C'e' un eroe, tra di noi, e non ce siamo accorti.
Domenica scorsa ricorreva un anniversario importante:
in effetti, il 3
luglio del 1981, il quotidiano "New York Times"
informava il mondo
intero
dell'esistenza di una nuova malattia, che passera'
alla storia con il
nome
di "aids".
Ma domenica scorsa, 3 luglio 2005, e' successo anche
un altro fatto,
che ci
rende tutti particolarmente tristi: un uomo e' stato
ucciso.
A Catanzaro, da un prostituto eterosessuale sposato e
con un figlio,
nonostante il giornale cattolico "Avvenire" abbia
cercato di insozzare
la
nostra comunita' scrivendo in un sottotitolo che "Il
delitto e'
maturato
negli ambienti gay"!
La vittima si chiamava Michele Presta, ed era un
sindacalista molto
noto in
Calabria dove, appena lo scorso 10 dicembre 2004,
aveva affrontato (e
vinto
con grande successo) la sua ultima battaglia
importante a favore dei
lavoratori, dopo che il governo Berlusconi aveva
tagliato i fondi
destinati
ai forestali.
La sua morte assume caratteri di particolare
tragicita'.
Michele e' stato massacrato con un'ascia che gli ha
spaccato la testa.
L'assassino, il 31enne Gianfranco Palermo, ha
infierito sulla sua
vittima,
dopo averla derubata di varie migliaia di euro, e dopo
averle tolto
l'auto
(nei giorni precedenti), perche' Michele si era
rifiutato di sottostare
ad
un ricatto.
L'assassino minacciava di rendere pubblica l'identita'
gay del
sindacalista
se questi non gli avesse dato piu' soldi.
Michele Presta (ricordatevi di questo nome!) ha detto
no!, non ci sto!
Non
subisco alcun ricatto! Ed ha pagato con la vita il suo
gesto di
coraggio.
I suoi colleghi del sindacato CGIL hanno partecipato
al funerale,
mercoledi'
scorso, ed hanno fatto qualcosa di totalmente
insolito, nel nostro
panorama
sociale: hanno espresso il loro rammarico per non aver
capito il
bisogno di
aiuto e di solidarieta' di Michele, del loro collega
piu' bravo e piu'
altruista e piu' impegnato nel risolvere i problemi
dei lavoratori.
Un operaio ha detto: "Ricordero' sempre Michele come
l'uomo che si e'
battuto per difendere il mio lavoro e quello di altri
forestali
calabresi".
Il segretario generale della CGIL-Pollino Sibari
Tirreno, Antonio
Granata,
ha dichiarato: "Siamo noi ad aver sbagliato. Siamo
stati noi, ed e'
adesso,
e qui, davanti a questa salma, che possiamo e dobbiamo
dirlo. Siamo noi
che
avremmo dovuto accorgerci del disagio di Michele e
invece no, non ci
siamo
accorti di nulla. Michele e' stato con noi per anni,
per due decenni e
mai,
nessuno, ha saputo, o voluto capire la sua natura".
E Antonio che, piangendo, si sfoga: "Lui aiutava noi.
E noi? Perche'
non
siamo riusciti ad aiutare lui?"
E Vincenzo: "Cosa ci ha impedito di capirlo? La nostra
cultura? Ci
siamo
forse rifiutati, sia pure inconsciamente, di cogliere
alcuni suoi
segnali?"
Ecco, Michele Presta e' un eroe perche' non e' il
solito (purtroppo)
gay
morto ammazzato in circostanze "sgradevoli", ma
perche' e' un gay che
si e'
rifiutato di accettare la logica del silenzio, del
subire passivamente
il
ricatto, del mettersi da parte per non essere
coinvolto.
Michele Presta e' un segno dei tempi che cambiano,
simbolo di una
comunita'
che chiede, vuole, pretende i suoi diritti piu'
basilari. Gli stessi
diritti
dei quali godono tutti gli altri cittadini di questa
nostra, triste,
repubblica.
Dedico la mia presenza al Pride che si svolgera' oggi,
a Roma, alla
memoria
di Michele Presta, il nostro eroe per il Duemila.
Mi dispiace di non essere capace di fare di piu' per
un uomo del quale
sarei
stato orgoglioso di potermi considerare "AMICO"!
Massimo Consoli
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