[Hackmeeting] terrore, dischi fissi sequestrati e costruzion…

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Autore: pinna
Data:  
Oggetto: [Hackmeeting] terrore, dischi fissi sequestrati e costruzione di prove
da http://italy.indymedia.org/news/2005/07/835328.php

«Azioni terroriste», Casarini indagato
    by dal manifesto Sunday, Jul. 17, 2005 at 10:47 AM




        Perquisite tra Padova e Venezia le abitazioni di 4 militanti dei
centri sociali del nord-est. La polizia non trova nulla ma sequestra i
computer. No global sotto inchiesta per due attentati incendiari compiuti
un anno fa contro una compagnia Usa e l'associazione dei lagunari.
Risposta: «È tutta una montatura».


L'ipotesi di reato è pesante, molto pesante. Articolo 280 del codice
penale, vale a dire «attentato con finalità di terrorismo o di eversione»,
aggravata dal concorso. E ha fatto sobbalzare molti attivisti della
galassia ex disobbediente, ancora più delle pur gravi condanne in appello
che pure potrebbero far finire in carcere diverse persone e arrivate negli
ultimi dieci giorni, prima per gli scontri alla fiera delle biotecnologie
Tebio a Genova nel 2000, poi per una manifestazione di protesta nel `98
contro il cpt di Porto Vecchio a Trieste, chiuso dal ministro Jervolino
appena 15 giorni dopo. Stavolta non sono contestati piccoli reati come
resistenza a pubblico ufficiale o danneggiamento, per i quali è in corso
una campagna per la depenalizzazione, ma c'è addirittura l'accusa di
«terrorismo», e qui non c'è richiesta di amnistia che tenga, soprattutto a
pochi giorni dall'attentato di Londra e con le misure emergenziali alle
porte, anche se per il momento non è stato trovato alcun indizio che possa
giustificare le accuse e una eventuale carcerazione. A farne le spese il
leader dei centri sociali del nord-est Luca Casarini; due veneziani,
Michele Valentini e Michele Donatini; e il più noto dei militanti del
centro sociale Pedro di Padova, Max Gallob. Alle sette di ieri mattina la
Digos e la polizia postale hanno bussato alle porte delle loro abitazioni,
notificato le informazioni di garanzia e perquisito attentamente le case.
Poi hanno trasferito tutti in questura, dove sono stati rilasciati dopo
cinque ore visto l'esito negativo della perquisizione. Ma intanto sono
stati sequestrati gli hard disk dei computer ed è stato fissato per
mercoledì prossimo l'interrogatorio di garanzia.

Le accuse riguardano due episodi accaduti nella notte del 6 luglio 2004: un
ordigno esploso solo parzialmente davanti alla sede veneta della
multinazionale americana Computer sciences corporation, a Padova; e il
lancio di liquido incendiario contro il portone dell'Alta, l'associazione
dei lagunari a Chioggia. Pochi i danni in entrambi i casi: solo i portoni e
un vetro anneriti. Il giorno dopo, in una telefonata all'Ansa di Trieste,
alle ore 13,35, parlando con voce metallica contraffatta un uomo aveva
rivendicato gli episodi: «Ascoltami bene, stanotte abbiamo fatto attentati
per la pace. Di fronte al Civico museo del mare, dall'altra parte della
strada, tra i rifiuti, c'è una busta piegata in due. Hai capito bene? Sì?».
Nella busta un volantino di due pagine che cominciava con due righe da una
canzone di Bob Dylan: «Non hai bisogno di un metereologo per sapere da che
parte soffia il vento». Il pezzo si intitola Weathermen underground e allo
stesso si era ispirato un gruppo di studenti rivoluzionari nell'America
degli anni `70 e delle battaglie contro la guerra in Vietnam. Proprio in
quei giorni in Italia stava circolando un film sulla loro esperienza, e gli
ignoti autori delle azioni si firmavano allo stesso modo. «Noi siamo solo
Wheathermen, "uomini e donne del tempo", e oggi è il tempo di ribellarsi
contro la guerra per l'umanità», è scritto nella rivendicazione. E poi: «Ci
chiameranno terroristi, ma chi sono i terroristi se non coloro che
producono morte e distruzione con bombardamenti contro i civili? Via le
truppe italiane dall'Iraq».

Chi colpì si dimostrò abbastanza informato sugli obiettivi. «La Csc ha
acquisito nel marzo 2003 la Dynacorp technical service, una cricca
criminale che guadagna miliardi di dollari nel business della guerra. La
Dts, resa nota in Italia con la vicenda dei quattro mercenari che
direttamente o in subappalto erano al suo servizio (Quattrocchi, Agliana,
Stefio e Cupertino, rapiti in Iraq, ndr), gestisce oggi come ramo della Csc
i lavori sporchi del Dipartimento della difesa americano». L'Alta viene
invece definita come «una banda di fanatici militari legata alle Forze
armate italiane e particolarmente attiva nel sostenere ideologicamente e
materialmente la guerra in Iraq».

Gli inquirenti, guidati dal pm veneziano Luca Marini, sono convinti che le
notizie sulla compagnia Usa e sull'associazione siano state prese da
internet, forse addirittura con un copia e incolla, e la polizia postale è
alla ricerca del computer da cui sarebbero state effettuate le connessioni.
In un primo momento le indagini si sono indirizzate sugli anarchici, e
alcune abitazioni sono state perquisite un mese fa. Ma senza trovare lo
straccio di un indizio. Ora invece l'attenzione si è spostata sui centri
sociali «disobbedienti».

C'è anche un piccolo giallo. A Casarini viene contestata la violazione
dell'articolo 280 bis, istituito nel 2003 sull'onda dell'emergenza
antiterrorismo e dei pacchi bomba per perseguire «attentati terroristici
con finalità eversiva mediante l'uso di esplosivi e ordigni», e non del più
«tradizionale», e sanzionato più pesantemente dal codice, 280. Ma il pm
conferma che l'ipotesi di reato è quest'ultima, dunque dovrebbe trattarsi
di un errore della Questura.

«Mi sembra tutta una grande montatura, proprio ora che si parla di norme
antiterrorismo», commenta Casarini, mentre le «strutture di movimento del
nord-est», che incassano diversi attestati di solidarietà tra cui quello
della rete no-cpt di Bari, parlano di «salto di qualità» e di scenario alla
Minority report: «Le prove non esistono e vanno costruite avvalendosi di
messaggi, flussi comunicativi, accesso al web».