
> > Ciao grifofilo e tifosi con senso di colpa tutt*,
> >
> > ieri da ng abbiamo mandato una lettera al corsera in merito
> > all'editoriale sportivo etnonazionalista come solo il giornalismo
> > fascista riusciva a fare (l'articolo allucinantemente vero è subito
> > sotto).
> >
> > ++++++
> > Caro Direttore,
> >
> > Abbiamo letto con imbarazzo e sconcerto l'editoriale sportivo "La
> > Storia siamo noi" che teorizza la superiorità delle squadre di calcio
> > fondate sullo ius sanguinis.
> >
> > Siamo offesi come italiani e come democratici da un articolo che
> > denuncia la "negritudine" (sic) come una sorta di attentato
> > all'identità calcistica della Francia -- riecheggiando le tesi
> > abominevoli di Le Pen sulla squadra "poco bianca" che è arrivata a
> > battere il Brasile --- come se il futuro di ogni paese europeo,
> > incluso l'Italia, non fosse multietnico.
> >
> > Non riusciamo a comprendere come simili assurdità etnonazionaliste
> > possano trovare spazio in un giornale liberale che si oppone alla
> > xenofobia e difende il multiculturalismo.
> >
> > Noi tifiamo l'Italia meticcia che è già qui tra noi.
> >
> > *****
> > LA STORIA SIAMO NOI
> > Germania contro Italia, la Storia siamo noi
> > Italia-Germania è l'incontro delle due più grandi autonomie
> > calcistiche rimaste. Siamo sempre molto preoccupati dall'invasione di
> > stranieri, ma ci resta difficile capire che quello che conta in un
> > calcio meticcio è la forza del movimento, la conferma delle
> > tradizioni.
> >
> > Anche i grandi stranieri che vengono in Italia non cambiano il nostro
> > modo di giocare, si adattano, diventano come noi e si completano
> > proprio perché aggiungono l'italianità al loro bagaglio di un altro
> > mondo. Inglesi e francesi sono molto diversi. I francesi hanno
> > rinunciato a un loro modo di essere (leggerezza, velocità, tecnica)
> > per darsi completamente ai giocatori delle loro colonie. Ne esce fuori
> > una squadra bella da vivere e da vedere, ma con l'identità universale
> > della negritudine. Di francese ha poco. Il grande amore della gente
> > per Ribéry, pallido e segnato dalla violenza dei carrugi marsigliesi,
> > prescinde dal suo talento. È l'amore per un tipo di uomo e di
> > calciatore che rappresentando la tradizione, la normalità francese,
> > ormai ne rappresenta quasi la diversità. In Inghilterra è successo
> > qualcosa di simile. Il calcio inglese di sempre, palla lunga, cross
> > dal fondo e colpo di testa del centravanti, non esiste più. Cinque
> > giocatori su dieci oggi sono africani, hanno talento e voglia di
> > giocare. È come aver portato in un grande calcio muscolare la fantasia
> > di decine e decine di trequartisti sparsi in ogni ruolo. La qualità
> > aumenta, ma quel calcio diventa un altro.
> >
> > Juventus e Bayern, campioni nazionali, sono invece squadre per metà
> > fatte da stranieri, ma sono squadre esattamente italiane e tedesche,
> > pensano calcio come si pensa in Italia e Germania. È questa
> > conservazione di un modo di essere che mantiene la forza e salva la
> > qualità anche nei momenti di maggiore distrazione. Italia e Germania
> > che s'incontrano oggi non sono le squadre più forti del mondo. Hanno
> > anzi molti limiti. La Germania è troppo piena di ragazzi, l'Italia è
> > molto vecchia, il più giovane è Iaquinta che ha 26 anni. Italia e
> > Germania arrivano cioè al punto in cui sono non per la loro forza ma
> > per come hanno saputo gestire i loro limiti. Attraverso la solidità
> > dei loro movimenti e delle loro esperienze, dall'insistenza e
> > consistenza con cui hanno continuato sempre a giocare a calcio in modo
> > italiano e tedesco. Detto questo, la partita è quasi una conseguenza.
> > Noi per i tedeschi siamo un avversario scomodo perché non ragioniamo
> > come loro. Anche con un trasgressivo come Klinsmann, la Germania gioca
> > con ordine, più velocemente, con più ragazzi, ma con ordine. E un
> > gioco ordinato i tedeschi si aspettano dai loro avversari. L'Italia
> > invece magari marca Ballack a uomo, mette Totti fra le linee,
> > costringe Toni a tenere impegnati due tedeschi, Mertesacker e
> > Metzelder, lascerà probabilmente libero Friedrich e avrà invece una
> > densità da Calcutta in mezzo al campo, intorno a Pirlo. Gente strana
> > gli italiani, non giocano mai la stessa partita. È questo che fa
> > soffrire i tedeschi e li ha portati spesso alla sconfitta contro di
> > noi. L'impressione a freddo è che possa succedere anche stavolta.
> >
> > La Germania è un'ottima squadra ma per giocare bene deve correre
> > molto. Sembra più stanca di noi e anche un po' schiacciata dall'aver
> > dovuto crescere in fretta. Alcuni dei suoi piccoli fuoriclasse, Lahm,
> > Schweinsteiger e Podolski, contro l'Argentina sono rimasti a lungo
> > fuori partita.
> >
> > L'Italia in campo ha meno obblighi. Perdere significherebbe per tutti
> > l'apertura di processi e soprattutto Lippi sa che la stampa non
> > perdonerebbe i suoi eccessi di sincerità. Torneremmo a essere un
> > calcio cattivo che deve dimenticare la gloria e catapultarsi nei
> > processi.
> >
> > Mario Sconcerti
> >
> > On 7/4/06, cauz. <graziano.predielis@???> wrote:
> > > >ecco la sua ultima dichiarazione sul calcio, in straordinaria sintonia
> > > >con la tua visione radical chic: "Si assiste a un deficit di eticità
> > > >che si manifesta nel calcio, così come in altri aspetti della nostra
> > > >società. La colpa è tutta dello sterco di Satana, quel fiume di
> > > >denaro che si riversa sul mondo del pallone".
> > >
> > > ma io amo il calcio
> > > frequento la gradinata nord di marassi da anni
> > > non scherziamo...
> > >
> > > e' solo che...
> > > amo la birra
> > > odio la nazionali
> > > odio le nazioni
> > > odio le patrie...
> > > e c'e' il tour. povero valverde. :(
> > >
> > >
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> > >
> > >
> > >
> > > .. salumi e bici,
> > > _
> > > cauz.
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> > > credere di avere qualche merito per l'essere
> > > nato sotto una determinata bandiera."
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