COMUNICATO STAMPA
OGGETTO:; Rifondazione vota contro il bilancio regionale
Un bilancio formalmente corretto ma ragionieristico, che non coglie politicamente la necessità di un nuovo modello di sviluppo per la Toscana e persevera in scelte sviluppiste dimostratesi inefficaci per risolvere la crisi sociale ed economica della nostra regione.
Questa la motivazione di fondo che ha portato il Gruppo di Rifondazione Comunista in Consiglio Regionale ad esprimere il voto contrario sul bilancio di previsione 2006 e pluriennale '06-'08.
" Era necessario un percorso largo, che cogliesse l’occasione per lanciare da ora proposte e indirizzi in netta opposizione alle scelte governo Berlusconi, a cominciare dalla legge finanziaria - ha spiegato la capogruppo Monica Sgherri - colpendone i vincoli, gli indirizzi ispiratori e indicando per il futuro un chiaro cambiamento di rotta.
L’obiettivo poteva essere quello di far emergere con forza l'indicazione di un nuovo modello di sviluppo a partire anche dal bilancio regionale, che guardasse al futuro e quindi al nuovo governo.
Si è invece proceduto nella riconferma di vecchie ricette improntate ad una crescita ambientalmente e socialmente gravosa e per giunta improduttiva, al perseguire politiche di precariato diffuso.
E' per noi chiaro, visti i risultati negativi ottenuti - ha proseguito Sgherri - che un nuovo modello di sviluppo si dovrà basare sempre più su una ricerca innovativa in mano ai soggetti pubblici in grado così di rilanciare le realtà produttive di lavoro e sempre meno su una infrastrutturazione fine a se stessa e su un sostegno generalizzato a ricerca e innovazione che le impresa hanno dimostrato di non effettuare nonostante i finanziamenti che ricevono.
Vista anche la carenza di risorse sarebbe stato improcrastinabile un chiaro segnale di maggiore equità tramite una maggiore progressività fiscale e la conseguente rivisitazione dell'imposizione regionale che aiutasse i soggetti sociali ed economici più deboli.
Che introducesse un ragionamento sul reddito sociale e sull'analisi dei bisogni dei toscani, non ultimi quelli offerti dai servizi pubblici locali andando di riflesso a rivisitare fortemente le scelte strutturali fatte in questi anni, incentrando l'analisi e le proposte sull'accessibilità, qualità e costi.
Stesso temi, questi ultimi, che toccano la questione della salute, della sanità e del sociale, dove si assiste, di fronte a previsioni di maggiori fabbisogni e reperimento di maggiori risorse, ad un incentrare tutto o quasi sulla realizzazione di nuovi ospedali ad alta specializzazione.
Il rischio è di diminuire fortemente l'offerta ospedaliera diffusa sul territorio per giungere ad un bassissimo rapporto di fruibilità in relazione al numero e alla distrubuzione degli abitanti toscani; il tutto mentre l'offerta sociale e sanitaria non ospedaliera diffusa resta, per la mancanza di risorse ed il deficit di programmazione concreta, sostanzialmente un'incognita.
Tutte queste considerazioni - ha detto Sgherri - si potevano e si dovranno sviluppare a nostro a viso tramite quel coinvolgimento largo della società toscana che chiede di superare una concertazione verticistica sulle grandi scelte.
E’ sotto gli occhi di tutti che la concertazione sta mostrando la corda in quanto a rappresentatività e conseguente incidenza e qualità dello sviluppo proposto.
A partire da queste considerazioni che può partire un percorso che porti ad una legge sulla partecipazione e alla sperimentazione del bilancio partecipativo, alla legge sui servizi pubblici locali, nella prospettiva di un nuovo modello toscano.
Banco di prova sarà il prossimo Piano regionale di sviluppo: se si vorranno sperimentare nuove modalità di coinvolgimento delle realtà politiche e sociali toscane, non ci sottrarremo al confronto.
Firenze 20 dicembre 2005