lavoro repubblica
Più vicina la realizzazione, ma è allarme per le acque del sottosuolo.
L´assessore: rischi concreti per le falde
Golf all´Acquasanta, è polemica
mercatini etnici
Fereggiano
Amiu/Aster
Tursi approva la variante, ma Seggi e Dallorto non votano
I comitati: "Noi mobilitati contro un progetto che cancella il verde per
tutti"
DONATELLA ALFONSO
IL GOLF dell´Acquasanta, con una rincorsa durata quindici anni, si avvicina
alla prima buca con l´approvazione in giunta della variante al preventivo
assenso, che prelude alla stipula di un accordo di programma: ma due
assessori, Luca Dallorto e Valter Seggi, escono al momento del voto.
Motivata da tempo l´opposizione del verde Dallorto, mentre Seggi chiarisce
che, pur essendosi già dichiarato contrario ai tempi del primo "sì" di
giunta e Consiglio, quando era ancora nelle file di Rifondazione, adesso la
sua opposizione è sia politica che tecnica. In pericolo, spiega l´assessore
al Ciclo delle acque, ci sono le falde idriche del Leiro, una delle fonti
fluenti più importanti del sistema degli acquedotti genovesi ormai
interconnessi, ma anche quelle del Branega. E mentre Seggi ottiene dalla
giunta la necessità di maggiori approfondimenti, Arcadio Nacini, portavoce
dei Comitati del Ponente, la mette giù dura: «Siamo stati contro ieri,
continueremo ad esserlo. Abbiamo vinto contro i riempimenti, non vogliamo
che sulla piana di Prà, l´unico spazio verde davvero a disposizione di
tutti, nasca un insediamento di questo genere, con edifici eccessivi e una
viabilità tutta da costruire, Ci rimetteremo le magliette con scritto no
al golf del mattone´».
Più che a ciò che potrebbe sorgere sopra, Seggi guarda al di sotto. Anche
se non ce ne accorgiamo, spiega, l´emergenza idrica è costante, perché
negli ultimi quattro anni il livello di piovosità è calato del 40%, e
proprio le fonti fluenti come i torrenti sono diventate fondamentali. «Si
pensa di creare laghetti per garantire l´umidità adeguata all´erba, ma
anche per contrastare l´aria marina - spiega Seggi - Non solo verrebbe
sottratta una gran quantità d´acqua all´interconnessione, ma si andrà anche
a muovere la terra, e quindi il rischio è che si tocchino proprio le falde.
Prima di correre anche un lontanissimo rischio, vorrei che ci si vedesse
chiaro. Magari un privato non lo farebbe, un´amministrazione pubblica ne ha
il dovere». Seggi precisa anche che queste valutazioni avrebbe dovuto farle
la Regione, prima ad approvare l´opera, che ha una specifica direzione
delle risorse idriche «ma così va la vita....» sorride. Però, nonostante le
migliorie apportate al progetto urbanistico, il suo parere resta contrario:
«Vorrei però che di questi avvertimenti si tenesse conto, se il progetto
andrà avanti». Secondo Seggi le varianti, che allarmano i cittadini del
Ponente soprattutto per una nuova "svolta" verso Prà del green, finora
orientato più nel territorio di Mele, hanno peraltro prospettato un disegno
urbanistico più accettabile. A gennaio la pratica torna in Consiglio, dove
era stata già approvata nel luglio del 2003 con una maggioranza molto
trasversale (sì di Ds, Margherita, Pdci, Liguria Nuova, Forza Italia, no di
Prc, An, lega, Cosma allora in Idv, astenuti i Verdi e due forzisti): da
valutare se il complesso da 27 buche potrà essere davvero realizzato. Anche
perché una parte del territorio interessato - 220 ettari di colline - è
finita, in quella stessa estate di due anni fa, nella morsa del fuoco: e
resta da vedere se la norma che impedisce di costruire nelle zone
interessate da incendi possa valere anche per verdi pendenze. Accompagnate
però da oltre 35 mila metri quadri di nuove costruzioni, tra villette,
albergo, clubhouse, servizi.
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