Autor: ugo Data: Para: forum sociale di genova, aderentiretecontrog8@yahoogroups.com Assunto: [NuovoLab] Amsterdam brucia il CPT 11 prigionieri morti
Amsterdam nella notte brucia il Cpt 350 prigionieri chiusi nelle gabbie.Le
guardie private non accorrano alle loro grida e undici persone muoino prima
che le stesse gabbie vengano aperte
Dal "il manifesto" del 28 ottobre 2005
(alessandro dal lago)
Prima o poi una strage di tali proporzioni doveva succedere. Solo la diffusa
ipocrisia contemporanea può attribuire i morti in Olanda a un incidente,
così come è avvenuto per i morti in Sicilia, qualche anno fa, o per casi
di soffocamento di stranieri in aereo, dovuti alle tecniche di «contenimento».
Se si crea un sistema di internamento amministrativo sottratto a qualsiasi
controllo giudiziario e affidato a specialisti della violenza, che cosa ci
si aspetta? Non è mica necessario essere dichiaratamente cattivi come Cheney
per approvare la tortura. Basta praticarla e poi far finta di nulla. Il fatto
è che il sistema dei centri di internamento sta diventando un mostro che
allunga i suoi tentacoli su tutta l'Europa e su un buon numero di paesi limitrofi.
I centri conosciuti sono oggi circa 250, tra aderenti a Schengen, Turchia,
Croazia, Ucraina, Libia, Marocco e così via. Parliamo solo di quelli ufficiali,
ma devono essere molti di più se si pensa che la Russia ne sta creando alacremente
dappertutto. Solo la Germania ne ha 45, e poi segue la Polonia con 25, la
Francia con 20 ecc. Spesso i centri sono occultati in commissariati, aeropòrti
o, come avviene in alcuni paesi dell'Est europeo, in baraccamenti temporanei
in cui nessuno può mettere piede.
Quanti saranno gli stranieri che vi circolano? Sicuramente diverse centinaia
di migliaia, se solo in Italia nei Cpt si internano 25.000 persone ogni anno.
Se una strage è possibile in Olanda, che fino a poco tempo fa sembrava un'oasi
di tolleranza, che cosa succederà in Ucraina, Russia, Libia, Marocco? Ci
siamo già dimenticati dei morti di Ceuta e Melilla? Se a Lampedusa si somministrano
impune-mente calci e schiaffi, quante violenze uccisioni sono praticate in
paesi agli ultimi posti delle classiche internazionali in materia di diritti
umani?
Il mostro si alimenta di una cultura, che magari non sarà quella di tutti
i suoi cittadini, ma che sembra ormai insediata stabilmente nel ceto politico
e amministrativo europeo. Qui non si tratta di fare di tutta l'erba un fascio,
ma di capire che se si comincia con le litanie della sicurezza, sui confini,
nei quartieri, nei centri storici, si avviano processi che prima o poi sfociano
nella violenza e, diciamolo pure, nel delitto
Che fine faranno il rumeno, il lavavetri, il marocchino che butti fuori dai
salotti urbani, quando ad aspettarli ci sono queste procedure disumane, di
cui nessuno si vuole assumere la responsabilità rifugiandosi in luoghi comuni
e nel tremendo linguaggio da commissariato (aggiungendo, ovviamente, l'immancabile
solidarietà?).
L'altra sera, sulla terza rete è stata trasmessa un'inchiesta sui bambini
di strada di Manila, internati a migliaia in «prigioni» in tutto e per tutto
simili a porcili. In ultimo, si mostrava uh gruppo di cittadini che esigeva,
letteralmente, «pena di morte per i bambini» (anche se, finora, solo uno
stra niero è stato arrestato nelle Filippine per abusi sessuali su di loro).
Siamo così sicuri di essere tanto lontani da tutto ciò?
A questo punto, qualsiasi appassionato di sicurezza mi dovrebbe chiedere:
e tu che faresti, estremista dei diritti umani, che ti disinteressi del legittimo
bisogno di quiete e sicurezza dei cittadini? E io gli direi: i 900 milioni
di Euro che l'Italia spende ogni anno per gli stramaledetti Cpt non sarebbero
spesi meglio per accogliere questa gente? La cifra inverosimile, decine di
miliardi, bruciata dagli astuti europei per vessare i migranti, non sarebbe
spesa meglio per farli vivere in un continente che ormai si spinge fino al
Pacifico? Miseria dell'Europa, che risponde al declino demografico e alla
sua marginalità globale con le espulsioni e i Cpt. E miseria di un pensiero
politico che non sa inventare nulla, al di là di ordinanze, manganelli e
sbarre alle finestre. E che apertamente incita a «sparare», all'«alzo zero».
E per difendere che cosa, poi? L'estetica dei centri storici, l'attenzione
degli automobilisti ai semafori, il delicato olfatto dei cittadini a passeggio.
Se si pensa che queste sono dopotutto le preoccupazioni di amministratori,
sociologi e cultori della sicurezza urbana, non si può che provare nostalgia
per il maestro taoista che ammoniva, più di due millenni fa, che il saggio
governante diminuisce le leggi, se vuole diminuire i delitti.
(alessandro dal lago)