[NuovoLab] Rosa Piro: "Non sporcate il mio Dax"

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Aihe: [NuovoLab] Rosa Piro: "Non sporcate il mio Dax"
repubblica, cornaca Milano

Rosa Piro: ma la manifestazione della Fiamma tricolore non doveva essere autorizzata
"Non sporcate il mio Dax"
La madre del ragazzo ucciso tre anni fa: no ai violenti

paura Questi giovani compiono reati che pagheranno per tutta la vita



Ci sono tanti modi per ricordare mio figlio. Quello di sabato non è certamente uno di questi».
Rosa Piro, la mamma di Davide "Dax" Cesare, ucciso tre anni fa - proprio in questo mese - durante una lite con tre neofascisti, ha guardato e riguardato le immagini degli scontri di corso Buenos Aires in televisione. Senza trovare un perché in quello che vedeva. «Quello che è successo non doveva accadere. Solo per miracolo non ci sono stati morti».
Signora Piro, ma di chi è la colpa?
«Per quello che può significare la mia presa di posizione, sono sempre stata convinta sostenitrice della non violenza. Ma il problema qui è a monte. La manifestazione della Fiamma Tricolore non doveva essere autorizzata. Lasciare loro una piazza per marciare vuol dire riconoscerli. E io, da antifascista, non posso accettarlo».
Per fermare quel corteo altri ragazzi hanno incendiato e devastato una strada. E lo hanno fatto - dicono - anche in nome di suo figlio, della sua memoria da rispettare.
«Lo dico a chiunque sia stato in piazza sabato: non mettete in mezzo il nome di mio figlio per atti gratuiti di violenza. E quella di sabato era davvero inutile. Non servitevi di Dax».
Su molti muri di Milano è scritto "Dax odia ancora". Non lo trova inquietante?
«Dipende da cosa si intende. Io in quelle scritte leggo: Dax odia ancora la violenza, il fascismo, l´ingiustizia sociale. Tutto quello per cui mio figlio ha sempre lottato».
Lei è una mamma simbolo per i giovani antagonisti milanesi. Ma, da mamma, cosa ha pensato vedendo i disordini di sabato?
«Ho provato paura, e tanta. Per i bambini e i passanti che potevano restare feriti, certo. Ma soprattutto per quegli stessi giovani coinvolti nei disordini. Ragazzi che devono ancora crescere, e invece rischiano di macchiarsi di reati che rimpiangeranno per tutta la loro vita. E la stessa paura la provo anche per tanti ragazzi di destra».
Sembra che lei parli dei fratelli Morbi, i due giovani che hanno ucciso suo figlio.
«Quando penso al più giovane, che all´epoca era minorenne è normale che non riesca a dimenticarmi che lui è l´assassino di Davide. Ma se per un momento riesco ad allontanare il dolore che ho nel cuore, penso che quel che resta è un ragazzo di 17 anni che paga per un crimine orrendo. Mi auguro solo che riesca a capire il male che ha fatto. Questo conta, non gli anni di carcere che si fa».
In settimana ci saranno le manifestazioni per ricordare Dax. Paura di nuove tensioni?
«Gli amici e i compagni di Dax sanno che odio la violenza e che mi aspetto che loro non facciano niente di male. L´unico invito che faccio, sperando che qualcuno mi ascolti, è di abbassare il livello della tensione. Ora dobbiamo stare tranquilli».
(o. l.)


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